Spartisco ogni giorno il mio corpo con una manciata di iene, divorano l'angoscia, si insinuano nella mia mente e mordono, cercano il bianco, cercano di uscire, intrappolate in un groviglio di rami soffocano alla vista di una donna dai capelli castani dove mi appendo ogni mattina e dondolo fino alla sera, per arrivarci alla sera. Allento la presa, scivolo fino ai suoi occhi marroni, dove mi nascondo ai margini del nero per poter convivere con una manciata di iene: rimango qui fino allo scadere del giorno, quando i rami perdono intensità e i solchi si approfondiscono. Il nostro letto è sempre vuoto, è sempre calmo, le coperte senza colore, i cuscini tutti scomodi e fa sempre freddo, la Primavera non sembra più arrivare e il Sole non sembra più toccarmi ma spostarsi appena tento di imbrigliare un po' del suo calore. Maria, amore mio, tu non hai freddo? Mi ha perdonato. Mi deve aver perdonato, è ancora con me quindi mi deve aver perdonato. Sei ancora con me? Mi sveglio molte notti di soprassalto, mi sveglio? rivedo la scena, mi risveglio e spero che sia stato solo un brutto incubo, ed è solo un brutto incubo ma è anche la realtà. Non sono libero nemmeno quando dormo, ormai non riesco a distinguere il sonno dalla veglia, le mie mani non le sento più mie, le mie braccia mangiate dall'interno vivono ormai di vita propria, non vogliono stare con me. Le mie gambe non vogliono più muoversi, le sento formicolare alle giunture, vogliono staccarsi dal resto del corpo, non vogliono stare con me. Il mio petto non si fa più ascoltare, spine indelebili conficcate nel collo non mi permettono di piegar la testa e guardar nel cuore. Cuore, debole cuore, molestato e violentato ormai ripetutamente dal mio tormento, custode e colpevole siano quindi le stesse persone. I miei occhi non sopportano più gli specchi, non sopportano più la mia vista, il mio volto. I miei occhi connessi con l'anima non vogliono più vedere, una cecità improvvisa allerta il mio sistema nervoso che ora brancola nel buio, non vogliono stare con me. Maria, i tuoi occhi vedono? Cosa vedono? Aiuta un povero cieco a ritrovar la via di casa, o dagli un coltello e che la trovi lui da solo la via per il ritorno. Ogni volta che torno a casa, con me torna tutto. Ogni volta rivedo tutto, ogni volta una parte di me muore, arrivo a casa e muore anche l'altra. Non riesco a capire come lei possa esser ancora con me, non mi capacito di questo. Entrare in un cimitero non è mai stato così difficile, credo sia facile solo per i morti. Vado a trovarla ogni settimana, convinto di vederla uscire e venirmi incontro. Sepolto lì sotto ci sono io, soffocato dalla terra inutile contro le spine della mia anima appassita quella notte, una parte di noi è morta, e l'ho uccisa io. Sepolto lì sotto ci sono le mie grida, attutite dalla terra, inaudibili grida, che scavano con le unghia per trovare luce, aria per i miei polmoni, ma le grida non si sentono, non c'è luce per me, padre e figlia siano quindi alleati. Sepolto lì sotto ci sono singhiozzi di gioia, lacrime di tristezza, il primo amore e l'ultimo, papà? mamma? forse un'altra mamma, una bella casa, un cane, libri non letti, film non visti, musica da ascoltare, odori da sentire e colorare. Sepolta qui sotto c'è la mia vita. Sei ancora con me?
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Entropia
HorrorAnima, trasformati in goccia di rugiada e piovi nell'oceano e lì scompari. Scorre la vita tra le nostre dita, il nostro destino ce lo ritagliamo con le nostre stesse mani, a volte nel posto sbagliato. E tu, hai preso la strada giusta o dentro di te...