𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐕𝐈𝐈. 𝐒𝐩𝐢𝐚𝐜𝐞𝐯𝐨𝐥𝐢 𝐫𝐞𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐜𝐞𝐧𝐳𝐞

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~ 𝟐𝟎𝟑𝟎 ~

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~ 𝟐𝟎𝟑𝟎 ~

Max richiuse le tende e sbuffò tra sé. «Spero che a Obyria non stia piovendo. Non c'è niente di peggio dello sposarsi con la pioggia.»

Pioveva ad Athanasia e non si trattava di pioggerella, ma di un autentico acquazzone. La città era magnifica, ma non in momenti come quello. In giorni del genere risultava cupa, quasi come il set di un film noir d'altri tempi.

Si voltò a guardare Dario e trattenne un sospiro demoralizzato. Ripercorrere con lui vecchi e dolce-amari aneddoti rendeva ancora più difficile affrontare il presente. Erano talmente cambiati in quarant'anni che... sembrava quasi di raccontare la storia di due persone che nulla avevano da spartire con loro.

Si accomodò al suo fianco, cercando di prender meno spazio possibile e non farlo stare scomodo.

Gli faceva male, davvero male, vederlo in quello stato. Cominciava quasi a pensare che la morte sarebbe stata una liberazione per lui, perché se conosceva Dario come lo conosceva, sapeva che nel profondo avrebbe preferito qualunque altra sorte pur di non ridursi in quel modo. Parlare, poi, doveva averlo stancato parecchio. Max aveva l'impressione che di lì a poco si sarebbe addormentato, ma ripensando a cos'era accaduto ad Alexander, al modo in cui era morto, era tentato di impedirgli di scivolare nel sonno. Non tutti avevano i nervi saldi come quel buon sceriffo di nome Brian Herden e Maximilian, quando si trattava delle persone a cui teneva, ci metteva davvero poco per perdere la bussola e fare una stronzata di quelle grosse. Aveva il terrore di voltarsi e poi di tornare a guardarlo per scoprire solo che se n'era andato per sempre.

Non era pronto a dirgli addio. Mai lo sarebbe stato.

Lo scosse delicatamente per una spalla e dopo qualche istante vide i suoi occhi faticare ad aprirsi. Se solo Wildbrook non fosse stato a conoscenza della causa di tanto torpore, avrebbe pensato che qualcuno lo avesse drogato pesantemente fino a stordirlo.

«Ehi» lo apostrofò, cercando di nuovo di svegliarlo. «Per una volta che possiamo parlare e stare insieme, tu invece ti metti a fare il Bell'Addormentato?»

Sapeva che non era il momento di ironizzare, ma lui ormai affrontava così gran parte delle difficoltà. Sarebbe stato davvero bello – ragionò tra sé – se proprio come nella fiaba fosse stato sufficiente un bacio, un solo bacio, per risvegliare dal sonno di morte la persona amata. Lo avrebbe fatto senza esitare, senza lesinare sulla quantità di amore da incanalare in quel semplice e potente gesto.

«Scusa» rispose Dario con voce flebile, chiaramente mezzo assopito. Era ovvio che stesse provando in ogni maniera a restare cosciente, ma era più facile a dirsi che a farsi in una situazione del genere.

Max tentò lo stesso di tenerlo sveglio e ancorato, soprattutto, alla realtà. «Non hai mai voluto dirmi perché quella notte ti arrabbiasti. A volte ancora ci penso, cerco di trovare una spiegazione e puntualmente non ci riesco.»

𝐍𝐞𝐯𝐞𝐫 𝐌𝐢𝐧𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora