Capitolo VI - Il Dio della Yakuza

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Apro la porta della cella di Raffaele: l'Arcangelo è raggomitolato contro il muro, sta tremando, le ferite più gravi sembrano essersi infettate e non mi fa pena per niente. «Ringrazia tuo fratello. Altrimenti ti avrei già spennato.»

In quel momento Lucifero mi supera e corre ad inginocchiarsi di fianco a Raffaele. Prendono a parlare in una lingua che faccio fatica a seguire. Credo sia aramaico o qualcosa del genere. L'ho studiato, lo conosco, ma non è la lingua che parlo meglio. Riesco a carpire qualche parola, magari il senso generale delle frasi che si scambiano, ma non comprendo tutto. Raffaele non sembra molto felice di vederlo. Lucifero tiene ai suoi fratelli, ma mi pare abbastanza ovvio che non sia vero il contrario. Il demone non ci fa nemmeno troppo caso e passa una mano su tutto il corpo dell'Arcangelo, guarendo le sue ferite.

Lo lascio fare, strappargli le piume, anche  se solo dieci, lo renderà comunque più debole di quanto non sia adesso. Se gliele avessimo prese nelle condizioni in cui è adesso, sarebbe di certo morto. Io non lo avrei pianto, ma ho dato la mia parola a Lucifero, quindi... Lascio quei due alla loro rimpatriata famigliare e torno dagli altri. Non trovo Hideko e Sara, c'è solo Alastor, seduto al bancone, con un altro drink fra le mani.

Mi siedo di fianco a lui. «Cos'hai in mente?»

Sorrido e gli do una pacca sulla spalla. «Niente di cui tu ti debba preoccupare.»

Alastor si volta a guardarmi. «Non ucciderli. Lucy non scherza.»

«Lucy?!»

«Si fa chiamare così.»

E... Il re ha appena perso punti ai miei occhi... Migliaia di punti. «E poi parlate di noi giapponesi.» Scuoto il capo e ridacchio. «Me ne occupo io, Alastor. Tu tieni buono il tuo capo che io mi lavoro gli Arcangeli.»

«Come?»

Faccio un cenno di noncuranza con la mano. «Tu fai il tuo che io faccio il mio.»

☯︎

Quello stesso pomeriggio Lucifero ci dà il permesso di prendergli dieci piume, sempre sotto la sorveglianza del fratello maggiore. Alastor ne prende cinque da una parte e io le altre dall'altra ala. Sento l'energia dell'Arcangelo scendere velocemente. Non arriva ad un punto critico, ma poco ci manca. È ridotto in ginocchio quando completiamo il lavoro. Lucifero lo aiuta ad alzarsi e lo sposta in una stanza. Io e Alastor ci mettiamo al lavoro sul tavolo per distillare la cura dalle piume di Raffaele.

Lavoriamo ininterrottamente per ore ed ore, ma a quel punto comincio a preoccuparmi. «Dove sono Hideko e Sara?»

Il demone si stringe nelle spalle e mette nel pestello un'altra piuma. «La tua volpe ha detto che Sara ha bisogno di un po' di autostima in più.»

«Oh, Dei...» Scoppio a ridere, rabbrividendo all'idea di che cosa stessero combinando. «Non so se essere più preoccupato dal fatto che Hideko sia fuori con un'umana indifesa, oppure da cosa le potrebbe saltare in testa per aumentarle l'autostima.»

«Perché?»

«Perché cosa?»

Alastor si sporge verso di me e abbassa la voce. «Perché dovresti essere preoccupato dal fatto che Hideko è fuori con un'umana?»

«Hideko detesta gli umani.» Spiego tranquillamente, aggiungendo dell'acqua al mio composto. «Ma tranquillo, se avesse voluto ucciderla, sarebbe già morta a quest'ora.»

«Se le torce un solo capello...» Ringhia il demone. «La tua volpe finirà male.»

Sollevo gli occhi su Alastor e gli faccio un sorriso cattivo. «La mia volpe è in grado di trasformarti in un giocattolo per gatti con gli occhi bendati.» Gli do un buffetto sulla guancia, poi torno al mio lavoro. «E se anche riuscissi prevalere su di lei, a quel punto sarei io a farti a brandelli. Nessuno tocca la mia volpe.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 12, 2022 ⏰

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Yakuza - Il figlio di HachimanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora