Capitolo 3||inazuma eleven GO

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P.s.La foto in alto è troppo kawaii!*^*Cmq lovvo tutteedue i gusti!

Io e Gabi non ci eravamo più rivisti dopo che la sottoscritta ha avuto un'attacco di crisi peggio dei malati mentali il pomeriggio di tre giorni prima. A scuola provavo ad evitarlo il più possibile e quando il mio caro fratellino lo nominava avevo una faccia peggio di Ciel. A me stava più che bene non averlo in giro e non avevo alcuna intenzione di passare più tempo di quanto mi sarei mai aspettata di avere in vita mia.

Ciononostante continuavamo a incontrarci 'casualmente' sui corridoi della scuola e sempre 'casualmente' veniva ogni dannato giorno a fare i compiti a casa nostra. Beh, non potevo di certo biasimarlo visto che anch'io, peggio di uno stalker pedofilo, mi nascondevo dietro i cespugli che circondavano il campo vicino al fiume con aggiunta del fantastico cappellino con foglie in testa, a guardarlo mentre si allenava.

Come se non bastasse-il giorno prima-avevo ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto.

Da:#yosoyfigo

Sbronza

Da:#yosoyfigo

*Stronza. Dannato correttore automatico.

A:#yosoyfigo

Chi cazzo sei e perché disturbi il mio fantastico nulla fare.

Da:#yosoyfigo

Sono gabi, dolcezza. ;)

Alzai i occhi al cielo esasperata ma arrossi stranamente allo stesso dempo. Dannato Gabriel testa di cazzo Garcia.

A:#yosoyfigo

Che vuoi?

Da:#yosoyfigo

Parlare. Ti va?

A:#yosoyfigo

No, evapora lentamente.

Da:#yosoyfigo

Vengo a prenderti venerdì.

Rillessi i messaggi un paio di volte sbuffando rumorosamente. Mi stiracchiai e trascinai i piedi fino all'armadio. Mi vestii lentamente sperando che per qualche motivo-tipo che Shizuo abbia lanciato una cabina telefonica e, invece di prendere Izaya essa abbia preso Gabi.-lui saltasse questa specie di appuntamento. Indossai dei jeans blu strappati con una camicia bianca e le mie vecchie convers. Presi i cappelli in una coda alta e mi ributai sul letto.

Di sicuro mi avrebbe costretto di sputare il rospo sul perché della mia esagerata reazione,ed io sotto presione sono costretta a confessare. Il telefono iniziò a vibrare come se morisse da un momento all'altro e lo afferai,guardando il display con molta attenzione.

Da:#yosoyfigo

Sono sotto casa. Scendi.

Infilai il telefono nella tasca posteriore dei jeans e scesi giù dove mi aspettava la mia condanna a morte. Uscì e cercai di non scappare a gambe levate. Quando lo vidi presi un'altro dei mille shock che lui mi provocava. Stavolta indossava una maglietta bianca semplice con un paio di jeans blu. Questa cosa mi suona troppo di Twilight.

Mi avvicinai a lui con passo incerto e lo vidi sorridere. Un brivido mi corse su tutta la schiena e ricambiai un po' impacciata. 《Ciao.》mi salutò dolcemente. 《Ciao.》passa al punto Gracia. 《Ti va un dolce?》domandò iniziando a camminare. Dove vorrà arrivare?

Mikalis la ladra del vento divinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora