Capitolo 3

12 1 0
                                    

John

Sono passati cinque mesi dalla nascita di mia figlia Alice January.
La amo con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima.
Non pensavo di poter provare tanto amore.
Temevo che fosse quasi impossibile, dopo che il mio cuore era già esploso d'affetto per il nostro primogenito Dawson.
Appena ho visto i suoi occhi azzurri, però, ogni dubbio è scomparso.
L'amore che si prova per un figlio è senza confini, che quello sia il primo o il decimo.
Anche quello che provo per Vanessa, però, non scherza.
Mia moglie è una mamma (e una donna) meravigliosa.
La gente tende a pensare che lei non debba fare niente, perennemente circondata com'è da uno stuolo di tate, cuoche, cameriere, donne delle pulizie, infermiere, amici e parenti.
La verità è che Vanessa si affida ben poco a loro, soprattutto per quanto riguarda la cura dei figli.
È per questo che, dopo così tanto tempo,vorrei che si prendesse del tempo per lei.
Ho calcolato tutto: questa sera mi offro io di mettere a dormire Alice, mentre Vanessa potrà andare a letto un attimo prima.
Quella bambina ha il sonno più pesante di un ghiro in letargo, una volta che si degna di addormentarsi.
Ho già preparato il biglietto da lasciare sul mio cuscino per avvisare Vanessa al suo risveglio, e per ogni evenienza ci sarà Margherita a dormire nella stanza accanto alla mia.
"Buonanotte, John. Ricordati di sistemarle bene le coperte" mi sussurra mia moglie ad un certo punto prima di dirigersi in camera , ed io mi avvicino per darle un bacio.
"Buonanotte, Van" sorrido contro le sue labbra mentre coccolo Alice tra le mie braccia.
Attendo per  circa un quarto d'ora di sentire il suo respiro farsi regolare ed entrare in azione.
Controllo che anche Vanessa si sia addormentata, poi mi dirigo al secondo piano con la bambina.
"Dorme?" domanda Margherita.
"Come un sasso" rispondo sottovoce.
E dieci minuti più tardi io sto facendo la stessa cosa.
Il mattino seguente mi sveglio molto presto.
Anche Margherita è già in piedi, e si offre subito di darmi una mano ad accudire la piccola Alice.
"Vada a mangiare qualcosa, qui ci penso io" mi sorride.
La ringrazio e ne approfitto per fare una doccia e dirigermi al primo piano, in una delle tre sale colazioni.
All'insaputa di Vanessa ho concesso il weekend libero a tutto il personale, quindi non c'è nessuno.
Margherita è rimasta perché le fa piacere.
Mi dirigo verso la zona cucina e mi cimento nella preparazione di alcuni pancakes.
Sono quasi alla fine dell'opera, quando Vanessa appare nella stanza.
Indossa ancora il suo pigiama di seta color perla, ma i suoi ricci neri cadono alla perfezione sulle spalle, ed  un velo di trucco la rende incantevole.
"Cosa fai già sveglia?" domando.
"E tu cosa fai in cucina? E dove sono i bambini? E perché non c'è nessuno?" domanda lei con le braccia conserte per reprimere i brividi di freddo della prima mattina.
"Preparo la colazione. Dawson dorme ancora nella sua stanza, mentre Alice è con Margherita. E non c'è nessuno perché ho lasciato il weekend libero" spiego.
"Oh" mormora lei.
"Ma la vera domanda è...perché sono le otto e mezza e tu sei già sveglia?" riprendo la questione.
"Perché mi sveglio sempre presto" dice.
"Appunto. Ho portato Alice con me in un'altra stanza proprio per farti riposare un po' " replico avvicinandomi.
"Davvero?" mi sorride.
"Certo" le prendo una mano.
"... Te lo meriti. E poi speravo potessimo stare un po' da soli" ammetto.
Lei ride tirandosi in punta di piedi per darmi un bacio che accetto ben volentieri.
"Non possiamo stare da soli. Abbiamo dei bambini piccoli, e nessuno a dare loro un'occhiata" afferma successivamente guardandosi intorno.
"Alice è con Margherita" ripeto.
"Sai benissimo che è in buone mani" aggiungo.
"Si, ma voglio comunque vederla e constatare se ha bisogno di me. E poi c'è Dawson" ribatte.
"Dawson passerà la giornata con lo zio Tom ed Emma" le comunico.
Lei corruga la fronte.
"Come?" domanda.
"Ti ricordi che oggi abbiamo il pranzo con i nostri amici, vero? Ecco, appena avranno finito di mangiare, Tom si prenderà la briga di curare Dawson per un giorno" mi riferisce.
"Sai che Dawson passerebbe anche una settimana con lui" aggiungo per convincerla che sia una buona idea.
"Anche un mese" ammette lei.
"Ma...come mai?" mi guarda.
"Te l'ho detto, voglio restare un po' solo con te" ripeto.
Lei sorride lievemente.
"Che c'è?" rido.
"Oggi sei strano" commenta.
"Strano? Perché voglio coccolare un po' mia moglie?" domando.
"Appunto, non mi coccoli più da parecchio. Ma è così che funziona il matrimonio" replica facendomi ridere.
"Senti, non è assolutamente vero. Anzi, fosse per me potremmo andare di sopra a fare un figlio anche in questo istante" ci tengo ad informarla.
"Faresti un altro figlio?" domanda incredula.
"Beh? Cosa succederebbe, se così fosse?" chiedo.
"Avremmo un problema, Houston" ride lei.
Le sorrido maliziosamente e faccio per avvicinarmi, ma la vedo evitarmi senza pensarci due volte per correre in direzione di Margherita e salutare Alice.
"Ciao, mamma" dice la donna con una voce tenera.
"Ciao, amore mio" risponde Vanessa prendendo in braccio la bambina.
"Bei tempi, quelli in cui chiamavi me 'amore mio' " sospiro.
Lei ride.
"Potrei dirti la stessa cosa" ribatte.
"Hey, campione!" esclamo nel vedere Dawson scendere le scale .
Gli vado incontro e gli risparmi gli ultimi dieci gradini prendendolo in braccio.
"Chi è la persona più in gamba del mondo?" dico mentre lo coccolo.
"Ecco, per l'appunto" commenta Vanessa.
Rido.
L'ora di pranzo arriva in fretta.
Ben presto ci siamo io, mia moglie e i  bambini attorno al tavolo con ospiti Filippo, Emma, Jack, Cindy, Tom e Veronique.
Parliamo e scherziamo tutto il tempo, finché Tom non decide che sia ora di togliere il disturbo.
"Io e il bambino più bello del mondo ci divertiremo un sacco, oggi pomeriggio" afferma alzandosi da tavola.
"Perché rapisci il figlio a tuo fratello?" ride Emma.
"Perché mio fratello vuole stare un po' da solo con tua cognata, se capisci cosa intendo" risponde lui.
Vedo Vanessa diventare paonazza.
"Tom...?!" lo rimprovera.
"Guarda che me lo ha detto lui, eh!" si difende quest'ultimo.
Cindy ride.
"Beh, cosa ci sarebbe di male?" scrolla le spalle.
"Infatti" guardo mia moglie.
Lei ride.
"Sei strano, te l'ho detto anche prima" ribadisce il concetto.
Ben presto i nostri ospiti lasciano a casa insieme a Dawson.
Vanessa si avvicina al tavolo per dare una ripulita, ma glielo proibisco.
"Faccio io" le comunico.
"Tu rilassati. Fai qualcosa per te. Prenditi la giornata libera" le suggerisco.
"L'unica cosa che vorrei fare, adesso che anche Alice dorme, sarebbe trascorrere la giornata a letto" afferma.
Scosto lo sguardo dalla tovaglia al suo viso ad una velocità superiore a quella del suono.
"Ah sì?" sorrido.
Lei annuisce.
"Vado di sopra" annuncia.
"Ci vediamo là" replico entusiasta.
Ben presto, però, scopro che la sua concezione di stare a letto tutto il giorno è diversa dalla mia.
Quando arrivo in camera, poco dopo, mia moglie sta già dormendo.
"Ah, intendevi in questo senso" parlo sottovoce.
Alla fine dei conti, però, è esattamente ciò che avrei voluto che facesse.
Riposarsi.
Lascio la stanza e mi dedico a qualche faccenda domestica per le successive due ore.
Vanessa si risveglia verso il tardo pomeriggio, assieme ad Alice, e poi si dedica a lei.
Per cena decidiamo di mangiare una cosa veloce, poi aspettiamo che Dawson venga riportato a casa da Tom e mia moglie porta Alice a letto.
Ma non prende la direzione per la nostra stanza.
"Dove la porti?" chiedo sottovoce.
"Da Margherita" risponde lei.
Corrugo la fronte.
"Come mai?" domando.
"Non dovrei? Avevo capito che avessi altri piani per la serata, ma se mi sono sbagliata..." lascia la frase in sospeso.
Balzo sulla sedia.
"No! Nono, non ti sbagli. Hai capito benissimo, chiaro. Perfetto" annuisco.
Lei ride, poi sparisce dalla mia vista per tornare poco dopo.
"Io vado di sopra. Se vuoi ci vediamo là" mi informa.
"Non se ne parla" rido avvicinandomi, poi la scoprendo prendendola in braccio.
Lei ride.
"Mi porti tu?" chiede.
"Sarebbe un onore" le sorrido.
Salgo le scale a velocità moderata e chiudo la porta della camera alle mie spalle con un movimento della gamba.
Quello che è successo dopo lo troviamo tutti sui libri di scienze.

Pink-E poi? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora