Miracolus Future "Prologo parte 2"

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Attenzione, da questo punto della storia in poi ci sarà linguaggio scurrile e nei futuri capitoli potrei inserire scene di violenza e allusioni e stereotipi sessuali, se avete problemi con queste cose questa storia non fa per voi. Prima di cominciare vi chiederei di seguirmi anche su Instagram e, cosa più importante, se vedete che faccio errori grammaticali vi chiederei di segnalarmeli senza lamentarvi troppo, detto questo iniziamo.

Erano le 7:30, l'autobus sarebbe arrivato da un momento all'altro, per fortuna la fermata era davanti alla casa delle gemelle. Emma è Tori erano pronte per il liceo, Emma indossava una maglietta bianca e verde con una felpa grigio chiara, a prima vista sembrava vestita con una tutta trasandato, ma era nel suo stile vestire comoda; inoltre, sui capelli lunghi e mossi spiccava una spilla verde a forma di stella, regalata da suo padre, che si intonava con i suoi occhi. Tori invece era vestita con una maglietta grigia e una mini gonna nera, ma il tutto arricchito con accessori e un cuore rosa disegnato sulla sua maglietta, sui suoi capelli corti e biondi il fiocco che gli aveva regalato sua madre brillava. Da quando è diventata brava a cucire, Tori si divertiva a prendere i suoi vestiti e a metterci sopra cuori, glitter, nastri e decorazioni varie. Voleva dare l'impressione della ragazza matura che si voleva far notare, mentre invece dava l'idea di uns bambina troppo cresciuta, e ciò metteva Emma più a disagio del suo look. I genitori, Adrian e Marinet, le avevano accompagnate alla fermata per dare sostegno morale.
<<Quindi... è il momento, piccole principesse crescono.>> Disse Marinet tirando un sospiro di malinconia, guardando con il marito le due figlie.
<<Già... buon primo giorno di scuola a tutte e due!>> Disse Adrian con fare orgoioso mentre da lontano si vedeva l'autobus avvicinarsi alla fermata.
<<Grazie papà, ci vediamo dopo scuola!>>
<<Ciao mamma, ciao papà, grazie ancora per i vostri regali!>>

Emma e Tori salirono sull'autobus, mentre una si lancio verso l'ultimo posto disponibile sul fondo del bus, l'altra trobo un posto libero vicino a una ragazza di colore con occhiali e capelli lunghi rosso-castani, vestita con una maglietta gialla e azzurra, era Ludo, quella Ludo.
<<È occupato questo posto?>>
<<Bhe... doveva esserci il mio amico, ma... sai che c'è, non credo riuscirà a farsi vivo, accomodati pure.>>
<<Grazie, molto gentile.>> Avendo il via libera, Tori si sedette accanto a lei.
<<Piacere comunque, io sono Tori, Victoria Agreste, quella tipa là in fondo con i capelli blu è mia sorella Emma, mentre quei tizzi la fuori che si trattengono dal piangere sono i miei genitori.>> Indicò i suoi genitori fuori dal finestrino, avevano delle faccia di ridicole a forza di trattenere le lacrime, poi li salutò con la mano.
<<Carini... Io sono Ludo comunque, Ludovica Lahiffe, piacere di conoscerti, sei forse la prima ragazza con cui parlo da quando mi sono trasferita.>>
<<Non mi dire! anche tu ti sei trasferta a Roma!?>>
<<Sì, già da una settimana, appena trasferita dalla Sicilia, anche se i miei hanno origini francesi.>>
<<Davvero! quindi sei in parte francese, io mi sono trasferita da Parigi un mese fa! Il tempo di imparare la lingua, ma non di farmi degli amici.>>
<<Ma dai, è incredibile! Sono piacevolmente sorpresa di questo incontro Tori, mi piaci.>>
<<Grazie Ludo.>>

Lo scuolabus chiuse le porte e ripartì girando l'angolo, Ludo incuriosita da un rumore si girò verso finestrino per vedere meglio, trovando una scena impagabile allche le strappo una risata. Mentre l'autobus si allontanava, Adrian e Marinet rimasero a guardare il bus, lui con un braccio salutava le figlie mentre con l'altro abbracciava la moglie per confortarla, lei arrossì e si asciugò una lacrima. Pensare che erano passati 20 anni da quando si sono fidanzati, se Marinet avesse saputo come sarebbe stato il suo futuro, le sarebbe parso un sogno.
<<Siamo rimasti solo io e te insettina.>>
<<A quanto pare sì gattino.>>
Lei si strinse a lui con fare amoroso e stavano quasi per baciarsi quando...
<<SCANSATEVI!>>
Un ragazzo occhialuto con i capelli ricci e trasandati, vestito di rosso e arancione correva a tutta velocità verso l'autobus con il fiatone e uno zaino imbottito in spalla. Era Federico, che tentando di recuperare l'autobus si scontrò violentemente contro i due piccioncini e inciampò a terra. Ludo aveva visto tutto, ma fece finta di niente nonostante le sue risate la tradissero.
<<Ma che problemi hai! Scimunito! Disgraziato!>> Urlò Adrian con quel poco di Italiano che conosceva. Era infuriato, sia perchè si era fatto male, sia perchè Fede aveva rovinato il momento, non sapeva chi era quel ragazzo, ma sapeva di detestarlo. Marinet invece non si era fatta male, non era arrabbiata, era rimasta perplessa, impalata a guardare il ragazzo; Federico, che capendo la sua situazione si rialzò, era visibilmente mortificato.
<<Madò! Scusate! Scusatemi! mi dispiace tanto signori! E che... l'autobus!>> Fede si volto di spalle e vedendo l'autobus sparire dietro l'angolo, ritorno in modalità paranoia Siciliana.
<<Ancùora! Fermati pezzo di mmedda! Curnutu chi non si altrui, trorna cca o ti muoddu n calci! Spera ddiu ca t'a vveniri nfrusciu ca a gghittari fora...!>>
E riprese la sua folle corsa con imprecazioni in dialetto per arrivare all'autobus, dimenticandosi di aver appena investito due cristiani.

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