Chapter four

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ZAYN

-Cazzo Zay, stai da schifo.-
Furono le prime parole di Liam, non appena ebbe sentito i tre lunghi squilli del termometro che mi aveva costretto a mettere in bocca, per provare la temperatura corporea.

Sembravo un coglione con quel coso in bocca.

Dopo aver passato una settimana con Liam, tra feste, pub ed altre cazzate varie, mi ero preso davvero un bel febbrone, oltre ad un forte raffreddore, che trasformava la mia voce in qualcosa di ridicolo. Era da tutta la mattina che mi sentivo male ma stavo solo cercando di far finta di niente, per evitare che Liam mi costringesse a stare a letto, mentre lui mi preparava un po' di brodo di pollo; eppure era proprio quello che stava succedendo. I miei sforzi andarono in fumo non appena iniziai a starnutire incessantemente, in quanto, a causa loro, Liam portò la mano sulla mia fronte e notò subito che scottavo e che quello non era 'una semplice allergia', così mi mandò a letto. E più continuavo a girarmi e rigirarmi, più non riuscivo a trovare una comoda posizione con cui avrei potuto accogliere le braccia di Morfeo: avevo freddo, molto freddo e le ossa doloranti mi impedivano i movimenti, oltre al fatto che le mie gambe erano talmente deboli da non riuscirmi a mantenere in piedi.

Dove cazzo era finito Liam?

Sbuffai per la milionesima volta, sembrando una donna in preda dal ciclo, per poi prendere in mano il mio cellulare e navigare un po' in facebook. Anche lì, niente di interessante, anzi, sempre le stesse cose pubblicate per la maggior parte da persone che non conosco e che non pensavo esistessero. Navigai ancora un po', facendo scorrere il pollice sullo schermo e mettendo dei 'mi piace' qua e là, giusto per fare qualcosa, quando vidi una sua foto, una nuova foto. Era lei, non potevo confonderla e nonostante stavo scorrendo abbastanza veloce le varie notizie, il suo volto attaccato a quello di un altro mi colpì, facendomi tornare indietro per guardare quella rappresentazione con più cura. Sapevo che si era trovata un altro uomo, sapevo che quel 'è giunto il momento di prendere strade diverse, con persone diverse' era tutta una fottutissima cazzata mentre io, coglione, avevo creduto anche al 'occuperai sempre una parte del mio cuore'

Fanculo.

-Fammi i complimenti Zay, è uscita davvero bene.- Disse Liam entrando in camera mia con un piatto di zuppa in mano, facendomi subito nascondere il cellulare tra le mille coperte che mi avvolgevano. Era molto soddisfatto del suo lavoro e lo capii benissimo dal sorriso che aveva mentre mi passava il piatto e dagli occhi che mi scrutavano, aspettando un mio qualsiasi complimento riguardo a quella leccornia dietro alla quale il ragazzo aveva speso parecchio tempo, tutto per me.
-Lee, non ti offendere ma adesso come adesso non ho nemmeno la forza di prendere in mano un cucchiaio.- sussurrai, con una voce troppo raffreddata e profonda.
Evidentemente, però, Liam era troppo determinato; dovevo mangiare. E mi sentii un po' a disagio quando lui prese tra le sue mani un cucchiaio che, dopo averlo immerso nel piatto di ceramica, me lo avvicinò alla bocca, facendomi entrare quel liquido saporito, che mi pizzicò leggermente la gola quando la ingerii.
Ed era bello in queste condizioni avere vicino qualcuno, ed era bello avere vicino Liam. Per tutto questo tempo ero rimasto da solo, abituandomi all'idea di non aver nessuno e di dovermi arrangiare, diventando indipendente. Era da tanto che una persona non si prendeva cura di me e sicuramente l'ultima dovrebbe essere stata Megan anche perché i miei genitori non li vedevo da parecchio tempo. Avevo un bellissimo rapporto con loro, per carità, ma era anche da diversi anni che erano tornati in Pakistan, la terra di mio padre, per la morte di mia nonna e si erano fermati lì. Non mi avevano lasciato solo, anzi; avevano prima preferito confidarsi con me e chiedermi il permesso, come se questa fosse uno dei tanti contrappassi usati da Dante per decidere la pena dei dannati nei vari gironi dell'inferno. E questa sembrava un po' il caso di Brunetto Latini che, nonostante fosse il maestro del grandissimo poeta, durante l'incontro negli inferi, si era messo a parlare con il suo discepolo dal basso e a seguirlo in ogni suo movimento. La novità stava quindi nel maestro che segue il discepolo, e non viceversa, come dovrebbe essere effettivamente, così come adesso i miei genitori chiedono a me il permesso di fare qualcosa.

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