Questa è una storia di cieca violenza. L'espressione primitiva dell'essere umano nel distruggere. Scherzi a parte, vi sto raccontare una delle vette raggiunte dal disagio umano. Ma andiamo in ordine.
Vi ho già raccontato della mia fantastica libreria/mobile per piatti nella prima parte. Dopo un paio di mesi ricevo una telefonata dalla signora Lory, la proprietaria di casa. "Jonny, ho recuperato una libreria, oggi te la porto" mi dice. "Salve, signora, buongiorno, va bene, grazie mille" le rispondo. Nel pomeriggio arriva Gabry che mi lascia la libreria e va via. Ovviamente il vecchio mobile del mistero rimane in camera. Ok, camera mia è grande, ma non è che mi piaccia riempirla di oggetti a casaccio.
Nel corso dei due mesi successivi ho più volte sentito la padrona di casa per liberarmi di questo pezzo ingombrante. Ho evitato di essere troppo petulante per evitare di incrinare il buon rapporto che c'è sempre stato tra noi. Quindi mi ero rassegnato di avere questo sgradevole mobilio in camera. Un giorno la tapparella di una finestra non si alza più, rimane bloccata. Mi arrampico per tentare di sistemarla, rischiando più volte di cadere in stile Fantozzi, ma nulla da fare. Chiamo la signora Lory, che immediatamente sente Gabry.
Il giorno dopo, ovviamente un sabato, mi arriva una telefonata. Si tratta di Gabry. Ancora una volta avvisare le persone non è più di moda. "Jonny, sei a casa? Tra 5 minuti arrivo per la tapparela" dice al telefono. Io rassegnato rispondo "Ok, ti aspetto". Suona al citofono, scendo e gli apro. "Ciao, Gabry" lo saluto. "Ciao, Jonny" mi ricambia e ci stringiamo la mano come ogni volta che ci vediamo. Entriamo in appartamento.
Lo accompagno dove si trova la tapparella danneggiata. "Guarda, abbiamo abbassato la tapparella, tappando anche i buchi. Quando abbiamo provato ad alzarla col nastro, è rimasta lì bloccata". Immediatamente Gabry tesse le lodi di Nostro Signore Gesù Cristo. "So cosa c'è da fare qua" afferma. Non so da quale cassetta degli attrezzi, ma tira fuori un robusto piede di porco. E con la delicatezza di di un bazooka armeggia con la tapparella, che deve cedere alla furia dell'est. "Jonny, ho fatto" dice trionfante. "Molto bene" rispondo. "Ma perché non dirgli dello scolapiatti?" penso tra me e me. Quindi lo accompagno in camera mia e gli spiego la questione. Grave errore. Grave, gravissimo errore.
"Guarda, Gabry, il mobile è questo. Puoi portarlo via" domando gentilmente. Lui lo apre, lo guarda sia davanti che dietro ed esclama "Questo mobile fa schifo, è da buttare". "Lo so, ma è della padrona" sospiro. "Me la vedo io con la padrona" ribatte. E parte la follia. Prende a calci e pugni il povero scolapiatti come se gli avesse rubato la moglie. BAM! BOOM! CRASH! Rumori da fumetto americano. Il massacro dura cinque minuti buoni e produce viti, pezzi di metallo e legno sul pavimento. "Ora vado via, pulisci tu" afferma come se non fosse successo nulla. Boh, resto esterrefatto. Praticamente ha spaccato il mobile e mi ha lasciato i pezzi in camera. I morti della droga, come ama dire mio padre.
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Teo Party
HumorUna serie di storie realmente surreali che ruotano attorno a un appartamento in affitto in una città del nord Italia. Protagonisti il fuorisede terrone, la padrona svampita, il tuttofare dell'est Europa loschissimo. E tanto tanto disagio.