Capitolo IV: In Piazza - Rothel

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All'esterno, la modesta abitazione dei fratelli ha un giardino non molto ampio, circondato da una staccionata azzurrina.

Essa è molto simile ad altre case messe una di fianco all'altra lungo una delle cinque strade del villaggio Arenaqua. Le strade recano su ambo i lati anche diversi negozietti e attività di famiglia, e tutte convergono verso la Piazza Centrale.

La Piazza è il luogo in cui ogni giorno il Mercato del villaggio offre un grande assortimento di beni diversi dal pesce di Feis, soprattutto primizie e altri alimenti di importazione dagli altri Domini.

C'è sempre una gran confusione al Mercato e, essendo ormai tarda mattinata, i due fratelli non sarebbero sorpresi di non riuscire a trovare tutto ciò che serve.

«Credi che mamma si arrabbierà parecchio quando torneremo senza Radici?» chiede Rothel un po' spaventato, mentre cominciano ad incamminarsi verso la Piazza.

«Sinceramente? Sono tranquilla perché so che non se la prenderà con me, fratellino» gli risponde Neida dandogli una pacca sulla spalla.

«A parte questo, Neida, non ti sembra che in questi giorni sia più preoccupata del solito? Sono contento che ieri sera lei, come tutti noi, sia riuscita a distrarsi per via dei festeggiamenti, però ora che è tutto finito è ritornata ad avere quel tono allarmato, che ne pensi?»

«Penso che i tempi sono molto complicati» risponde la sorella «la situazione a Novafiamma e a Crateria è sempre la stessa - cioè ignota - e i Re degli altri Domini sono più intolleranti che mai nei confronti di chi è diverso».

«D'accordo, ma noi cosa c'entriamo?» controbatte Rothel un po' confuso.

«Anche io sarei preoccupata per i miei cari in una situazione del genere. In una società in cui regna la violenza credo non ci sia nemmeno un attimo in cui poter stare tranquilli, e anche se pensi di non essere la vittima direttamente, lo sei indirettamente».

Nel parlare Neida sembra quasi prendersela con Rothel, infatti egli rimane per un attimo sbigottito, poi le dice: «Guarda che io sono dalla tua parte».

«Lo so, mi dispiace» si scusa lei. «Sai quanto mi stia stretto questo villaggio e questo Dominio, probabilmente è tutta Artifisia che mi sta stretta. Non sento di appartenere a questo mondo, a maggior ragione ora che sono quasi costretta a dover scegliere come rovinarmi la vita: se da Paladino o da Guardiano».

«Vorrei ci fosse una terza alternativa» le dice Rothel accarezzandole la schiena.

«In realtà ci sarebbe: entrare a far parte dei Reggenti. Così potrei provare a cambiare qualcosa» risponde Neida.

«Beh? Non ti sembra una valida alternativa?»

«È impossibile, Rothel: solo chi ha un certo titolo ha una minima possibilità di diventare un Reggente - e chi ha certe ideologie, aggiungerei».

Poi Neida prende il fratello per un braccio e lo trattiene, fermando il loro avanzare, dicendogli con tono serio: «Sei più piccolo di me di qualche mese, Rothel. Ti voglio bene, e per questo ti consiglio di cominciare concretamente a pensare al tuo futuro, che sia qui o altrove».

Detto ciò, lascia la presa e riprende a camminare con Rothel subito al suo seguito, turbato dalle parole della sorella.

Cosa ha in mente Neida? E cosa farà lui?

Avendo un fisico atletico, ha sempre pensato che si sarebbe arruolato come Paladino, così come anche Leim. I due hanno passato tanto tempo allenandosi nel combattimento da quando sono piccoli, seguiti dal marito di Quania, Tomio, ex Paladino ormai in ritiro. Egli li aveva sempre trattati come fossero figli suoi non avendone di propri, sapendo quanto ai due giovani fosse mancata la figura di un padre.

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