A giocare con il fuoco prima o poi...ci si scotta (parte 2)

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Era stanco. Fisicamente, grazie alle molte notti insonni e ora, anche alle due interminabili ore, passate a strofinare il pavimento della sala dei trofei. In passato, nemmeno i pesanti allenamenti di Oliver-fissato-Baston lo avevano sfibrato tanto!

Si stiracchiò la schiena, mentre camminava per i corridoi del castello, nella speranza di trovare un po' di sollievo. Ma la stanchezza fisica, non era la sola a gravare sulle sue giovani spalle. Aveva troppi pensieri e preoccupazioni: Voldemort, la profezia, le varie morti che pesavano sulla sua coscienza e adesso, anche questa stupida assurdità della pozione, che lo costringeva a vivere come un recluso, anche ad Hogwarts, oltre che dai Dursley! Non ne poteva più. Aveva bisogno di un attimo di tregua. Mentre tutta quella negatività si faceva strada nei suoi pensieri, sentì le sue emozioni agitarsi nel petto. Il respiro si fece più corto e superficiale, si sentiva soffocare. Aveva bisogno di un po' d'aria!

Si voltò e iniziò a correre a perdifiato, senza una meta, senza riflettere. Desiderava solo allontanarsi, voleva solo respirare. Così corse giù per le scale, lungo i corridoi. Senza rendersene conto, si ritrovò di fronte alla porta che dava sui giardini. Esitò solo un istante, prima di lanciarsi nell'oscurità di quella fredda notte di febbraio.

Da uno degli angoli bui in fondo al corridoio, una figura ammantata di nero ghignò con malizia. Fin troppo prevedibile Potter. Aveva volutamente liberato il Grifondoro con largo anticipo, con l'assoluta certezza, che il marmocchio sopravvissuto avrebbe utilizzato quel tempo, per infrangere le regole. E Potter non lo aveva deluso.
Lui lo conosceva bene. Più di chiunque altro. Ora avrebbe dimostrato a tutti i suoi colleghi e soprattutto al preside, che la vera natura del ragazzo era: ribelle, maliziosa, e volutamente disobbediente.

Aveva corso. Aveva ancora il fiatone. Aveva infranto il coprifuoco e le regole imposte da Silente. Non gli importava, perché quella aria gelida lo stava aiutando respirare e a placare il suo animo tormentato.
Per la prima vota da giorni, si sentiva bene. Decise di godersi appieno quel breve momento di libertà, così si mise seduto sul brecciolino a pochi passi dalla riva del lago Nero, afferrò un sasso e lo lanciò nell'acqua.

E' davvero una notte splendida...mi è mancato venire qui! Pensò mentre appoggiava le mani a terra per sedersi. Lasciò cadere la testa all'indietro, chiuse gli occhi e si lasciò invadere dalla serenità di quel luogo. Purtroppo per lui, quella beatitudine non era destinata a durare a lungo. Si drizzò di scatto, non appena sentì un fruscio provenire dietro alle sue spalle, stava per voltarsi per vedere chi fosse, ma non servì, perché quella voce profonda era inconfondibile.

"Potter..."

Sono spacciato! "Dannazione!"
Quella fu l'ultima parola razionale che riuscì a formulare, prima di perdere il controllo di sé.

Con un rapido movimento si voltò e si mise sulle ginocchia, aveva lo sguardo da ebete saldamente stampato in faccia, mentre fissava lo splendore ammantato di nero, che torreggiava su di lui.

"Ah! Ma che splendida sorpresa! Sei qui anche tu? Sei venuto a cercarmi professore?"chiese speranzoso il Grifondoro.

Piton socchiuse gli occhi e poi con un tono esageratamente beffardo rispose " Sì, Potter. Sono venuto a cercare proprio te, come se non avessi niente di meglio da fare!"

Harry si alzò in piedi tutto concitato. Il suo cuore batteva come un tamburo. E' vero! E' venuto per me! PER ME! Oh dolce Merlino... guarda qua, sono tutto in disordine... mentre lui è così, magnifico! Assolutamente perfetto!
Mentre la sua testa divagava, formulando pensieri del tutto sconvenienti, con la mano si spazzolò i vestiti, cercando di darsi una sistemata. Poi lentamente si avvicinò all'uomo.

La magia opera in modi misteriosi (SNARRY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora