Reaper era seduto ad un tavolo in un vecchio locale di New Orleans, in Boubon Street. Le tracce di Dike li avevano portati lì. Era solo, Jack lo aspettava fuori. Non c'era stato verso di convincerlo ad entrare.
Fece segno al cameriere di portargli una birra mentre il pianista entrava nel vivo dell'assolo. Volava su I Got Rhythm con il pilota automatico e tanti tricks mandati a memoria. Stava terminando per lasciare la scena al batterista che prendeva un momento da solista. Dopo una raffica al rullante, prese a martellare i tam. Il crescendo dei colpi sulle pelli eccitò il pubblico, qualcuno fece un fischio. Reaper sorseggiò apparentemente tranquillo la sua birra. Dodici battute per scaldarsi. E mentre il tema finiva, il sax alto lo accarezzò e iniziò lentamente a costruire la storia.
Gli occhi grigi sembravano vacui, ma tutti i sensi erano all'erta e puntavano una coppia al bancone del bar. Lei scuoteva i lunghi capelli neri in modo frivolo. Dove avesse imparato a flirtare in quel modo era un mistero. Non sembrava più lei. Stesso naso dritto, zigomi alti, labbra piene, occhi grandi, scuri e senza luce, ma aveva perso tutta l'austerità, che l'aveva sempre caratterizzata, dietro quel sorriso civettuolo e falso. O forse, non era poi tanto falso. Quando uccidevi un altro Arcano si assorbiva non solo il suo potere, ma anche qualcosa del suo carattere. Ed in quell'atteggiamento rivedeva Vivienne e, soprattutto, il modo in cui il suo potere si manifestava. Aspetta. Tenta. Uccidi.
" Toccala, ma pagherai un prezzo " -, sibilò tra i denti.
La coppia si alzò. L'uomo, dall'aspetto giovanile ed ancora piacente, le fece strada verso l'uscita sul retro. Aspettò che i due fossero di schiena, poi si alzò e li seguì. Sbucò in un viottolo buio ed umido. Erano a pochi passi da lui, celati da una serie di vecchie cassette di legno impilate l'una sull'altra. Sentiva le risatine nervose di lei e la voce bassa dell'uomo. La curiosità ebbe la meglio e, stando attento a non fare rumore, si avvicinò di più.
L'uomo incombeva sulla piccola figura di donna, che cercava di svincolarsi dalle sue braccia. Ora lei non rideva più.
" È stato fin troppo facile, quasi deludente... Una bella ragazza come te, con quest' handicap ", disse indicando con la mano i suoi occhi, " non dovrebbe girare da sola, di notte, per locali. Ci sono tanti brutti ceffi in giro. Sento la tua paura e mi eccita..."
Lei cercò di indietreggiare, ma era con le spalle al muro e l'uomo riuscì ad imprigionarla definitivamente, premendo il corpo muscoloso contro il suo. Allora lei smise di respingerlo e gli posò la mano destra sul petto, all'altezza del cuore.
L' uomo sbarrò gli occhi, che diventarono vitrei, mentre guardava la piccola mano affondare nel petto. Sul palmo della sinistra di lei apparve una piuma, che iniziò a librarsi sempre più in alto.
" Il tuo cuore pesa troppo. Quante ne hai stuprate e uccise? "
Gli tolse la mano insanguinata dal petto, mentre l'uomo provava a gridare, ma scoprì di essere muto. Gliela mise sul volto, sporcandolo con il suo stesso sangue. Poi estrasse da dietro la cintola dei pantaloni neri, che indossava, una piccola lama, che si allungò fino a diventare una vera e propria spada.
" Ex aequo et bono ", esclamò un attimo prima di decapitarlo.
Pulì sui pantaloni la lama insanguinata che, ritornata alle dimensioni originarie, infilò nella tasca posteriore.
Un singolo battimano la fece trasalire. Scosse la testa per cercare di capire il punto esatto da cui proveniva quel rumore.
" Hai fatto un ottimo lavoro, " esclamò Reaper, beffardo, " d'altronde sei il miglior boia in circolazione."
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Contest Di Scrittura degli Opposti.
RandomUn personaggio che non si allontana da casa sua incontra un viaggiatore.