Vanessa
Trascorromo quasi due mesi.
Una mattina, mentre il vento tiepido che entra dalla finestra mi culla i capelli, vengo svegliata da una Alice urlante.
Mi metto a sedere sul letto, cercando di aprire gli occhi.
Io e mio marito abbiamo fatto le ore piccole.
È una cosa che ci diverte parecchio , ultimamente.
"Buongiorno" ride John, mentre tenta di calmare la bambina cullandola tra le braccia.
"Buongiorno" ripeto poco convinta.
"Sta bene?" chiedo.
"Sì, penso sia solo stanca. Non riesco a farle riprendere sonno" dice.
"Dá qua" allungo le braccia , che poco dopo stringono la piccola dagli occhi azzurri.
"Hey" le sorrido.
Lei continua a sbraitare per un altro minuto buono,prima di iniziare a regolarizzare il respiro e abbassare le palpebre pesanti.
"Ho un dono" sussurro soddisfatta.
"...Tra gli altri" aggiunge John.
Lo guardo e lui sfodera un sorriso così malizioso da riuscire a farmi avvampare.
"Ma la smetti?" rido.
Lui alza le mani.
"Diamo a Cesare quel che è di Cesare" commenta.
"...E ricordiamo a Cesare che io stamattina ho la mattinata libera" aggiunge.
Alzo gli occhi al cielo.
"Non la prendere come abitudine" dico.
"Sarebbe così male?"domanda sedendosi accanto a me sul letto.
Si avvicina e mi stampa un leggero bacio sulla spalla.
"Non ho detto questo" replico continuando a cullare la bambina.
"No? Allora siamo d'accordo" osserva lui, questa volta lasciandomi una scia di baci sul collo.
Faccio fatica a mantenere un'espressione impassibile, prima di fargli notare che la bambina si è addormentata.
"Vado a metterla a letto" comunico.
"Poi torni?" mi sorride maliziosamente.
"Smettila" lo rimprovero scherzosamente.
"Io ti aspetto" si limita a dire lui.
Esco dalla stanza e mi dirigo verso la camera di Alice del primo piano.
La corico delicatamente nel suo lettino, poi mi precipito verso la mia stanza.
Ci puoi scommettere che torno, John.
Solo che devo almeno fare finta che mi interessi meno di quanto interessi a te.
All'ultimo minuto devio verso una delle sale da bagno.
Mi lavo i denti, mi sciolgo i capelli sulle spalle e decido di cambiare alcuni...accessori.
Sono certa di avere da qualche parte un completino intimo color bordeaux ancora nuovo.
Apro il primo cassetto del mobile di marmo ma ci trovo dentro soltanto una vestaglia di seta bianca, che non disdegno per nulla.
Ne faccio passare un altro paio ed arrivata al quarto cassettone, ecco il mio tesoro.
Sorrido soddisfatta e mi lancio sotto il soffione della doccia per una rinfrescata lampo.
Una volta uscita indosso il mio completo nuovo e mi avvolgo nella vestaglia di seta, lasciando quella che avevo indosso accanto al lavandino .
Mi sto sistemando i capelli nel miglior modo possibile, quando sento bussare alla porta.
" Un momento! " esclamo.
Perdo un altro minuto a sistemare meglio le spalline del reggiseno.
Nel frattempo noto una pochette di trucchi e ne approfitto per applicare del mascara.
Bussano di nuovo.
"Ma come sei impaziente!" rido.
Mi ritrovo a farmi aria con la mano.
Ma è normale, dopo anni di matrimonio?
Sistemo la vestaglia in modo che si intraveda il pizzo colorato del completo.
Bussano la terza volta, al che mi dirigo verso la porta e la apro con fare deciso.
"Pensavo avresti resistito almeno fino al let-AAAAH!" grido trovandomi di fronte Michael.
Lui rimane con il pugno a mezz'aria, sintomo che fosse pronto a bussare di nuovo.
Io mi sistemo la vestaglia in modo da farmi sembrare un bozzolo.
Meglio così che farmi vedere da Michael mezza nuda.
"Si è appena avverato il sogno del me stesso adolescente" commenta.
"Stai zitto!" esclamo in preda all'imbarazzo, coprendomi il viso con le mani.
"Che cosa ci fai qui?!" domando.
"È da ieri sera che non mi rispondi al telefono" dice.
"Duh?! Non ti sei fatto due domande?" replico.
"Purtroppo mi sono appena dato due risposte" osserva.
"Bene" mi limito a dire.
"C'è qualcosa di urgente che ti porta qui? Spero di sì" sorrido forzatamente.
"Sono qui perché volevo parlarti di una cosa a voce" spiega.
"Non credo sia il momento più adatto " lo guardo.
"Non hai neanche cinque minuti?" domanda.
"Sono certa ne siano passati almeno altri dieci da quando ho portato Alice in camera sua" dico.
"E quindi?"mi guarda lui.
Sospiro.
"E quindi....dovrei proprio tornare dormire" cerco di non essere esplicita.
"Tu dormi così?" domanda.
"Ma certo, a volte mi metto anche gli orecchini di diamanti" rispondo.
"Sul serio?" alza un sopracciglio.
"Ma no! " esclamo.
"Quindi non devi dormire" afferma.
"...No" ammetto.
"Allora puoi parlare!" esclama.
"No! Mike, ascolta, non ho tempo adesso" dico, esasperata.
"È questione di cinque minuti"insiste.
Alzo gli occhi al cielo.
"Dai , Van. Sono più o meno gli stessi durante i quali sarai occupata tra poco.
Sgrano gli occhi di fronte alla sua battuta, mentre lui scoppia in una fragorosa risata.
"Ma come ti permetti?!" sbraito alzandomi sulle punte dei piedi per tirargli una sberla in testa.
Michael si allontana ed io sono costretta a seguirlo.
"Brutto cretino!" dico mentre provo a sgancargli un altro colpo.
Andiamo avanti così per un'altra manciata di secondi, prima che qualcuno attiri la nostra attenzione schiarendosi la voce.
Entrambi ci voltiamo verso la fonte di provenienza di quel suono, trovandoci davanti John.
Solo in quel momento realizzo che nella confusione la mia vestaglia si è mossa rivelando gran parte del completo nuovo, mentre Michael ha i capelli spettinati.
Mi affretto a coprirmi, paonazza.
"Sto vivendo l'incubo del me stesso del liceo" osserva mio marito.
"È colpa mia" ride Michael.
"Come sempre" concorda John.
"Sono venuto qui soltanto per parlare a Vanessa di una cosa" spiega.
"Non stai migliorando la situazione..." commenta l' altro.
"No,sul serio. Volevo condividere una notizia con la mia migliore amica" dice.
"...Ma va benissimo che ci sia anche tu" aggiunge.
"Wow, grazie per la concessione" lo prende in giro il principe.
"Senti, puoi parlare e basta?" lo imploro io.
"Anche in fretta, se riesci" ci tengo a precisare .
"Non è esattamente questo il modo in cui avevo immaginato il momento" osserva lui guardando il mio 'abbigliamento' e la camicia non completamente allacciata di John.
"...Ma va bene così" annuisce .
"Cercherò di essere breve e coinciso"dice.
"Ti ringrazio" commento.
Lui inspira profondamente, poi si esibisce in un bel sorriso.
"Divento papà" afferma.
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Pink-E poi?
RomanceQuesta storia inizia parecchio tempo fa. Affonda le sue radici in una mattina di primavera del liceo, prima di una lezione di biologia. Erano gli anni dell'adolescenza, un universo a parte. Continua attraverso rapporti di amicizia, relazioni di giov...