MOLTEPLICITA'.

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"Nella molteplicità delle cose, possiamo trovare la vera essenza della nostra anima."

Quante volte, a scuola, durante i compiti in classe, la maestra ci dice di "non andare fuori tema"? Quante volte ci domandiamo se siamo nati per fare qualcosa di specifico o se la nostra esistenza non ha un unico obiettivo? Le sfumature compongono il cielo, il mare, la terra, persino l'aria, che può esser calda o fredda a seconda delle stagioni.

L'Uomo in questione sembra esser combattuto da una vita fatta di indecisioni, da troppe possibilità inconcludenti che sembrano non condurlo ad una meta ben precisa. Mille diramazioni si aprono dinanzi la sua strada, mille versioni di se stesso si possono notare quand'egli si guarda allo specchio.

« Chi sono io? Sono nato per fare cosa? »

Si domanda spesso quale sia la sua missione su questa terra, se debba essere un medico, un giocoliere, un astronauta o un avventuriero, eppure non riesce mai a trovare una risposta alle sue mille domande. Quando guarda il suo riflesso, non riesce a trovar soddisfazione in ciò che vede: vede un uomo tormentato dai dubbi, che sembra quasi sentirsi in colpa per le sue mille vocazioni, tutti i talenti ch'egli ha, ma che non lo spingono mai a fare quel passo in più, a scegliere chi voler essere nella vita.

Si sente ingiusto, perché la paura sovrasta il coraggio ch'egli cerca per adattarsi ai regimi del mondo in cui vive. Tutto ciò che ci circonda è fatto di regole, tutti quanti hanno, devono, avere un posto nella società e solamente chi non ne ha uno, è visto come una cosa fuori dal comune.

La società gli impone di trovarsi un ruolo quanto prima, egli è già in ritardo e non riesce a scegliere tra i mille mestieri che vorrebbe intraprendere. Se pensa di poter fare l'astronauta, immagina la Terra, le Stelle, i pianeti, circondarlo mentre fluttua nello spazio, immagina di viaggiare in lungo e in largo, senza gravità, di toccare margini e vedere cose che in pochi potrebbero vedere mai. Se immagina di diventare un medico, è convinto che salverebbe molte vite: c'è sempre bisogno di qualcuno pronto a sacrificare se stesso per fare del bene e, seppur quello sia un mestiere decisamente impegnativo, ciò che potrebbe fare sarebbe sicuramente nobile. E poi immagina che fare il giocoliere lo aiuterebbe ad essere in contatto con i bambini, quei bambini ch'egli non ha avuto per via della sua altalenante vita privata, incapace di scegliere per se stesso anche in quell'ambito. Se potesse, farebbe l'addestratore, il pittore, l'insegnante o il trapezista, amerebbe viaggiare e scrivere delle sue avventure in molti libri, desidererebbe laurearsi in ingegneria e progettare qualche macchinario in grado di leggere nel pensiero. Eppure, nonostante tutti questi sogni, egli è costretto a scegliere un'unica cosa.

Incapace, di giorno in giorno, di riflettere sul da farsi, egli ragiona su quanto sia ingiusto dover scegliere un'ambizione e reprimere tutte le altre.

« Io vorrei essere uno, nessuno e centomila, proprio come dice Pirandello! Voglio essere bianco e nero, voglio essere acqua e fuoco. Perché sono costretto a diventare uno e basta? La mia molteplicità non è un limite, sono un divergente non per scelta, ma sono un insieme di vite, di pensieri, di idee, che non voglio reprimere! » 

Sei lezioni - Italo CalvinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora