Capitolo 1

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Quando i miei genitori mi hanno riferito che stavamo per trasferirci non capii inizialmente quella parola. "Trasferirsi? Cosa..cosa vuol dire trasferirsi?" chiesi con tutto il fiato che mi rimase in corpo. Mia madre non era mai stata una tipa da mille spiegazioni, se lei diceva una cosa era così punto,pochi se e pochi ma. Quindi in quel momento la guardai con gli occhi che urlavano la piena ingiustizia che provavo in quel momento. Lei mi guardava con quei occhi marroni,grandi e intensi. A volte erano difficili da affrontare in quanto sapevano ucciderti e confortarti nello stesso istante, aveva i capelli neri e corti, costantemente fuori posto e costantemente ricci, di quel riccio che si incastravano mille nodi che lottavano fra loro. Mio padre invece era chino sul tavolo. I capelli corti, castani e qui occhi che tradivano ogni sentimento, di un verde intenso, un verde che mi aveva donato anche a me. Vedendolo in quell'istante pensai a quanta tenerezza mi potesse creare.. Forte e debole, un ossimoro vivente. "Dobbiamo consultare un medico diverso, ed il miglior oncologo si trova a Milano. Dobbiamo farlo Gabriele. Rimarremo uniti e partiremo. " Mamma aveva un tono di voce pacato e gentile, come per persuadermi che sarebbe stata tutta una bella favola col finale tipo "e vissero tutti felici e contenti", ma la vita non è una favola mamma, la vita è una lotta continua dove il lieto fine non ha il sapore del "per sempre", ma a volte dura solo un secondo. Sapevo anche che bisognava partire per lei,mia sorella. Lara aveva un tumore al cervello, un bel compagno a 14 anni no? Il punto era che era situato in una zona troppo rischiosa,così se da una parte vedevo i miei passare da un medico all'altro, mi bastava girarmi per vedere quella testolina pelata cadere dalle scale perché troppo debole. Stare li fermi, impotenti, a guardare chi muore dentro. C'è cosa più crudele?
Mio padre alzò il volto e mi guardò con gli occhi colmi di tristezza. "Partiamo fra due giorno Gabriele, inizia a sistemare la tua roba". Dovevo racchiudere la mia vita della durata di 17 anni in pochi scatoloni. Va bene. Lo avrei fatto. Per Lara.

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