I miei piedi si appoggiavano velocemente sugli scalini che portavano al secondo piano della mia casa,esattamente dov'era ubicata camera mia.
Sorreggevo gli stivali con una mano,e con l'altra invece,mi aggrappavo al corrimano,mentre i richiami di mio fratello provenivano da sotto.
"Annarita t vuo fermà!" Urlò.
Assolutamente no,dopo quello che avevo visto Francesco non si sarebbe dovuto avvicinare a me neanche per sbaglio.
Che razza di persona stava diventando?Picchiare in quel modo quel tizio e ridurlo a sangue.Chiusi subito la porta a chiave e mi sfilai gli orecchini che avevo indossato per la serata.
"Anna apri" sta volta era Ciro.
Se con mio fratello ero incazzata con lui ero imbestialita.Non solo mi ha dato della troia più volte,ma non ha fermato mio fratello.
"Annarì aggia sfunnà a port?" continuò lui,battendo forte sulla porta.
Aprii altrimenti sapevo che l'avrebbe fatto.
"Ch cazz vuò Ciro?" domandai mentre lui si chiuse la porta alle spalle.
"Tu le frni e t rivolgr accussi,e capit?" disse lui in modo minaccioso mentre mi afferrò lo stesso braccio di prima,ormai segnato dalle sua mano.
Feci una smorfia di dolore e lui se ne accorse.
Analizzò il mio braccio e appena notò quel segno rosso che stava iniziando a diventare viola,passò l'indice sopra con delicatezza."T fa mal?" chiese e io annuì subito.
"Si solamente tu m stiss a snti" sospirò lui lasciando il mio braccio.
"Vattene Ciro!Non sto a sentire mio fratello figurt a te" sputai velenosa.
"E poi t piacess si coccurun t vress con una puttana?" Aggiunsi con il fuoco negli occhi provocandogli il nascere di un sorriso stolto.
"Io non ho mai detto che sei una puttana,Anna" disse lui con tranquillità avvicinandosi alla finestra.
Portò una sigaretta tra le sue labbra e non tardò ad accenderla.
"Ch te scarf (scaldi) a fa?Ti senti una puttana?" chiese ridendo.
Mi avvicinai pronta a stampargli le mie cinque dita sulla guancia,ma lui mi afferrò per il polso e dopo aver lanciato la sigaretta fuori la finestra,mi spinse in modo tutt'altro che delicato contro al muro.
"È colpa toij si fratm sta addivintan nu criminal" non so dove stavo cacciando tutto quel coraggio.
Le mie braccia erano bloccate contro al muro dalle sue mani,quindi di conseguenza non riuscivo a muovermi.
In un battito di ciglia,sentì la sua mano colpire il mio viso.
Non ci credevo.Strinsi gli occhi per evitare di far uscire le lacrime.
Potevo sentire i suoi occhi scrutarmi,bruciarmi letteralmente addosso.Lasciò la presa e prima di lanciarmi uno sguardo,uscii fuori sbattendo la porta.
Aprii gli occhi e con la testa piena di pensieri,mi affrettai a mettere il pigiama non prima di sentire le lacrime fuoriuscire.
Mi appoggiai finalmente sul letto,alzai le coperte fino al viso e cercai di addormentarmi.
"Ja dammene una" lo pregai per l'ennesima volta desiderando come non mai una sigaretta.
"Anna se lo scopre tuo fratello,me faij accirr" rispose lui cacciando il fumo dalla
bocca."Ja Cì,stiamo solo io e te,sul tetto del palazzo,comm o ven a sapè?" Tentai ancora,cercando di dissuaderlo.
"E vabbuò" sospirò passandomene una.
"E che ci tieni Annarì" sbuffò provocandomi una risatina.
Lo ringraziai mentre accendevo la sigaretta.
Il panorama era veramente bello,la mia Napoli splendeva anche di notte.Appoggiai la testa sulla sua spalla e potei sentire il suo sguardo addosso.
Lo ignorai,continuando a guardare il belvedere che avevo davanti.
Un venticello improvviso mi fece rabbrividire e di conseguenza mi strinsi il più possibile nella felpa che indossavo.
Ciro si allontanò,per poi avvolgermi con il suo braccio.
Sentivo delle strane sensazioni nella pancia e un calore concentrato all'altezza delle guance,che non tardai a nascondere affondando il viso nella sua spalla.Continuammo a chiacchierare e a ricordare momenti che nonostante fosse passato tempo,ci facevano ridere ancora come all'ora.
Fatta una certa ora,ci alzammo e Ciro mi accompagnò fuori la porta di casa.
"Allora ci vediamo Cì" iniziai.
"Buonanotte piccrè" rispose lui prima di lasciarmi un dolce bacio all'angolo della bocca.
Potevo sentire il mio cuore scoppiare in mille emozioni.
Mentre lui girò le spalle e andò via,io con le mani tremolanti cercavo di aprire la porta di casa.
Quando entrai,mi appoggiai vicino al muro sorridente e dopo aver sentito un clacson,il suo clacson,mi portai la mano dove mi aveva precedentemente lasciato quel bacio.
Ero felice.
Perché si stava comportando così adesso?
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Malammore|| Ciro Ricci
Teen Fiction> replicai con le lacrime agli occhi. > rispose lui con tono duro mentre stringeva i pugni. > sputai delusa. > il suo sguardo gelido mi impietrì e le lacrime non tardarono a rigare il mio volto. > urlai facendo scontrare il palmo della mia mano sull...