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"Ciro basta" urlai mentre lui continuava a colpire quel ragazzo.

"Ciro le frni mo!" Esclamò Edoardo cercando di bloccarlo dalle braccia.

Lasciò la "povera" vittima ormai ricoperta di sangue,cadere a terra.

Ero veramente terrorizzata.Le mie mani tremavano e le lacrime non smettevano di fuoriuscire dai miei occhi.

"A prossima vot te cionc (te le tolgo) e man" concluse Ciro,affannato,prima di sputare sul corpo del ragazzo ormai inerme,dolorante.

Edoardo riuscì a bloccarlo e lui con una mossa scaltra,si dimenò dalle sue braccia per dirigersi non so dove.

Corsi nelle braccia del mio migliore amico e mi lasciai andare ad un lungo pianto.

"È tutto finito piccrè" mi tranquillizzò lui accarezzandomi i capelli.

Mi distaccai dalle sue braccia e mi sporsi per capire dove fosse Ciro.
Era seduto sul suo motorino con lo sguardo perso nel vuoto.

Deciso di raggiungerlo a passo svelto ma quando me lo ritrovai davanti non seppi neanch'io cosa fare e cosa dire.

"Sali" quasi mi ordinò lui.

"Ma d..." cercai di dire.

"Anna saglij" mi congelò col suo sguardo e io non potei fare altro che annuire e salire sul motorino.

Dopo 10 minuti di tragitto ci fermammo, scendemmo dal motorino e senza fare domande lo seguii.

Mi ritrovai dinanzi a un belvedere magnifico,si vedeva tutta la città.

"Come stai?" mi chiese lui con tono freddo e distaccato.

"Sto bene" quasi sussurrai abbassando lo sguardo.

"Ta fatt coccos chill?Rimmell Anna p favor" mi alzò il viso costringendomi a guardarlo negli occhi.

"N-no" abbassai lo sguardo ancora.

"E pecchè stai tremman?" Incominciò ad agitarsi.

"I l'aggia accirr" urlò allontanandosi da me.

"No no,Ciro guardami" allarmata mi avvicinai subito a lui prendendogli il viso tra le mani.

"Te lo giuro che non mi ha fatto niente,se non fossi arrivato tu..."

"È sol colpa toij" disse per poi togliere le mie mani dal suo viso.

"Guard comm t n vai girann" indicò il mio vestito.

"Quindi è colpa mia se quello voleva violentarmi?!" Gli chiesi urlando mentre le lacrime iniziavano a scendere.

"Tu Nun e scennr accussi!!" Urlò lui di risposta.

"Ma ch vuo Ciro?Ma ch t n fott?Sono la tua ragazza che vuoi dirmi come mi devo vestire?" continuai ad urlare.

Lui davanti a queste mie domande scoppiò a ridere per poi tornare a guardarmi con un ghigno sulla faccia.

"E quando ti sfioro,tipo così" posò due dita sulla mia guancia.

"Quando ti parlo come sto facendo ora" abbassò la voce.

"Quand t vas" si avvicinò pericolosamente alle mie labbra.

"Nun m ric "ma che sono la tua ragazza?'' " Continuò per poi allontanarsi completamente.

Che stronzo.Giocare così con me dopo tutto quello che c'è stato tra di noi.
Avevo il cuore in gola e da lì a poco sarei scoppiata nuovamente in una profonda crisi di pianto.

"Portami a casa"

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Mi giravo e rigiravo nel letto,non riuscendo a trovare una posizione comoda che mi permettesse di addormentare i miei pensieri insieme a me.

Il tragitto di ritorno lo avevamo passato in silenzio,anche quando mi ha accompagnata giù se n'è andato via senza dirmi una parola.

Non ce la facevo più a stare così con lui.
Ma cosa ci sta succedendo?

*Din din*

La curiosità continuava a salirmi mentre fissavo il telefono di Ciro appoggiato sul materasso del mio letto.
Non era la cosa giusta da fare vedere chi gli avesse inviato quel messaggio...ma ormai il telefono era già stretto tra le mie mani.

Da:Viola
"Passi dopo?Ho ancora tanta voglia di te"

Sentii il cuore spezzarsi in mille pezzi e prima che potessi posare il telefono nello stesso posto di prima,vidi Ciro sull'uscio della porta che mi aveva sorpreso a farmi gli affari suoi.

"Vattene" dissi subito senza collegare la mia bocca al cervello.

Lui chiuse la porta e si avvicinò al mio letto.

"Chi ta itt e leggr?" Chiese quasi infastidito.

"Prima scopi con lei e poi vieni da me" lo dissi forse più a me stessa che a lui.

Cercai di acchiappare al volo quella lacrima che mi tradì prima ancora della mia voce.

A pensare che prima che lui ricevesse questo messaggio,vedendoci così vicini,con la sua mano nei miei capelli e l'altra intrecciata nella mia,avevo pensato a quanto stavo bene così.

"Tu non sei la mia ragazza Anna" disse freddo prima di rimettersi le scarpe.

Un altro colpo al cuore.

"E nun t'aggia ricr chell c facc" aggiunse per poi alzarsi.

"Forse è meglio ca nun c vrim chiu" con quelle parole mi aveva uccisa dentro.

Ero la sola a stare bene con lui.
Lui per me non provava niente.
Lui stava bene con chiunque altra ragazza.

"Infatti non sono la tua ragazza" mi alzai
"Picciò (perciò) a ser statt cu ess nun vni addu me" sputai velenosa come non mai.

Si avvicinò e inaspettatamente mi posò un bacio all'angolo della bocca,dove era solito salutarmi.

"Buonanotte" mi augurò per poi sparire dietro la porta.

Lui non mi amerà mai.

Malammore|| Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora