Capitolo 7.

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Il profumo dei gustosi marshmallows contaminava l’aria circostante. Si poteva cogliere la tipica atmosfera che solo una fabbrica di caramelle avrebbe reso. La tipica sensazione che ti faceva sentire a casa, al sicuro da ogni problema o pensiero negativo.
Quell’odore era soprattutto gioia per il palato, paradiso per lo stomaco e un momento felice che i sopravvissuti dell’Area Protetta stavano creando tra loro, dopo essersi svuotati dal peso che ognuno aveva portato dentro.

Un peso non tanto pesante per quanto riguardava la situazione dei genitori di Taylor Vennins, ma insopportabile per le perdite che i ragazzi avevano dovuto comprendere, senza mollare la speranza di vivere un giorno migliore.
Non era poi così male, assaporare con il naso quel dolce profumo.

L’idea era venuta a Taylor stessa. Il suo intento era quello di far dimenticare in parte ciò che si erano detti, affinché Elan non si sarebbe dovuta sentire in colpa per non aver condiviso la propria vicenda, accaduta nell’attimo in cui gli infetti avevano raggiunto Sacramento.

Rigirò il lungo rametto che teneva tra le dita, osservando il marshmallow che aveva infilato sulla punta abbrustolirsi pian piano, solleticato dalle fiamme del falò.

Alla sua sinistra vide quello di Andrea cuocersi più velocemente: lo aveva letteralmente messo nel cuore del fuoco.
Al suo fianco Charlie lo stava facendo molleggiare, probabilmente trovandolo come un gioco divertente.
Ancora dopo, Jeff lo teneva perfettamente in alto, seguendo sicuramente una delle regole che aveva appreso da semplice recluta di Bakersfield.
Spostando lo sguardo più a destra, Taylor vide Elan ritirare il suo, soffiarci sopra e morderlo sulla cima.

La guardò masticarlo lentamente, con gli occhi che fissavano un punto impreciso e Taylor seppe con certezza che in realtà non stavano vedendo nulla, partiti per chissà quale nuovo pensiero.

« Come faccio a sapere quando sarà cotto? » chiese al gruppo, riportando lo sguardo sul suo che aveva assunto un lieve colorito giallognolo, come per rompere il ghiaccio.

« Lo sanno persino i sassi, Miss Horse » mormorò il biondo, torcendo la bocca in una smorfia esausta.

« Nemmeno io lo so, sinceramente… non sono mai andato in campeggio » confessò Charlie, imbarazzato.

“Questo mi conforta”, pensò Taylor, sistemando una gamba sopra l’altra.

« Appena vedi formarsi delle macchioline nere, Vennins. Naturalmente, non siamo tutti uguali: c’è chi lo preferisce bruciacchiato e chi no » le spiegò pazientemente Jeff.

Taylor annuì. Tirò indietro il rametto e controllò il marshmallow, decidendo al contempo se avesse dovuto farlo arrostire o se lasciarlo così com’era.

Tuttavia, un basso ringhio le fece venire la pelle d’oca.

« Avete sentito? » chiese Jeff, guardandosi attorno.

« Anche noi sappiamo usare le orecchie » commentò acido Andrea, alzando la testa oltre quella di Taylor per vedere alle sue spalle.

Taylor, ignorando il suo pomo d’Adamo, si volse nella sua stessa direzione.

« Non sapevo che qui ci fossero degli animali » disse Elan a Jeff, turbata.

« Non ci sono, infatti » rispose lui, altrettanto preoccupato.

Nessun’altro fiatò. Taylor tese le orecchie, pronta a percepire il più piccolo dei versi.
Nulla. Solo il fruscio che il soffio del vento provocò sulle foglie di alcuni alberi vicini.

« E se ce lo fossimo immaginato? » azzardò Charlie, qualche secondo dopo, staccando il marshmallow e esaminandolo con occhio critico.

Lo avrebbe mangiato? Conoscendolo, Taylor era sicura che se non gli fosse piaciuto al primo morso, lo avrebbe sputato di fronte a tutti senza tanti drammi.

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