Il Principe Mezzosangue

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DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcuno scopo di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Harry prese posto nell'aula semi deserta. Non riusciva proprio a capacitarsi del fatto che si sentisse così tranquillo e rilassato poco prima di una lezione di pozioni! Beh con Lumacorno come insegnante e il libro del Principe Mezzosangue come alleato, non aveva più nulla da temere, tutto gli sembrava molto più chiaro, quasi semplice, talmente semplice che era passato dalla categoria schiappa senza speranza a migliore della classe!

Attualmente l'unica pecca del suo piano di studio  era Piton, come sempre.  L'unto bastardo infatti era riuscito ad ottenere, solo Merlino sapeva come, la tanto agognata cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure. In un primo momento quando aveva appreso la notizia durante il banchetto, aveva seriamente valutato la possibilità di abbandonare il corso, ma poi era giunto alla conclusione che non poteva permetterselo. Prima o poi avrebbe dovuto affrontare Voldemort e non poteva arrivare a quello scontro impreparato e poi a parte tutto difesa era la sua materia preferita, non voleva rinunciarci!

Certo che sopportare il pipistrello dopo essersi illuso di non doverlo più avere come insegnate non gli piaceva, ma le lezioni  non erano così intollerabili come lo erano state in passato quelle di pozioni, perchè in difesa era bravo, specialmente nella parte pratica. Ne aveva fatta fin troppa per un Grifondoro della sua età, anzi per chiunque avesse la sua età . Questa consapevolezza gli dava la certezza che gli insulti di Piton fossero del tutto infondati. L'uomo lo denigrava solo per il gusto di farlo e non perché era un incompetente come si affannava tanto a rimarcare, con i suoi modi sarcastici e sprezzanti.

Le voci dei suoi amici lo distolsero dai quei pensieri infausti.

"Ecco dov'eri! Harry ti abbiamo cercato ovunque" urlò Hermione.

"Mi dispiace, ecco avevo un po' di tempo libero e sono arrivato con un pò di anticipo" rispose il moro contrito.
"E a te questo sembra normale? No dico, ma da quando arrivare prima a pozioni è un modo per passare il tempo libero?" sbottò il rosso, mentre prendeva posto accanto al suo migliore amico.  "Tutto merito del nostro amico il Principe Mezzosangue, è? Francamente comincio a preoccuparmi per te, ormai ne sei ossessionato".

"Non esagerare Ron! Sono solo curioso" si giustificò il Golden Boy, non volendo ammettere ad alta voce che almeno in parte aveva ragione. Infatti da quando era fortuitamente entrato in possesso del libro, aveva passato ogni momento di libero a  leggere riga per riga gli accurati e dettagliati appunti del precedente proprietario. E più il tempo passava, più la sua smisurata curiosità cresceva, spingendolo a porsi un infinità di domande sulla figura emblematica del Principe Mezzosangue. Chi era? Quanti anni aveva? Era uno studente o un ex studente? A quale casa era appartenuto o apparteneva? Perché aveva scelto quel nome così particolare? Non poteva rispondere a nessuna delle domande che gli ronzavano continuamente nella testa, anche se moriva dalla voglia di scoprire chi fosse.

Nonostante non avesse alcun tipo di certezza, era riuscito a fare alcune deduzioni: il principe era un tipo piuttosto scrupoloso e molto pignolo, probabilmente era una persona solitaria ed era un vero secchione a giudicare dal tempo che aveva impiegato per apportare le correzioni e le migliorie su quelle pagine ingiallite, che ormai gli erano fin troppo familiari. Inoltre era molto intelligente e immensamente preparato, insomma un vero fenomeno non solo in pozioni ma anche in Difesa. 

Il Golden boy si era chiesto per quale motivo il misterioso ragazzo usasse uno pseudonimo. Aveva ipotizzato che fosse timido, oppure che avesse qualcosa da nascondere esattamente come lui. Ma quest'ultima eventualità dava adito altre domande: da cosa e da chi si nascondeva? La sola idea che qualcun altro si fosse sentito in dovere di celare la propria identità agli occhi degli altri studenti lo faceva sentire inspiegabilmente meno solo. Harry indugiava spesso su tali riflessioni. Immaginava di parlargli, di condividere con il ragazzo  i  suoi segreti: ad esempio la sua deprimente vita con i Dursley, il peso della profezia che pendeva  sulla sua testa, il suo immenso dolore e i sensi di colpa per la morte di Sirius, di Cedric e dei suoi genitori.

La magia opera in modi misteriosi (SNARRY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora