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Suonò la campanella e i miei compagni di classe entrarono seguiti dal professore di matematica, mi girai col corpo in direzione di Courtney che era seduta dietro di me e feci una smorfia di disprezzo, non capendo corrugò le sopracciglia e si picchiettò la tempia con l'indice dandomi della matta, così sospirai.


"Non era rivolto a te." Dissi con un filo di voce per poi farle cenno per indicare Liam, lo guardò per un attimo e poi tornò con gli occhi fissi su di me.

"Ma quando la finirai?" Si toccò la fronte.

"Green, Edwards, si può sapere cosa avete da bisbigliare?" Ci interruppe il professore tirandosi giù gli occhiali da vista.

"Nulla prof, le stavo solo dicendo che.." mi bloccai per inventarmi qualche scusa decente "Che oggi ha un aspetto impeccabile." Subito dopo però alzai lo sguardo al cielo pentendomi della cosa appena detta.

"La ringrazio signorina." Si tirò su il nodo della cravatta per poi girarsi in direzione della lavagna "Okay ragazzi, oggi parleremo dei logaritmi quindi vi consiglio di seguire e prendere appunti." Aggiunse iniziando a strisciare il gesso.


Altro che prendere appunti, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quel ragazzo così fottutamente perfetto, lì, in secondo banco vicino alla finestra, così perfetto che ad ogni incrocio col suo sguardo i brividi sembravano sempre ammattirsi, col suo fare da duro, col suo modo di parlarmi, col suo modo di insultarmi.. già, col suo modo di offendermi.

Per lui non ero che una sfigata, una senza speranza che non meritava nemmeno di averlo in classe. Si comportava da grande solamente perché era stato bocciato non so quante volte. Lo studio non era proprio il suo forte.

Girò la testa in mia direzione e notandolo smessi  di fissarlo. Premetti le labbra in una linea sottile e abbassai lo sguardo al banco. Da quando mi aveva presa di mira il mio andamento scolastico stava peggiorando letteralmente, quando uscivo interrogata non riuscivo a spiccicare nemmeno una sillaba perché avevo avevo timore che se sbagliavo si fosse messo a ridere e che poi a ricreazione me lo avesse continuato a rinfacciare. Ogni volta restavo stregata dai suoi occhi -anche se privi di emozione- come se mi avesse fatto un incantesimo. 


"Dividetevi a gruppi di quattro e fatemi questo esercizio scritto alla lavagna." Si intromesse il prof facendo finire i miei viaggi mentali.


Scossi la testa e poi mi misi in gruppo con Courtney e Seth, il mio compagno di banco. La compagna di banco della mia amica se ne andò con altri ragazzi e così ci mancava l'ultimo componente; mi guardai in giro e notai che Liam è da solo, come al solito, ma non mi sorprendeva più. Ero tentata di invitarlo con noi ma avevo troppa paura di un ennesimo insulto così lasciai che si arrangi.


"Signor Payne, si unisca al gruppo laggiù." Ci indicò e il ragazzo sbuffò.

"No, mai." Disse con tono strafottente.

"Le consiglio caldamente di muoversi se non vuole una nota." Alzò il tono della voce.

"Non si preoccupi professore, mi va bene anche così." Fece spallucce sempre con  un tono che mi fece irritare.

"Come vuole." E detto questo si sedette alla cattedra afferrando il registro per poi scriverci sulle note disciplinari mentre lui sembrava infischiarsene


Passò il tempo a dormire con le braccia e la testa appoggiate al banco. Ogni tanto gli lanciavo qualche occhiata per assicurarmi che non si fosse svegliato ma no, era completamente immobile.

***

La campanella della ricreazione si degnò una buona volta di suonare cosicché noi avremmo potuto andare a svagarci e a distrarci un po'; afferrai dei libri dentro il mio armadietto e poi lo chiusi. Subito mi trovai di fianco Liam appoggiato con la schiena su altri armadietti. Non dissi nulla, non avevo nessuna voglia di aprire un qualsiasi discorso con lui, così feci per andarmene.


"Amy, Amy, Amy.." Mi bloccai immediatamente e mi riavvicinai nuovamente a lui "Dove vai così di fretta?" Chiese guardandosi le unghie per poi fissarmi negli occhi con sguardo alquanto assente.

Sospiro "Ciao."

"Che cazzo mi saluti?" Si staccò col corpo dagli armadietti e si mise davanti a me facendomi deglutire silenziosamente. Solo al pensiero di averlo a pochi centimetri da me mi rendeva tremendamente nervosa. Lentamente mi prende il viso tra le mani "Tu non sei nessuno per salutarmi o rivolgermi la parola, capito?" Disse ghignandomi. Ero completamente impietrita dai suoi occhi scuri, non riuscivo a ribattere, ma anche se lo avessi fatto me lo avrebbe impedito. Dopo pochi istanti lasciò andare la presa, mi lanciò un altro piccolo ghigno e con la sua solita camminata da galletto si allontanò .


Mi raggiunse Courtney, che dopo aver seguito la scena da lontano mi abbracciò e mi consolò caldamente. A dire la verità non mi sentivo per niente male, mi era piaciuto avere le sue mani a contatto con la mia pelle, in un certo senso l'avevo sentito vicino.

Si sciolse dall'abbraccio e insieme ci dirigemmo verso la classe. Praticamente quel poco tempo che avevamo a disposizione all'intervallo l'avevo passato con Liam.

Le ore successive le passai a scarabocchiare sul quaderno ma, a volte, per farmi vedere attenta prendevo un minimo di appunti. Lui invece è letteralmente stravaccato sulla sedia al cellulare; ormai anche i professori avevano rinunciato a farlo stare attento.

Alla fine delle lezioni, suonata la campanella, nell'intento di prendere lo zaino i libri mi caddero dal banco spargendo alcuni fogli in giro per la classe, mi accasciai per recuperarli ma un piede sulla mia schiena mi buttò a terra. Sentendo sghignazzare girai la testa e guardai dal basso il volto della cattiveria in persona.


"Possibile che tu non riesca nemmeno a mettere i libri nello zaino?" Sbuffò una risata a viso serio.

"Ecco io.." Mi rialzai con i libri attaccati al petto e lo sguardo rivolto ai suoi occhi vuoti di amore.

"Shh.." Appoggiò l'indice sulle mie labbra scuotendo la testa "Ti avevo detto di non rivolgermi la parola, bambina." Aggiunse con tono ovvio per poi uscire dalla classe con una bretella dello zaino sulla spalla, Dopo aver riposto i libri nella cartella mi morsi il labbro inferiore e uscii a mia volta dalla classe.

Un brivido corse velocemente lungo la mia schiena richiamando nella mente il pensiero del suo dito sopra le mie labbra. Mi faceva un po' arrabbiare il fatto di non poter avere una conversazione tranquilla con lui. Ero obbligata a farlo sentire superiore, cosicché avesse potuto comportarsi da duro nei miei confronti, ma più lo faceva, più cresceva l'attrazione su di lui. Non avevo scampo, decisamente.


Enemy.||l.p.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora