l'arrivo

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Come ho già detto prima,i trovavo già in Sicilia, quindi non fu difficile per me arrivare in hotel. Fui tra le prime lì, oltre a qualche ragazza più grande di me con cui di certo non avrei fatto mai amicizia come diceva la regola n° 1 del mio comportamento:
REGOLA 1: chiunque sia più grande di te non è tuo amico, non farci amicizia.
Beh si, era un po' una regola non scritta.
Mi guardai attorno: un gruppo di ragazzi della mia età stava tranquillamente chiacchierando. Sentivo di star per infrangere la regola 1.
C'era un ragazzo di 16 anni davvero alto ed una di 18 che però sembrava averne 14. Per prima cosa, feci amicizia con lei. Mi sembrava abbastanza a disagio, perché non andare a parlarci?
Parlammo per un po': non era la prima volta che veniva in vacanza con una borsa di studio.
Il ragazzo mi stava già antipatico. Tutti lì mi stavano antipatici e volevo tornare a casa già da subito. "resisti, resisti, magari non sarà tutto così" mi ripetevo per non scoppiare a piangere. Non avrei mai più fatto un'esperienza del genere.
Ma no, non posso giudicare ora.
Tutt'a un tratto una signora sui 40 anni ci chiamò in una sala molto grande:la sala blu, la chiamavo io.
Ci chiamò uno ad uno e ci diede le chiavi della stanza. Ma porca miseria, quante possibilità c'erano che finissi con le uniche che odiavo giá da subito? Erano troppo smorfiose, troppo cattive e io non volevo stare assolutamente in camera con loro. Poi, il miracolo. Non ci crederete mai, ma una ragazza le voleva in camera con loro, quindi mandò nella mia camera due ragazze venete. Mancava anche la mia amica del liceo, Emma.
Non ci interessava. All'inizio, eravamo parecchio timide. Poi una delle due ragazze venete, Adriana, iniziò il discorso. Uscita dalla doccia, feci amicizia anche con l'altra. Avevamo la cena con gli altri dell'hotel alle 20:30, come me lo potrei dimenticare! Eravamo leggermente in anticipo, quindi decidemmo di parlare di argomenti profondi e seri, come l'omosessualità, il razzismo, queste cose.
Andammo a mangiare. Le scelte erano due, ed entrambe non erano di certo il meglio. Optai per una pasta che sembrava cruda e per dei crocchè davvero buoni. Magari buoni non lo erano neanche, solo la pasta aveva abbassato le mie aspettative. Mentre riflettevo, mi cadde l'occhio su una macchia sui vestiti. Era l'unico outfit bello della valigia, più o meno. Lo avevo messo apposta per quel giorno ed incredibilmente, la maglia si era sporcata.
Tornai in camera a cambiarmi. Misi solo una felpa, non avevo poi così tanto tempo.
Mentre salivamo le scale, vidi Emma con la sua valigia. Mi stava antipatica infondo, ma quando la vidi mi venne d'impulso di abbracciarla.
Una volta cambiata la maglietta, scendemmo un'altra volta per andare nel bar dell'hotel in modo da prendere cibo sufficiente per la notte. Il pranzo non aveva soddisfatto neanche Adriana e Ginevra.
Per non farci scoprire dai tutor, con dei movimenti veloci andammo fino alla camera 612.
Quella sera fu stupenda. Ci conoscemmo, confrontammo i vari dialetti e ci divertimmo come non mai.

Stanza 512Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora