3. La Via del Ritorno

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Chaaaaaauhg! Respira! Respiro! Fiato, fiato fatuo riportami sulla terra! Mio buon Dio non era il mio momento ancora? No! no non lo era. Annaspo ma respiro, dove siete? It was all a dream? risuona nella mia testa, Notorious B.I.G risale dai meandri della mia adolescienza e mi fa la stessa domanda. Annaspo ma sono sveglio e allora ritorno da te, ritorno da voi:

<< Ciao mamma, ciao Maria, ciao piccola mia, sono tornato, prometto che la smetto, prometto che andrà meglio >> .

E mi ritrovo davanti al vialetto di casa, vedo Giroud, il nostro vicino francese, sorride appena ci vede:

<< Ciao Maria! Ehi Erry! Stai bene? Sono contento di rivederti >> .

<< Sì anche io Giroud, tutto bene, mi sento meglio. Come sta Janine? Mi devi ancora dieci euro per quella partita a poker, non mi dimentico vecchio spilorcio! >>.

<< Mi sa che ti preferivo quando eri in ospedale scoreggione di un italien! >> .

Ci scappa una risata a tutti e tre, saluto Giroud, Maria è accanto a me, mi sostiene, sento l'aria e i suoi profumi, niente è cambiato, ci porta verso casa, non mi ricordavo che fossero così belli gli alberi ai lati della nostra via, non mi ricordavo fosse così bella la nostra via e nemmeno questa strada. Mi viene voglia di sdraiarmici e farmi inondare dal calore di questo nero asfalto. E' quello? no, no Erry è questo, non ricordi? no ti dico che è quell'altro! Maria mi interrompe e mi frena, mi mostra la via e arriviamo al nostro palazzo, sembra più bello anche lui, saliamo le scale, vietato fumare, maniglia color oro ed eccomi tornato. Non c'è nebbia, riesco a vedere ogni angolo e a toccare ogni muro, il sole brilla come una supernova, la camera di Gioia è vuota, qualche vestito sul letto, disordinata come sempre.

<< Hai fame Erry? >>, mi grida Maria dalla cucina, mi ero dimenticato di quanto mi mancasse la sua voce, la sua tenera voce perforante in grado di parlare direttamente al mio cuore. Ci sediamo a tavola e la normalità sembra esser tornata a casa con me mentre la disperazione sembra esser rimasta sotto quei rettangoli luminosi. Arriva Maria con i suoi capelli neri e solo due piatti, mi sorride, mi parla e la sento ora, mi tocca e la sento ora. Un secondo e ci ritroviamo sul divano, mi sta sussurrando qualcosa nell'orecchio, cerco di imbrigliare questo momento, ne avrò bisogno: << Mi dispiace Maria >>, mi interrompe, mi ferma le labbra con un dito.

<< Solo, non farlo più, non voglio perdere nessun altro >> .

Un attimo dopo siamo al parco, è quasi buio, quasi. Un filo di luce all'orizzonte ancora illumina fiocamente i led colorati delle giostre, che scalpitano davanti a noi e oltre al classico carillon con cavallini dondolanti c'è una ruota panoramica, alcuni banchi colmi di peluche, la macchina per lo zucchero filato, più in fondo quella dei pop-corn. Davanti a noi si erge un mostro meccanico enorme che tira su e giù una fila di persone urlanti, riempite di entusiasmo e luminose di paura: vanno davvero in alto, mi vengono le vertigini solo a guardarle ma è uno spettacolo affascinante. Fiumi di persone scorrono velocemente intorno a noi, lei è qualche passo avanti a me, incantata da quello spettacolo, le sto portando un po' di zucchero filato dal colore violetto, appoggio il mio viso alla sua spalla. Il filo di luce se ne sta andando e i led luminosi ora sono i soli cavalieri impavidi a contrastare il primo velo buio. Le mie braccia cingono i fianchi di Maria così come prima cercavo di imbrigliare quel momento ora non cerco solo di catturare questo momento ma anche questa persona: ritorno da te.

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