Venticinque dicembre, il giorno più atteso dell'anno di ognuno di noi.
Quest'anno ho deciso di festeggiarlo con i miei amici, lasciando i miei genitori a casa con i parenti, mi dispiace moltissimo di non passarlo con loro; Ma questo mio piccolo sogno si sta finalmente avverando."Buon Natale ragazzi!." Varco la porta del salotto vedendo tutti fare colazione.
"Come siamo felici."
"Hai visto." Mi illumino come una bambina mentre guardo Amine.
"Vuoi il panettone?."
"Il pandoro è finito?." Chiedo speranzosa in una risposta negativa.
"Eh si, non c'è più." Fulmino tutti con gli occhi e noto Oakley che se la ride in silenzio.
"Tu!." Lo indico andando verso di lui. "Mostro dammi quello che è mio."
"Vuoi che lo vomiti?." La sua voce di prima mattina è bellissima.
"Che schifo no, però mi andava." Incrocio le braccia ed emetto il musino.
"Dopo lo andiamo a comprare va bene?." Mi bacia la fronte e sorrido abbracciandolo.
"Bene io voglio scartare i regali." Urla felice Gaia correndo sul divano.
"Il mio regalo lo apri dopo." Mi sussurra l'inglese e sorrido annuendo.
Scartiamo tutti i quanti i regali, felici e spensierati.
È la prima volta che mi sento così bene nella mia vita, non pensavo che passare il Natale diversamente, mi trasmettesse così tante emozioni nuove mai provate."Tieni." Mi porge una scatolina impacchettata, e mi fermo a guardarlo.
"Sai che non dovevi."
"Si invece." Mi accarezza la guancia con il pollice. "Spero ti piaccia."
Apro la scatolina e vedo un anello brillantinato, mi ricorda molto quello che ha Mattia.
"È stupendo, non dovevi davvero!." Lo abbraccio.
"Mi fa piacere, ora però vestiti che andiamo a comprare il pandoro, prima che mi uccidi." Ride ed esce dalla camera.
"Ci fermiamo alla Nike dopo?." Mi chiede afferrando la nutella e metterla dentro il carrello.
"Va bene, ma non stiamo tanto vero? Sono stanca." Mi passo una mano sulla fronte e lui scoppia a ridere.
"Sei seria? Avanti non abbiamo fatto nulla." Si avvicina.
"Non ho dormito molto stanotte."
"Per quale motivo?."
"Stavo ancora poco bene, tossivo come non mai."
"Povera bambina." Mi prende in giro e in risposta riceve un dito medio.
Ci dirigiamo verso la cassa e paghiamo, usciamo dal supermercato e andiamo al negozio tanto atteso da parte di Certal.
Come al suo solito finisce per compre ogni cosa, vestiti, scarpe e cappelli.
"Direzione casa." Dico decisa cercando di convincere anche lui.
"Avanti un altro giretto."
"No Oakley sono stanchissima, e poi chissà cosa penseranno gli altri."
"Cosa vuoi che pensino?."
"Molti del gruppo dicono che io e te ci stiamo frequentando."
"Ma anche se fosse quale sarebbe il problema?."
"Lo sai."
"No non lo so." Appoggia atterra le buste e mi guarda incorniciando le braccia al petto.
"Sai benissimo che sono uscita da una relazione complicata, e sai anche che non riesco a fidarmi di nessuno."
"Ieri sera però mi dimostravi il contrario." Alzo gli occhi e incrocio il suo sguardo. "O mi sbaglio?."
Rimango in silenzio, a volte le parole non bastano per esprimerò ciò che voglio comunicare all'altra persona.
Con lui è tutto un gioco di sguardi, ci capiamo in pochi secondi."Dai andiamo a casa." Raccoglie le buste e mi prende per mano. "Ti prometto che questo blocco che hai, riusciremo a distruggerlo insieme." Sorrido e mi stringo a lui.