Capitolo V - Il re dei Demoni

3 0 0
                                    

Subito dopo aver parlato con Alastor, vado a controllare le ragazze, mentre il demone si occupa dell'Arcangelo. Hideko sta lavorando con il corpo e la mente della bambina. Sara la osserva, preoccupata per la salute della piccola. Odiavo gli angeli prima, ma adesso è più una furia cieca. Li voglio tutti morti. Hideko ha addormentato la bambina, l'ha spogliata, lavata e ora sta concludendo la fase di guarigione. Ha le dita poggiate sulla sua fronte, percepisco che è collegata alla mente della bimba.

Sara mi nota, si alza e mi viene incontro, nascondendosi nel mio abbraccio, con mia sorpresa. «Quella povera bambina... Si riprenderà non è vero?»

Mi stringo nelle spalle e la allontano. «Non lo so.»

«Fisicamente sì.» S'intromette Hideko, accarezzando il capo della bambina con più gentilezza di quanto la pensavo capace. «Dal punto di vista emotivo, invece... Le ho cancellato i ricordi, ma non potrò mai cancellare il trauma. Ogni volta che qualcuno si avvicinerà, lei lo allontanerà, non sarà mai in grado di amare fino in fondo e non saprà mai il perché.»

Mi siedo al fianco della bimba che nel sonno si agita leggermente, finché non le poggio una mano sulla fronte e calmo la sua mente burrascosa. «Forse è una fortuna che sia lesbica. Credi che avrà problemi anche con le donne?»

«Se la donna in questione ha lineamenti troppo maschili potrebbe.» Si gratta la nuca e si siede vicino a me. «Però sarà decisamente più semplice per lei avere una relazione stabile e sana con una donna che non con un uomo.»

Sara ci guarda per qualche momento, poi con voce timida chiede. «È così normale da voi?»

«Essere gay o lesbiche?» Ridacchia Hideko con cattiveria. «Certo che è normale. E lo era anche qui da voi, finché non è arrivato Dio.»

Concordo con lei, anche se il mio tono è più calmo rispetto a quello della volpe. «Da quel momento in poi, perfino il sesso è diventato un problema. Vi abbiamo visto crollare, un Impero come il vostro che avrebbe potuto durare potenzialmente all'Infinito... È bastato un uomo solo a cambiare il tutto. Un Dio solo a distruggere tutto quello che avevate creato fino a quel momento.»

«Non dico che Nerone avesse ragione, però...» Hideko si stringe nelle spalle, in un gesto eloquente chiaro come il sole: avrebbe dovuto bruciarli tutti ed estirpare il male alla radice.

Sara comprende il messaggio, si alza e se ne va dalla stanza. Alzo gli occhi al cielo: quelle due non sarebbero mai andate d'accordo. Sono troppo diverse e la volpe ha un profondo astio verso gli esseri umani. Come non sia diventata una Nogitsune è un vero mistero. Forse ho già parlato delle Nogitsune, le volpi della notte. Mentre le Kitsune sono solitamente pacifiche, anche se forse un po' seduttrici e furbe, le Nogitsune sono maligne, possono possedere un corpo umano, devono essere invocate e causano solo caos. Una Kitsune può diventare una Nogitsune, anche se è molto raro e serve un trauma parecchio pesante per trasformarle. Credo che Hideko ci sia andata parecchio vicina, ma immagino di essere arrivato in tempo.

La lascio con la bambina, mi fido di lei, so che non le farebbe mai del male. Non faccio in tempo a mettere piede fuori dalla stanza che sento Sara ridere. Incuriosito lancio un'occhiata furtiva verso il bancone e vedo Sara insieme al demone. Gli sta raccontando qualcosa, nulla di così importante o interessante, ma Alastor ascolta con molta attenzione, gli occhi fissi su quelli della ragazza e un sorriso tranquillo sulle labbra... È completamente impazzito. Nonostante la possibilità che la morte della ragazza si possa ripetere, lui ha tutte le intenzioni di cascarci di nuovo, come un pollo.

Osservandoli mi ricordo vagamente della mia tragica storia con una mortale. Ormai sono passati più di mille anni. La furbetta era entrata in casa mia per rubare. Al tempo il mio domestico era un ex-samurai, congedato con disonore dopo un piccolo problema con un generale. Secondo lui la strategia era sbagliata e avrebbe ucciso tutti, il generale non ha voluto ascoltarlo, ha caricato il nemico, lui invece ha abbandonato il campo di battaglia con alcuni suoi amici fidati. Il generale ha perso la battaglia e ha dato la colpa alla diserzione di quei cinque Samurai. Mi era dispiaciuto per loro, ma soprattutto per lui, che aveva salvato i suoi amici a discapito della sua carriera e della sua vita, quindi lo avevo preso a lavorare per me. Era anche divertente allenarsi con lui. Non era al mio livello, ma ci sapeva fare con la Katana.

Yakuza - Il figlio di HachimanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora