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Ci abbiamo provato e riprovato, ma ancora una volta è stato tutto inutile, non ce la faccio più. Non posso più lottare, mi fa troppo male vederla morire senza che io possa fare niente.

Siamo al suo ennesimo funerale… Devo parlare con Takemichi e dirgli che mi arrendo.

Vado da lui e lo trascino in un angolo remoto, dove nessuno ci possa sentire. Sta piangendo, a guardarlo vengono gli occhi lucidi anche a me.
Naoto: Volevo parlarti…

Gli passo un fazzoletto e mi annuisce mentre si asciuga le lacrime.
Naoto: Non riesco più a lottare… Cioè se vuoi continuare fai pure, ma preferisco piangerla una volta e continuare a ricordarla, invece di sperare di salvarla, quando ormai abbiamo capito che è impossibile…

Non so neanche io come ho fatto a dire tutto senza piangere, lui mi guarda… Non capisco cosa stia provando-
Takemichi: Non riuscirò ad accettarlo tanto presto ma… Hai ragione, neanche io riesco a continuare.

Ci abbracciamo, piangendo l'uno sulla spalla dell'altro, cercando di consolarci a vicenda.

Si stacca leggermente da me e inizia a guardarmi.
Takemichi: Non voglio tornare a lavorare in quel negozio…

Sembra venirgli un'idea geniale in mente, perché gli si illuminano gli occhi.
Takemichi: Posso lavorare con te?
Naoto: Ma non sei un poliziotto-
Takemichi: Vabbèeee, posso fare il consulente.

Mi guarda sorridendo, con ancora qualche lacrima. È davvero carino…
Naoto: Devi sentire il capo, ma per me va bene. Almeno sarà meno noioso.
Gli risorrido e mi riabbraccia per bene, poggiando la faccia al mio petto.

Torniamo al funerale e riscoppiamo a piangere, questa volta è davvero un addio…

Dopo qualche giorno Takemichi parla con i miei superiori e finalmente può iniziare a lavorare con me.

I primi tempi eravamo un po' distaccati ma piano piano ci siamo capiti sempre di più e ora lavoriamo bene insieme.

Devo ammettere che sono successe alcune cose strane, qualche volta ci siamo sfiorati le mani o ci scambiamo sorrisi insoliti.
Purtroppo ho sempre paura di rimandarlo a 12 anni fa-

Un giorno mi viene in mente qualcosa di geniale, al quale nessuno aveva ancora pensato.
Naoto: Ma il tuo potere funziona anche se porto i guanti?
Takemichi: Ah ehm… Boh-
Naoto: Non abbiamo mai provato.
Takemichi: M-ma non voglio tornare nel passato…
Sembra spaventato, così cerco di rassicurarlo.
Naoto: Puoi ritrovare il me bambino e tornare subito.
Takemichi: Hm, d'accordo…

Vado a prendere dei guanti bianchi e torno da lui. Gli porgo una mano e la stringe.

Non sta succedendo niente.
Ci guardiamo sorridendo.
Naoto: Bene, vivrò con i guanti.

Continua a stringermi la mano… Che carino…
Naoto: Beeene…
Mi schiarisco la voce e torniamo ognuno a fare il proprio lavoro.

È stato un po' strano… Vabbè meglio tornare alle scartoffie.

Inizio a mettere a posto i vari fascicoli. Merda- Mancano delle cose.
Naoto: Oi hai visto dei fogli… Su tipo… Aspetta.
Mi metto a cercare vicino a lui.
Naoto: È un caso di aggressione ad una donna…
Takemichi: Intendi la ragazza trans aggredita mentre era in treno?

Annuisco e mi passa dei fogli. Sospiro.
Naoto: L'ennesimo caso di omofobia…
Takemichi: Io certa gente non la capisco. Ma cos'hanno in contrario-

Oh bene non è contro, non che mi interessi ovviamente…
Naoto: Già, le persone hanno problemi.

Ormai io e Takemichi siamo diventati grandi amici e buoni colleghi.

Un finalmente alternativo [NaotoxTakemichi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora