ESATTEZZA

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"L'Esattezza, trovandosi avvolta dalla perfezione del fuoco, si accorge che, in fin dei conti, non sono poi così diversi."

Quando si nasce già condannati ad una vita prestabilita, si vive con un senso di incompletezza latente. In quell'universo tra tanti, viveva una giovane donna dal nome singolare: Esattezza. In un mondo popolato da virtù e vizi, il suo ruolo le era stato attribuito ancor prima della nascita. Esattezza avrebbe dovuto esser perfetta, eternamente splendida, completa. Ad Esattezza non sarebbero mai stati concessi dubbi o perplessità, ella avrebbe dovuto essere impeccabile e precisa, impossibile da mettere in discussione. Ad Esattezza erano concesse tutte le ricchezze dell'universo: i gioielli erano uno dei beni più preziosi e, ad Esattezza, era stato donato un cristallo dalla forma perfettamente esagonale dal quale era impossibile distogliere lo sguardo, emblema della perfezione.

Seppur un progetto come quello della sua vita sembrasse totalmente ineluttabile, seppur le sue sembianze rispecchiassero perfettamente il prototipo di "tutto ciò che esisteva di più preciso e definito al mondo", per Esattezza vivere in quel modo, costretta a non poter mai compiere un passo che fuoriuscisse dal cammino deciso per lei, era diventata un'oppressione costante.

I vizi si contrapponevano alle virtù e, indubbiamente, erano più seducenti e provocatori rispetto al continuo venerare inesorabile delle regole. E come la mela sedusse Eva nonostante gli avvertimenti dei Creatore, il Fuoco, mutevole e incostante, girava e rigirava tenacemente intorno ad Esattezza. Evidenti erano gli sforzi quotidiani della giovane nel non cedere alla tentazione, ella si rifugiava nella sua immaginazione, dove non esistevano confini. In essa, difatti, ella correva spensierata con quel fuoco che sembrava lentamente iniziare ad ardere nel suo petto.

Un giorno, Esattezza non riuscì più a cedere alla tentazione del Fuoco e lo lasciò avvicinarsi a lei, consapevole di star trasgredendo le regole che la sua vita le aveva da sempre imposto. Illimitato, caldo, scoppiettante, il Fuoco non sembrava poi così minaccioso come le era stato sempre descritto. Era bello da guardare, bello da avvicinare e per niente spaventoso o pericoloso.

« Dovresti lasciarti andare all'ignoto, evadere dagli schemi in cui sei costretta a vivere. L'inesattezza non è qualcosa di sbagliato. L'incerto e l'indefinito non sono tuoi nemici. Percepisci il mio calore, lasciati travolgere, sforzati nel cercare una parte di te che non hai mai conosciuto. »

Lasciatasi, quindi, andare al suo istinto, quell'istinto che mai aveva prevalso sui suoi comportamenti, Esattezza riuscì finalmente a liberarsi dalle molteplici costrizioni alle quali era stata sottomessa da sempre: il Fuoco le si avvicinò, sembrava quasi aver familiarità con lei. Per qualche attimo ella si sentì costretta ad esitare, ma quando la vicinanza ormai sembra essersi azzerata, il Fuoco si fuse perfettamente con lei. L'abito di piume ch'ella aveva da sempre indossato sembrava prender vita, colorandosi di un rosso intenso, animato dalle fiamme scoppiettanti di un inesatto, ma certamente piacevole, contatto.

« Esattezza è il mio nome, ma non sarò più costretta all'ignoto. Rischiare è stata la scelta migliore che potessi fare se mi permetterà di scoprire cose della vita che, altrimenti, non avrei mai conosciuto. »

Sei lezioni - Italo CalvinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora