Episodio 6.

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Smarrito

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Smarrito. Ecco cos'era Mono. 
Ma che può significare "smarrimento", se si parla del bambino con una busta di carta ammuffita sulla testa?
Di sicuro si potrebbe parlare di vuoto, un vuoto che fa brancolare nel buio della propria mente ormai priva di cose concrete, di cui sono rimasti solo sinistri echi che danzano nell'oscurità di questo vuoto, esuli di qualcosa troppo lontano per sospingerli e donare loro il significato perduto.

Mono, però, sentiva solo paura. E stare in quel buco dove un attimo prima era sprofondato...diciamo che non era il massimo per alleviare quella pressione al petto.
Ciò che fece fu volgere la testa al grande foro da lui accidentalmente causato.
Ma perché prima stava correndo...?

Gli faceva male dappertutto e il suo cervello non disponeva di concentrazione sufficiente per far girare le rotelle. Sapeva solo che doveva uscire da quel buco: si sentiva un feroce scoppiettio e voci terrorizzate d'infanti. 

Quando poté mettere piede sul pavimento di legno marcio, Mono vide uno scenario identico a quello di prima, con bambini che correvano tra le fiamme per cercare di sbloccare le catene che costringevano la porta d'ingresso e di schiodare assi lignee fissate alle finestre. 

Kakk... Tsssssssss

Si era pure attivato un vecchio sistema anti incendio, e ora s'andava creando un ambiente umidiccio. 

Dal soffitto nascosto dalle tenebre si sentì uno scricchiolio prodotto da dei passi pesanti, e come conseguenza la calca circa le vie d'uscita si fece più veemente. Mono pensò che così gli altri bambini non avrebbero certamente risolto il problema, così si guardò meglio intorno.
La sala era fatta interamente in pietra, non c'erano mobili né condotti per l'aria; a parte le finestre e il portone a doppia anta (ermeticamente chiusi), a quanto pareva non c'era nessun escamotage...

Il fuoco, mentre moriva, emetteva un ronzio acuto e sordo, lasciando solo pinnacoli arzigogolati di fumo. 

Le ombre stavano a guardare quella scena patetica in silenzio.

Mono fece per avvicinarsi agli altri, ma una mano nera grande quanto lui chiuse in una morsa un bambino che gli stava accanto, per poi trascinarlo nel buio.

Mono sobbalzò col cuore in gola, e altri bambini fecero la stessa fine, accompagnati da urla strazianti senza un volto. 

Mono vagò per la stanza, in cerca di un posto sicuro. Si guardava attorno, sentendosi come lo spettatore di un macabro spettacolo teatrale. Il problema era che...lui stesso era uno degli attori, e questo lo opprimeva. Veniva schiacciato dall'angoscia e nessuno allentava la presa, gli mancava il respiro...troppo fumo...troppa gente...troppo pericolo...troppa paura... 

Delle scale.
C'erano delle scale che salivano. Ah. 

Mono corse a perdifiato, la busta che gli tappava le narici. 

Dalla fine della rampa proveniva una luce lattea che fuoriusciva da una porta socchiusa. 

Mono arrivò in cima e l'aprì col batticuore a fare da sfondo. 

Davanti a lui si parò un piccolo salotto con una poltroncina di tessuto consumato e una televisione cava con lo schermo sfondato. Di fronte alla porta e in mezzo ai due oggetti stava una finestra aperta con le tende che svolazzavano per la brezza. 

Il bambino percepì un'importante presenza alle sue spalle e si voltò: l'ombra di una figura nera si protendeva in sua direzione. 

Mono si levò bruscamente dalla fessura della porta, e pensò ad un nascondiglio...Così vide la TV sfondata. 

Respirò a fondo e si lanciò verso di essa, arrampicandosi sul suo basamento. Vi ci s'infilò e si rannicchiò nell'incavo polveroso, sperando con tutto se stesso di non essere visto. 

L'ombra entrò nella camera con un flemma snervante, fermandosi qualche secondo sull'uscio.

Immaginatevi una statua di carbone con fattezze umane che si muove, e siete vicini a ciò che vide il bambino con una busta di carta sulla testa. 

Ora la cosa nera veniva proprio verso di lui.










Angolo autrice

Sono sia felice che triste a questo punto. 

Sono felice perché so che fine fa Mono (dai per una volta niente suspense) e ci godo🌚

Sono triste perché questo è l'ultimo episodio 😭 [e spero anche voi. Vi vedo]

Ammetto che queste sei settimane e questi sei (Six) episodi sono passati fin troppo in fretta...Ho provato un vortice di emozioni differenti a scrivere ogni singolo capitolo, e privarmene sarà dura.
Un'esperienza corta ma intensa, ecco cos'è stata.
O almeno, questo vale per me.

Detto ciò, vi lascio con una domanda:

E voi, che bambino\a sareste di fronte ai pericoli della Città Pallida? 



-Riyuu

Little Nightmares: comicsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora