Capitolo II - Il demone d'Occidente

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Il Buddha mi porta immediatamente nella dimensione Divina. Non parla, è sempre stato taciturno, ma questa volta posso percepire che la classica aura di calma che emana sta cominciando a cedere: è preoccupato, forse ha addirittura paura. Non è mai successo, qualsiasi cosa stia accadendo in Occidente, è talmente grave da mettere in difficoltà il Buddha stesso. Non oso pensare agli altri Kami, a questo punto.

Di solito, arrivando nella dimensione Divina, le prime a darti il benvenuto sono le volpi di Inari. Le volpi sono sacre in Giappone e sono messaggere divine. Oggi le volpi sono riunite nei branchi, stanno tremando e hanno il luccichio della paura negli occhi. L'atmosfera di calma, che di solito abbraccia quel luogo, è stata sostituita da un'inquietudine dilagante. Le varie entità che di solito abitano nella dimensione divina, quindi le varie entità demoniache, dai pericolosi Oni, alle belle e seducenti Kitsune, parlano fra loro, scuotono il capo e lanciano occhiate preoccupate alla tenuta dei Kami, il nostro obiettivo. Una Kitsune mi nota, la conosco, è la madre di un mio collega, mi saluta con un cenno del capo e un sorriso tirato. Lei fa parte delle Kitsune del Fuoco, è una guerriera temibile e gli Oni che lavorano per lei sono antichi e potenti. Non c'è un'entità che non sia preoccupata da questa situazione. Non prevedo assolutamente nulla di buono.

Non appena entriamo nella tenuta dei Kami, li troviamo seduti seiza intorno al tavolo, a bere il loro tè o il loro sakè. Perfino Jurōjin, il Kami della felicità, è serio e osserva pensieroso il liquido nella sua tazzina. Non credo sia tè, non ho mai pensato fosse tè... E nemmeno sakè in verità. Insomma, nessuno può essere sempre felice, nemmeno se sei la divinità protettrice della felicità... A meno che non correggi il tuo drink con qualcosa di particolare. Comunque, quel giorno, Jurōjin non ha corretto il suo tè con niente. È preoccupato come tutti gli altri.

Mio padre è il primo a notarmi. «Daisuke, grazie per essere venuto. Siedi con noi.»

Prima di avvicinarmi di un altro passo, mi inchino ai Kami, poi mi siedo seiza al fianco di mio padre. Una Kitsune si avvicina e mi versa il tè, prima di congedarsi con un inchino. Buddha prende anche il suo posto, ma lui si siede a gambe incrociate, le mani poggiate sulle ginocchia e gli indici che toccano i pollici formando due o, le altre dita tese ed unite. Sta cercando visibilmente di mantenere la calma, ma anche lui è preoccupato.

È Amaterasu a parlare. «Mio caro figlio di Hachiman, grazie per essere qui. La situazione è sempre più preoccupante. L'equilibrio è vicino allo spezzarsi e temo non per il bene.»

«Che cosa sta succedendo?» Noto in mezzo al tavolo il simbolo dell'equilibrio, lo yin e lo yang, di solito, quando sono in equilibrio, brillano con la stessa intensità, in questo momento lo Yin sta pulsando. «Di quale entità stiamo parlando?»

«Di un'entità a cui avremo dovuto tagliare la testa il secondo in cui è nata.» Ringhia Hachiman al mio fianco. «Lo sapevamo che sarebbe finita così.»

«Hachiman.» Lo richiama Amaterasu. «Per favore, non è mai stato un pericolo fino ad oggi.»

Mio padre chiaramente non è d'accordo. «Oh, certo, non era un pericolo! Ha solamente prosciugato di tutte le loro energie i Pantheon politeisti Occidentali e poi è venuto in Oriente tentando di fare la stessa identica cosa.»

«Senza riuscirci.» S'intromette Inari. «Quel che Amaterasu voleva dire, è che non è mai stato un problema per noi

«Bah!» Hachiman sembra sul piede di guerra contro questa entità. «Non sarebbe stata la prima volta che ci si intrometteva nelle questioni Occidentali. Ricordate Urano? Crono? Abbiamo aiutato. Ma questa volta abbiamo sottovalutato il pericolo.»

In tutto questo, io ancora non ho capito di chi diamine si stia parlando. «Va bene, ma... Chi è questa entità?»

A quel punto cala un silenzio pesante. I vari Kami si guardano l'uno con l'altro, indecisi sul da farsi. Riesco a percepire che non si fidano totalmente di me, in quel momento non si fidano di nessuno. Il simbolo nero sembra diventare ogni secondo più potente, la sua luce manda ombre strane sui volti degli Dei. Guardo mio padre che sembra più preoccupato di tutti gli altri. Essendo una divinità della Guerra è veloce ad individuare i pericoli ed altrettanto sbrigativo nell'eliminarli. Non è decisamente da lui attendere l'ordine di Amaterasu... Di solito. A meno che...

Yakuza - Il figlio di HachimanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora