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KATHIE 

“La vita spesso ti fa brutti scherzi, ma questo non significa che io posso scherzare con la vita degli altri, ed è suo diritto conoscere chi sono, o meglio cosa mi sta succedendo.”

Ero stanca di mentire, ma sopratutto volevo passare questi ultimi mesi nel migliore di modi, perché potevano essere gli ultimi, così avevo deciso che questa sera avrei detto tutto a Cam, e poi sarei partita, per lasciargli il tempo di pensare.

Pranzammo tutti insieme, come una vera famiglia, chiacchierando e ridendo per tutto il tempo, ma poi quando calò la sera decisi che era arrivato il momento di dire a Cam cosa mi stava succedendo, così uscimmo e ci allontanammo un po’ dalla sua casa, quando Cam mi baciò, ma io mi staccai, perché avevo bisogno di dirgli quella cosa.

“Cam, devo dirti una cosa” dissi abbassando la testa.

“Dimmi Kat, non spaventarmi.”

“Ti ho mentita” dissi tutto d’un fiato.

“Cosa?” 

“Calmati e lasciami spiegare. Ricordi ieri quando ti ho detto di provarci, ma che tu non dovevi affezionarti a me?” lui annui, e così io continuai. “Beh, lo penso ancora, ma c’è un motivo che non volevo dirti, ma devo, perché non riesco a portarmi dentro questo peso, ma se dopo vorrai lasciarmi capirò.”

“Ma perché dici questo.”

“Ascoltami.” e poi mi fermai per qualche secondo. “Sono malata” dissi velocemente, mentre lui si paralizzò.

“Hai l’influenza?” non so se l’aveva detto per rendere tutto più semplice o perché lo pensava davvero.

“No Cam, sono malata di cancro.”

A quelle mie parole Cam si sedette sulla sedie e non riusciva a parlare, e mentre io cercavo di avvicinarmi lui mi allontanava, così decisi di lasciarlo un po’ solo, e quando entrai la madre mi fissò.

“È successo qualcosa?” disse la mamma avvicinandosi.

“Mi dispiace” dissi mentre volevo scappare, ma la mamma di Cam mi fermò.

“Parlami.” e così cedetti.

“Sono malata di cancro, e ora glie l’ho detto a Cam, lui lo doveva sapere, perché non può stare con una ragazza che tra un po’ la lascerà solo non per volere suo, scusatemi.”

“Ma tu ci tieni?” urlò la madre di Cam con gli occhi lucidi.

“Si, ci tengo, ma non so cosa fare”

“Combatti, per lui, per te, per tuo fratello e per quella tua amica. Combatti per tutte queste persone che ti amano.”

Andai in stanza e scrissi un biglietto per Cam, e poi andai a casa.

Scusami Cam, ti chiedo scusa per non avertelo detto prima, ma ora ho deciso di lasciarti libero, perché tu non puoi vivere o provare un’emozione per me che tra pochi mesi forse ti lascerò così è meglio ora che più in là quando il dolore sarà forte. Ti chiedo ancora scusa. 

Quando andai a casa Lali mi vide in lacrime e senza dire niente venne ad abbracciarmi e a coccolarmi. Per tre giorni consecutivi non sentii Cam, mentre Clint era ormai diventato uno di quella casa. Erano passati tre giorni e non posso dire che non stavo bene, ma poteva andare meglio. Quando andai a lezione di poesia il prof. ci chiese la poesia sempre su qualcosa di specifico, e come sempre a me era capitato “l’amore”, mentre a Cam era capitato “il suo sorriso.”

Arrivò il suo turno, e sembrava teso e giù di molare.

“La mia poesia si intitola: “Il tuo sorriso”

Un ragazzo da lontano urlò: “La fantasia” e lui gli rispose: “È andata a farsi .... un giro” si fermò giusto in tempo, poi si schiarì la voce e iniziò a leggere.

È da quando ho visto il tuo sorriso che non posso farne a meno.

È da quando mi hai sorriso che mi sono infranto.

È da quella sera che ho perso il sorriso.

Ridi per me, ora e per sempre, se ci sarà un per sempre.

Ridi domani e dopo domani, ma anche tra due anni.

Ridi per è il tuo sorriso che accende il mio.

Ridi perché pensare che forse un giorno non riderai più fa male.

Ridi perché in quei pochi secondi il mondo gira nel verso giusto.

Ridi per me Kat. 

Bravissimo Mr. Wood, e grazie di averci detto il nome della ragazza.”

“È stato un piacere prof.”

“Mi sa che ora tocca proprio a quella ragazza.” e tutti iniziarono a ridere, mentre Cam si avvicinò a me.

“Si, mi sa che tocca a lei” disse baciandomi la testa.

“Cosa fai?” sussurrai a Cam.

“Leggi, se no il prof s’incazza.” e così inizia a leggere.

“La fine” e a quella parole Cam s’irrigidì.

La fine di questo amore, che forse non è mai iniziato.

Lasciami qui, da sola e con il mio amico.

Lasciami qui da sola, e con questa fottuta malattia.

Lasciami morire da sola senza te.

Lasciami e per ipocrisia. 

Lasciami perché è l’unica cosa che posso fare per te.

Lasciami e questa sarà la fine, ma se resti non lo so.

Lasciami per morire da sola.

A quelle parole vidi Cam girarsi e far finta di niente, mentre il professore iniziò ad applaudirmi e a complimentarsi. Quando finii l’ora trascinai Cam sul tetto e inizia a parlare.

“Cam non devi per forza, ti farai solo del male.”

“Stai un attimo zitta Kat, per una volta non blaterale sempre.” e così restai in silenzio.

“So che posso farmi del male, ma non è detto che tu ci lascerai, potresti guarire e costruire un futuro con me. Ora non voglio sapere, per ora voglio pensare a noi, poi domani penseremo a come affrontare il futuro, te lo prometto, ma ti prego di non mentirmi più e di parlare sempre con me, e poi combatti, sempre.”

A quelle parole mi scese una lacrima che fu subito asciugata da Cam, e poi in un secondo le sue labbra furono sulle mie e mi alzò, così io appoggiai le mie gambe alla sua vita e restammo così per quello che sembrò un’eternità. L’amore era l’unica cosa che ci faceva sentire vivi in questo mondo di morti, e lui mi faceva quest’effetto. 

Trascorremmo tutta la giornata insieme, e volle dormire anche con me, quando iniziò a farmi delle domande.

“Kat, dove si è sviluppato il cancro?” disse abbracciandomi.

“Al seno” dissi stringendomi a lui.

“È grave?” disse mentre si spezzava la voce.

“Non lo so Cam, odio le visite, e ho fissato soltanto l’intervento tra tre mesi.”

“Ma non è tardi?” 

“Cam sono le procedure.”

“Sai che starò al tuo fianco sempre?” 

“Lo so Cam, ma non devi.”

“Infatti è ciò che voglio Kat, te”

Vorrei amarti per sempre.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora