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"Vengo anch'io" ripetei per l'ennesima volta a quello scassacazzo di mio fratello,incrociando le braccia al petto e guardandolo con aria di sfida.

"T'aggij ritt e no Annarì, e mo nun rombr chiù o cazz" mi liquidò lui superandomi per raggiungere la cucina.

La stessa sera ci sarebbe stata una mega festa organizzata da un amico di mio fratello ed io non potevo non mancare.Sarebbero andate tutte le mie amiche,dalla prima all'ultima e certamente Francesco non mi avrebbe fermata.

"Francè lascia stà,sta sempre chiusa in camera a studiare c succer si ven cu nuij?" a prendere le mie difese fu Ciro,nonché il migliore amico di quell'essere che avevo affianco.

"Cirù nun teng genij e fa tarantell"

"Ma che tarantelle Francesco" quasi urlai io stufa della situazione.
Lui non è nessuno per dirmi cosa fare e cosa no.

"Sta tranquillo...ma uard io stasera" esclamò Ciro mentre cacciava il fumo dalla bocca.

Sul mio volto comparve un sorriso da 36 denti e dopo averlo ringraziato,corsi in camera mia a prepararmi.

Conoscevo Ciro da anni,praticamente è un figlio acquisito per la mia famiglia e senza di lui mio fratello sarebbe perso.

Abbiamo sempre avuto un bel rapporto,ci sono state occasioni in cui ci siamo scontrati ma non siamo mai stati rancorosi l'uno con l'altra.

"Piccrè tu vuo sapè troppi cos" mi disse Ciro mentre avvolgeva una ciocca dei miei capelli attorno alle sue dita.

"Si tratta di mio fratello Cì,non posso vedere che si mette nei guai senza poterlo fermare" esclamai alzando lo sguardo cercando di incatenarlo nei suoi occhi magnetici.

Lui era appoggiato sul mio letto,aveva la schiena contro la spalliera e metà gamba appoggiata sul materasso.

Io avevo la testa appoggiata quasi sulla sua pancia ed entrambe le gambe piegate,appoggiate sul letto.

"Francesco nun è strunz" prese una pausa.
"Sap chell c fa" continuò fermandosi con le dita.

"No Ciro tu..." mi interruppe subito alzandosi come una molla.

"Annarì tu e sta for a sti cos"  disse mentre si avvicinava alla porta.

Con uno scatto mi alzai e mi misi davanti a lui impedendogli di uscire.

"Non sei nessuno per dirmelo" scandì con precisione.

Mi sentii subito afferrare le braccia con forza.

"Song coccurun ca n sap chiu e te" sussurrò arrabbiato tra i denti mentre si avvicinava alla mia faccia.

"Pcciò stanne fuori" lasciò cadere energicamente le mie braccia e uscii dalla mia stanza sbattendo la porta.

Scossi la testa e ritornai in me.
Continuai a stendere il trucco sul mio viso rimuginando su quale vestito avrei dovuto scegliere per l'occasione.

Dopo un'eterna lotta con la mia indecisione capii quale sarebbe stato l'abito perfetto e l'indossai subito.

Mentre ero intenta a mettere i miei amatissimi stivali col tacco,sentii la porta aprirsi e mostrare mio fratello col suo amico.

"O sapev Annarì,tu me fa intossicà p forz staser" si lamentò Francesco in modo teatrale uscendo subito dalla stanza.

Era solamente un vestito,niente di più non bisognava fare tutta quella scena.

"Ciù ciù,aro vuo ij cu sta pezza?" mi chiese Ciro indossando uno dei suoi sorrisi più finti,rivolgendosi al vestito che avevo scelto.

Prima di soffermarmi su ciò che aveva detto,mi soffermai sul nomignolo che mi aveva affibbiato.

Ciù ciù...

"Cherè Cirù,non ti piaccio?" Ironizzai girando su me stessa per mostrare a pieno l'outfit.

"Nun fa a scema Anna" mi rimproverò.

"Manco le troie s vestn accussì" sentii una morsa allo stomaco.

Come si era permesso di dire una cosa del genere?

"Lievt stu cos a cuoll" tuonò rivolgendomi uno sguardo fugace,prima di uscire dalla mia stanza sbattendo la porta.

Ah si Ciro manco le troie si vestono così?E mo te faccio vrè io.

Sorrisi malefica guardandomi allo specchio.Sarà una bella serata.

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Ore 23.30

Ero appena entrata nel locale con le mie amiche e mi voltavo a destra e a manca per adocchiare il gruppetto di mio fratello.

Eccoli.

Mi avvicinai lasciando il braccio della mia migliora amica e prendendo al volo un drink dal vassoio che sorreggeva il cameriere.

"Buonasera" salutai sorridendo,consapevole di ciò che sarebbe successo a secondi.

"Ti sei tolta quella pezza e t n si mis nat ancor peggio Annarì?" Urlò mio fratello.

"Francè ma lascià sta" esordì Edoardo.

Edoardo anch'esso amico storico di mio fratello,lo consideravo come un migliore amico.
È una certezza questo ragazzo,c'è sempre stato per me e gli voglio veramente molto bene.

Nel frattempo sentivo lo sguardo omicida di Ciro bruciarmi addosso.
Ma cosa voleva?Mica ero la sua ragazza.

"Andiamo a ballà Edo" tirai per la mano il mio migliore amico e lo trascinai nella pista.

Poco dopo ci raggiunsero Francesco e il resto del gruppo,compreso Ciro.
Mi avvicinai alle mie amiche perdendo di vista Francesco e tutti gli altri.

Era davvero una bella festa,non avrei potuto perdermela.

Sentii qualcuno afferrarmi per il braccio.
"Aja mi fai male" mi lamentai quando finalmente Ciro smise di trascinarmi fuori dalla mischia.

"Ma che pensat e fa Annarì?" mi chiese imbestialito.

"Ma c vuo Ciro?" risposi infastidita.

"Arricuordt ca staij ca grazij a me" mi ricordò lui strattonandomi ancora per il braccio.

"E poi,t par o mod e t vstì?" mi rivolse uno sguardo schifato.

"Sembri una puttana" in mezzo secondo la mia mano si scontrò sulla sua guancia.

Tolsi il braccio dalla sua presa e andai via da lì.

Andai al bancone a procurarmi un altro drink.Ormai il mio umore si era rovinato grazie a Ciro e avevo solo voglia di tornarmene a casa.

Mi stavo dirigendo nei bagni femminili quando ad un certo punto delle urla mi fecero fermare.
Provenivano dal bagno dei maschi.
"E capit a lezion?" era Francesco.
Aprii subito la porta e la scena che avevo davanti giuro che non avrei voluto mai vederla.

Edoardo e Totò,un altro componente del gruppo,mantenevano un tizio dalle braccia e mio fratello lo stava massacrando di botte.

Ciro era lì a godersi lo spettacolo con le braccia incrociate e uno spinello in bocca.

"Ne vuoi nat?" continuò Francesco preparando un pugno.

"Francè ma che staij facen?" Urlai subito.

I suoi occhi come quelli di tutti si posarono su di me.

Sentivo le lacrime scendere e il cuore andare a vento.

"Francè vai,lo finisco io al chiattillo" Ciro interruppe il silenzio,buttando la canna nel lavandino e avvicinandosi alla povera vittima.

"Annarita" mi chiamò Francesco mentre con passi insicuri si avvicinava.

Girai le spalle e corsi via.
Mio fratello stava diventando un mostro e Ciro ne era responsabile.

Malammore|| Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora