Capitolo uno: Kaya Stonem

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Nessuno può capire quanto sia esilarante la mia vita, finché non la si vive. Sono un mistero, vivo freneticamente, alla giornata, a scrocco delle mie avventure.
Mi presento: mi chiamo Kaya Stonem, ho vent'anni e sono una modella Canadese, vivo in un appartamento lussuoso, pieno di finestre e balconi con una terrazza, accanto a casa di mia sorella Margot, la mia fotocopia, semplicemente coi capelli marroni e di qualche anno più grande.

La mia vita è tutta una corsa, un contendersi tra macchine fotografiche, pubblicità, discoteche e locali esclusivi. Sono viziata, mi concedo ogni sfizio, che sia un vestito o un uomo. Non c'è un solo fotografo che non mi voglia, non c'è un solo rullino che non mi voglia imprigionare e non c'è essere umano che sappia resistermi.
Sono un eterna femminista, credo che le donne possano cambiare il mondo. E ne sono la prova.
Ho saputo rialzarmi.
E non sono più caduta.

Mi svegliai che era molto presto, non avevo sentito indubbiamente la sveglia. Che bello il Canada, e dal mio appartamento si vedeva benissimo, quasi come si vedeva Londra dal London Eye. Vivevo nell'attico di un meraviglioso grattacielo che si avvicinava a toccare Dio.
Aprii il frigo, ma non trovai nulla se non della tequila, e non era l'ideale per cominciare la giornata.
Sentii bussare alla porta, era il mio manager: alto, muscoloso quanto basta, rigoroso e diligente, dai capelli marroni tirati indietro e a destra col gel e uno sguardo amichevole. Nicolas Gray, era il suo nome, noto per la "Gray States", un programma televisivo che andava in onda alle otto del mattino finanziato da lui. Mi scoprì all'età di diciassette anni, quando partecipai a un concorso studentesco per una borsa di studio. Mi assicurò che avrebbe investito sul mio futuro, e così è stato. Non lo tratto come il mio manager, piuttosto come un padre, e lui mi tratta come il "figliuol prodigo", e la sua gallina dalle uova d'oro.
«Buongiorno, Kaya.» mi sorrise aprendo la porta e facendosi strada tra il disordine del mio appartamento. Aprì anche lui il frigo, e rimase spiacevolmente sorpreso, proprio come me.
«Ordino qualcosa allo Starbucks?»
«No, tranquillo, ci passo tra poco.» sospirai vagando a vuoto per la casa, come un cucciolo che non trova la madre. Stavo cercando dei vestiti decenti. Che non fossero stropicciati.
«Kaya, non sarebbe ora che tu ristabilissi l'ordine qui dentro?» mi sfilai il pantalone del pigiama e misi un jeans
«Mi passi la maglietta, quella nera?» Nicolas mi lanciò la maglietta e la infilai con un chiodo di pelle nero.
«Ci vediamo verso le otto, Nicolas.»
«Kaya, spero tu ti ricordi del tuo appuntamento di domani mattina.»
«Perché pensare a domani, siamo ancora ad oggi!» esclamai mentre cercavo le chiavi. Nicolas le teneva strette tra le dita.
«Dove vai, Kaya?» arricciai le labbra
«Devo andare allo Starbucks e poi a lavoro.» cercai di afferrare - in vano - le chiavi
«Devi essere qui per le sei, e dobbiamo preparare i tuoi bagagli per la partenza di domani. Va in agenzia, e torna presto.» mi diede le chiavi e uscii, sfrecciando con la mia Jeep.
Mi trovai un messaggio di Connor Meed, il mio curatore d'immagine, che mi diceva di vederci tra mezz'ora alla Fox, l'azienda di cui parlava Nicolas.

Era esattamente a due isolati, e un semaforo dopo casa mia. Parcheggiai la mia auto nera lucida come non mai e entrai, salutando Philip, il portiere.
«Buongiorno signorina Kaya, la aspettano al terzo piano.» mi informò Philip. Presi l'ascensore e salii con assoluta calma. Continuavo a guardare nello specchio un volto giovane e già consumato dai mass media. Era quello ciò che volevo? Be', quello era ciò che avevo. L'ascensore si aprì, e mi voltai di soprassalto. Connor stava parlando animatamente a telefono, ma sorrise e staccò la telefonata appena mi vide. Era un uomo sulla trentina, alto, capelli biondi e delle strane sopracciglia. Mi fece sedere su una sedia di pelle, e mi inchiodò con lo sguardo.
«Bene, Kaya, se ti ho convocato con tale urgenza è perché dobbiamo concordare gli ultimi dettagli prima della tua partenza.» ero attenta e scrupolosa nell'ascoltare i dettagli più minimi
«Firmando il contratto con la rivista "Top Model", hai firmato un contratto di tre mesi, idoneo, che ti vedrà protagonista di primavera-estate e estate-autunno degli stilisti incaricati. Abbandonerai la tua casa per trasferirti a New York, e con te verrà anche Nicolas.» lo interruppi
«Vorrei portare con me la Jeep, sarebbe utile avere una macchina così nella grande mela.» Connor sospirò silenziosamente e annuì pascente.
«La casa per i prossimi tre mesi a chi la affiderai?» gli porsi una fotografia
«A Margot Stonem, mia sorella.» feci scivolare i suoi documenti e i miei. Connor, dopo un attenta analisi, mi diede il lasciapassare, e mi fece andar via.
Appena entrata in macchina, feci un salto all'internet caffè.
Cominciai a navigare su internet, e scoprii che i paparazzi già sapevano della mia partenza. L'articolo più letto era di una rivista chiamata Gossip.com, molto somigliante a Gossip Girl.
"I volti giovanili, frutto di anni di ricerca dei talent scout sono i padroni dei telegiornali locali e non, all'ordine del giorno una modella ventenne contesa da fotografi di tutto il mondo, Kaya Stonem. La mia vita è un avventura continua, afferma la ragazza. Si sostiene che le sia stata rubata l'adolescenza, ma la disinvoltura con la quale posa è nota a tutti e inoltre si fa volere bene dai suoi fans, affermano loro stessi. Time Square parla di lei come una musa ispiratrice e la inserisce nella top ten delle modelle Americane più versatili, e il New York Times annuncia una sua intervista, dopo il suo arrivo a New York, dove la ragazza poserà per "Top Model", una celebre rivista di moda, dopo un travagliato accordo stipulato con la Fox, la sua casa d'immagine."

Top Model | Harry Styles (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora