Capitolo 19.

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8 settembre 2015.

Sei clarinetti, quattro flauti traverso, quattro trombe, due tromboni, una tuba e due percussioni riempivano l’aria della loro musica. 

Le note degli strumenti a fiato si incastravano alla perfezione le una con le altre, danzando sinuose lungo la vasta piazza principale di Washington. Invitavano i passanti ad avvicinarsi, come un incantatore ammaliava il serpente, così da poter essere udite da quante più orecchie possibili.

I raggi nuovi del sole risplendevano su quelle semplici creazioni divine, conquistando all’istante persino l’attenzione delle persone affaccendate che, pur di restare a sentire, arrivarono a sospendere le loro attività quotidiane.

Gli artisti che suonavano armoniosamente quel motivo di benvenuto, sfoggiavano una divisa blu dal berretto rosso e calzavano dei stivaletti neri.

Quella banda musicale era compatta proprio come una squadra, proprio come erano i sopravvissuti dell’Area Protetta.

I ragazzi si trovavano al centro della piazza, vestiti con un capo militare verde prato.

Alla destra di Taylor, Charlie cercava di ignorare gli sguardi incuriositi della folla puntati su di lui. Alla sua sinistra, Andrea fissava con circospezione un uomo dall’aria importante, che gli restituiva lo sguardo, le braccia incrociate dietro la schiena.
Subito dopo Andrea, Jeff stava composto, la fronte corrucciata dalla serietà.

La scritta “Cerimonia di Premiazione” risaltava sul tessuto del lungo striscione che sventolava sopra le loro teste.

Il suono grave della tuba trascinò Taylor nei suoi pensieri. La strapparono dal suolo di Washington e la catapultarono sulla terra secca della parte Nord Est di Palm Springs, riportandola indietro di una settimana.

« Alle tue spalle! » aveva urlato Charlie.

Il fiato pesante, la ragazza si era voltata e aveva colpito un morto vivente con il piede di porco, centrandogli la testa.

“Non ho mai ucciso così tanti zombie”, aveva pensato estraendo l’arma dal cranio di quello.

Davanti a lei, Andrea aveva tirato un calcio al corpo che aveva decapitato. 
Taylor ricordò il polverone che aveva sollevato, toccando il terreno.

Poi le aveva sorriso. « Vedo che stai imparando! ». 

Passandosi una mano sulla fronte impregnata di sudore, Taylor gli si era avvicinata.

« Secondo te hanno accettato? » gli aveva chiesto, alludendo alla torre radio che si ergeva a pochi passi da loro, dove Jeff stava facendo il suo dovere.

Andrea, incerto in volto, le aveva sollevato il mento per guardarla negli occhi. « Nel caso non dovessimo farcela, sappi che-». 

« Basta smancerie, voi due! » lo aveva interrotto Charlie. Si era appoggiato sulla sua canna di bambù per riprendere fiato. Poi aveva continuato: « Invece, potreste spiegarmi perché stiamo uccidendo gli zombie? È inutile che si avvicinano tanto, ormai siamo immuni! ». 

« Noi sì, ma i soldati che dovranno salvarci no ».

« Tu pensa solo a bloccare il loro cuore con il teaser » aveva aggiunto Andrea. « Dobbiamo sgombrare l’area ».

Taylor sorrise nel ricordare come Charlie aveva sbuffato a quelle parole.

« Tornando a noi » Andrea l’aveva richiamata a sé. « Ci resta poca benzina nel serbatoio della Jeep. Quindi, o moriamo qui o moriamo qui, a te la scelta ». 

« In ogni caso, moriremo insieme » gli aveva fatto notare Taylor, ridacchiando.

« E qui sorge un dilemma bello grosso ».

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