Come mi sentivo piccola d'innanzi a quelle urla, a quelle porte sbattute.
Come mi sentivo impotente davanti a tutto quello che succedeva.
Vivevo nel buio, ma dov'era la mia luce?
Dov'era quella cosa che anche solo per un secondo poteva strapparmi un sorriso?
Ecco, non c'era mai stata.
"Quello che non hai mai avuto non ti manca."
Ma a me mancava mio fratello, mancava la felicità.
Qualcosa che non sapevo cosa fosse, ma di cui avevo terribilmente bisogno.
Ero gracile, priva di energie... mangiavo poco perché la tristezza mi toglieva l'appetito.
Ma nessuno si preoccupava per me, nessuno di me si interessava.
Perché io non ero Sissi, ero la figlia così, la figlia che la si aveva solo per il gusto di avere un figlio, perché quello precedente lo si aveva perso per sempre.
Ma come ero io, quel fatidico figlio poteva essere chiunque.
Solo papà forse credeva in me, perché per lui ero speciale, come me non ce n'erano.
Mentre la mamma usciva e andava chissà dove, lui stava a casa con me a farmi la spremuta di mandarancio e a riprodurre dei disegni di fate che trovavamo sul tablet.
In ogni cielo nero vi è una stella, che potrà illuminare quanto vuole, ma noi vedremmo sempre e soltanto il buio.
Perché ormai si ragiona guardando il negativo delle cose, il pianto nel sorriso.
Magari la mia vita da bimba fosse stata composta da dolci spremute e disegni, ma se lo fosse stata probabilmente non sarei riuscita ad apprezzarla davvero.
Perché le cose si apprezzano a piccole dosi, senza fretta ma senza tregua.
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La piccola Sissi
General FictionCosa significa essere felici, essere vivi? Cosa si può provare sorridendo dopo aver pianto? Il cuore di Sissi ne ha viste tante, si è spezzato più volte ma ogni volta è tornato più forte di prima. Liti in famiglia e difficoltà personali: da bambini...