Capitolo 20 - Incidenti

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"Allora, Amir, vediamo se hai fatto la pipì".

Eleonora solleva il bambino dal vasino in cui è seduto da almeno dieci minuti. È da un paio di settimane che stanno provando a fare il grande passo, almeno per la pipì, ma Amir al momento non sembra molto intenzionato a collaborare, il vasino infatti è perfettamente asciutto. Eleonora sospira e rimette su il pannolino al bambino. Sta usando quelli che si abbassano come una mutandina, in modo che l'operazione sia più agevole.

"Dovresti lasciarlo senza panno, con Niccolò facevamo così".

"Eh, ma magari eravate al mare, Giu'".

"No, anche a casa".

"Mah, secondo me è ancora troppo presto, magari appena riesce almeno ad avvisarci un attimo prima, anziché a cose fatte".

Finito di infilare bene la magliettina di Amir nei pantaloni perché non si scopra il pancino, Eleonora lo lascia andare a giocare.

"Senti, devi stare a casa? Io avrei un po' di commissioni da fare, te lo posso lasciare Amir?"

"Vai, vai, sono a casa".

"Se hai riunioni on line o non so cos'altro lo porto con me".

"No, oggi non ho rotture di coglioni".

Eleonora scoppia a ridere. "Bene, se questo è il mood con il quale ti appresti a riformare la politica italiana..."

Il cuscino del divano lanciato dal Presidente viene prontamente schivato dalla moglie, che chiude la porta di casa ridendo. 


Giuseppe prende un po' di documenti e il suo portatile dallo studio e porta tutto in soggiorno dove Amir gioca con le costruzioni, tutto concentrato. Ha anche una gru, e la ruspa che aveva comprato con il padre il giorno del piccolo incidente all'asilo, ed è tutto un ingegnarsi sul come sollevare e trasportare i vari mattoncini, con esiti non sempre adeguati alle aspettative.

Il padre si avvicina al bambino e, certo della sua pregressa esperienza, gli toglie il pannolino lasciandolo con i pantaloncini, ma senza niente sotto.

"Amir, guarda papà. Quando devi fare la pipì me lo dici che andiamo in bagno a farla nel vasino come i grandi?"

"Sì", risponde il bambino, con la s che ancora è più una t, mentre guarda il papà col suo sorrisetto da marachella.

"Sicuro? Me lo prometti?"

"Sì", è la risposta conclusiva di Amir che si rituffa nel gioco. Giuseppe risveglia il portatile dallo stand by e si immerge invece nel nuovo statuto del Movimento.

"Papà, guarda! Bum!" Dopo qualche minuto, Amir attira l'attenzione del padre sul momento in cui fa cadere i mattoncini dalla benna della ruspa, tutto contento della piccola catastrofe che ha provocato.

"Uh, mamma mia, guarda cos'è successo, è crollato tutto! E adesso cosa facciamo, facciamo un'altra casa?"

Giuseppe abbandona le sue carte e si siede sul pavimento, vicino al figlio, iniziando a impilare i mattoncini. Tira su una torre, alta e stretta.

"Guarda, Amir, una torre. Guarda cosa facciamo adesso". Giuseppe prende la gru e con il gancio di carico dà un colpo alla torre che crolla in un fragore di mattoncini. L'operazione scatena la gioia di Amir che la esprime con una risata cristallina e irrefrenabile.

"Ancora!"

Giuseppe ricostruisce la torre per poi avviare l'opera di distruzione, ancora e ancora, e ogni volta lo scroscio di risa di Amir accompagna l'operazione, finché una macchia brunastra non attira l'attenzione del papà.

"No, no, no, Amir, no. Fammi vedere. Hai fatto la pipì?"

"Sì".

"Ma amore mio, ti ho detto che me lo dovevi dire!"

"Anche cacca!"

Amir ride felice, e Giuseppe sbianca. "Ma come anche cacca?"

"Cacca!", ripete allegro Amir mentre il padre lo prende in braccio e si affretta a portarlo in bagno per cambiarlo.

"Ma cazzo, Amir, e adesso chi la sente tua mamma?"

"Casso!"

"No, Amir per carità, ci manca solo che impari anche a dire cazzo..."

"Casso!"

"Shhh... zitto! Ma senti che puzza! Amir, l'abbiamo fatta grossa, stavolta la mamma ci uccide".

È più un pensiero a voce alta che altro il suo, immaginando il disappunto di Eleonora nel vedere la macchia sul cuscino, e il disastro combinato con i vestitini che dovrà provare a pulire prima che lei torni.

"Dov'è mamma?"

"Adesso torna gioia mia, adesso torna e ci sgrida tutti e due".

Con una smorfia di disgusto Giuseppe sfila via gli abiti imbrattati e fa sedere Amir direttamente sul wc, tenendolo saldamente sotto le ascelle.

"Dai tesoro, finisci, così poi ti rimetto il panno". Rimangono un minuto ad aspettare che qualcosa esca ancora, invano, dopodiché Giuseppe lo pulisce, gli rimette il panno e un paio di pantaloncini puliti e lo rispedisce a giocare. Lui invece apre la finestra e ammassa gli abiti in un angolo, poi si munisce di smacchiatore e spugne e si accinge a cercare di eliminare il segno del misfatto. Pensa che sia meglio partire dal soggiorno, che è di sicuro il posto che Eleonora vedrà per primo, alla schifezza ammucchiata in bagno penserà dopo.

È davanti al cuscino, perplesso, quando Eleonora rientra a casa.

"Ehi, ciao!"

"Ciao".

Eleonora poggia le sue cose all'ingresso, poi va verso la cucina per sistemare un po'di spesa e nota gli strani movimenti in soggiorno.

"Che fai Giu'?"

"No, niente".

"Ma no, scusa, fammi vedere. Si è sporcato il cuscino, hai rovesciato qualcosa?"

"Non esattamente". Giuseppe porge alla moglie il corpo del reato.

Eleonora vede la macchia, capisce istantaneamente di cosa si tratta ma avvicina il naso al cuscino per avere certezza.

"Ma come ha fatto? Aveva il panno".

Giuseppe rimane in silenzio.

"Giuseppe".

Silenzio.

"Gli hai tolto il panno". Si guardano. Giuseppe ha lo sguardo colpevole e Eleonora deve trattenersi per non ridere.

"Dai a me che faccio io che questo non va bene che contiene candeggina". Solleva gli occhi al cielo e toglie la fodera dal cuscino per verificare il danno all'interno, che per fortuna è stato appena "toccato". "Questa la metto subito a bagno e per l'imbottitura basta appena sapone di Marsiglia".

"Scusa".

"Ma dai, ma di che ti scusi. Ne dovremo raccogliere un bel po' di pipì – e non solo – mi sa. Probabilmente Niccolò è stato tra quei bambini che hanno imparato subito, non sono tutti così, ma ancora non mi preoccupo, vedremo cosa succederà".

Eleonora si solleva appena sulla punta dei piedi per baciare il marito sulle labbra, si avvia per queste pulizie ma poi torna indietro per un altro bacio.

Giuseppe sorride.

"Dai che porto questo in bagno e prendo lo smacchiatore giusto".

Giuseppe sbarra gli occhi.

"In bagno? No, no, Eleonora aspetta..."


***

E di nuovo mi corre l'obbligo di ringraziare MmMonic per il suo prezioso intervento come consulente di incidenti domestici ;-)

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