1.𝓤𝓷𝓲𝓸𝓷𝓮 𝓽𝓻𝓪 𝓼𝓸𝓻𝓮𝓵𝓵𝓮.

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Essere un reale, era il sogno di molti, e l'incubo di tanti, soprattutto il mio.
Avevo solo sedici anni, e presto, sarei diventata moglie di qualche vecchio sociopatico, disposto a dire di si, sull'altare, di una qualche chiesa con il tetto alto, e le vetrate enormi e colorate, da cui penetrava la luce, solo per la mia virtù, che era più che abbondante.
Non avrei mai scoperto l'amore, nè la passione, ma nostra madre lo dice sempre:

"Noi reali, possiamo permetterci tutto, tranne i sentimenti reali."

In pratica, svolgevamo una vita sguazzando nell'oro e nella tristezza eterna.
Gli unici attimi di felicità, sono questi: restare a parlare nella mia mente, evitando per un po', il contatto diretto con la dura realtà.
L'altra via di scappatoia, è il sonno.
Sognare di poter fare tutto: avere un unicorno personale, con il quale volare via da qui, verso un posto completamente sperduto.
Vorrei solo avere con me una fattoria, e gli animali, che ho sempre considerato fedeli, non come queste ragazze, che si fingono nostre amiche, solo per la nostra sfondata ricchezza.
Evitando di sposare qualche idiota.
Guardo mia sorella Katherine, che litiga animatamente con una delle sue serve, perché le ha versato per sbaglio del the caldo sul suo vestito panna.
I raggi del sole, che penetrano dalle colorate vetrate del castello, illuminano i suoi occhi marroni, che come per magia, diventano color nocciola chiaro, e i suoi capelli lunghi e ricci.
Io e lei, fisicamente abbiamo qualche differenza: io ho gli occhi e i capelli mossi e del suo stesso colore, molti ci hanno detto che abbiamo lo stesso sorriso, che abbiamo ereditato da nostro padre.
Lei molto più "scapace" la definiscono i nostri genitori, perché ribelle, selvaggia, affamata di avventura, ed io molto più calma, sempre con la testa fra le nuvole, e gli occhi sognanti.
Abbiamo un rapporto davvero speciale, siamo l'ossigeno l'uno dell'altra.
Lei, è la mia confidente, la mia migliore amica, e anche un po' mia mamma, e lo stesso sono io per lei.
Conosciamo di entrambe le paure, i sogni, e lei desidera tanto, come me, scappare via da qui, ma con un uomo che la ami incondizionatamente, e con cui costruirsi un futuro insieme, un uomo, scelto da lei, ma entrambe, sappiamo, che questa è una cosa impossibile, perché non esiste regno, in cui non sia il padre a scegliere il marito per le  sue figlie, e a combinare il matrimonio, che queste, siano d'accordo o meno.

Kat."Mary! MARYYY!!"

Le sue urla, mi portarono alla realtà, e la guardai.
Era davanti a me, con le braccia poggiate sui fianchi, e lo sguardo severo.

Io."Che c'è?"

Kay."Hai finito di sognare, ad occhi aperti?"

Risi.

Io."Perchè?"

Si sedette di fronte a me, e afferró le mie mani, e il suo volto cambiò, dipingendosi di gioia.
Alzai un sopracciglio.

Kat."Perché dobbiamo iniziare a prepararci, questo pomeriggio, arriveranno altri candidati, e noi dobbiamo farci trovare al nostro meglio..."

Sospirai.

Io."Kat...non ci tengo tanto, lo sai...tanto che importa?! Sarà nostro padre a scegliere, o ci piace o no."

Kat."Mary.

Questo non importa, okay? Può essere che avremo fortuna, e papà sceglierà per noi, qualcuno che ci piace."

Sbuffai.

Kat."Se non ci provi, non lo saprai mai!"

"Se non ci provi, non lo saprai mai!"

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