Capitolo 14

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Uscimmo da scuola, io coi pugni chiusi e l'ansia di ricevere brutte notizie al mio ritorno da quella lunga mattinata fra i banchi, Amanda  invece era tranquilla, con un aura di felicità che la circondava, entusiasta all'idea che avrebbe finalmente conosciuto mia sorella. Non so bene perchè ma l'idea mi portava agitazione. Sapevo che Lara l'avrebbe voluta conoscere, e sarebbe stata una cosa positiva, in modo tale che sarebbero probabilmente diventate amiche e  lei avrebbe potuto confidarsi con Amanda, più di quanto non facesse con me. Nonostante tutto, le paure, gli sconforti, l'ansia, quello che stava per accadere rappresentava un passo avanti per me ed Amanda. Lara era il mio segreto, il mio gioiello, la cosa più preziosa che avevo e in tutto questo Amanda non era mai entrata del tutto, certo la storia la sapeva, ma un conto è ascoltare un racconto, un'altra è entrarci dentro, sentire ogni emozione penetrarti fra le ossa, intrufolarsi fra il fegato e raggiungere il cuore. Era così diverso, ma era necessario. Arrivammo al portone di casa, estrassi le chiavi dalla tasca dei jeans ed incrociai i suoi occhi, così brillanti e vivaci. 

-Sono felice che sei qui, però ... magari all'inizio Lara ti smembrerà  strana, ma è solo stanca, sai i medicinali, le crisi.. ti disintegrano l'anima piano, in maniera lenta .. quindi.. -

-Maddai, pensi davvero che sarò sconvolta per un musetto stanco? Andrà bene .. ok?-

Si andrà bene 

In cucina vi era mia madre, attaccata al pc, con gli occhi vigili sullo schermo, ed una tazza di caffè stretta in mano. Non sapevo cosa faceva, se cercava storie di genitori che persero i figli per il cancro, o magari qualche medicinale che avrebbe portato a veri e propri miracoli. Non sapevo più come stava, vedevo solo una donna stanca, che regge con le sole forze una situazione sgradevole a chiunque. Non sapevo cosa voleva dire vedere una figlia che camminava verso il proprio degrado fisico, ma sapevo cosa voleva dire vedere una sorella che regge il proprio mondo con la sola forza del proprio sorriso. 

Alzò lo sguardo dallo schermo, vedendo la mia ombra raggiungere il tavolo.

-Ciao mamma-

-ciao tesoro, come è andata?-

-Bene, lei è Amanda, una.. amica.-

-Tanto piacere, sono felice che sei qui, scusa il disordine ma ultimamente sono una pessima casalinga-

-Oh no, non deve scusarsi, le assicuro che camera mia è messa nettamente peggio, non vi è confronto-

-Bene, noi andiamo a vedere Lara.-

In effetti la casa non era ordinata, fogli ovunque, scatole di medicine sparse per casa, la mia felpa rossa sbiadita per terra ... cosa ci faceva la mia felpa rossa sbiadita per terra?

Mi fermai davanti alla porta della stanza di Lara e guardai Amanda, bella, solare e sorridente. Dio quanto era bella.

-Pronta?-

-Pronta-

Lara era a letto, con l'Ipad  sulle ginocchia e le cuffie. Non ci vide subito, troppo concentrata in qualche film troppo romantico o di paura. L'ammiravo per questo, per vedere gli horror senza batter ciglio. Anni prima, quando eravamo solo bambini, mio padre decise di farci vedere un horror (per un motivo che ancora ignoro) ed io, essendo il più grande e l'ometto di casa, avrei dovuto dimostrare un certo coraggio, che purtroppo si nascose in quale luogo sconosciuto della mia testa. Odiavo gli horror, nella maniera più assoluta, ed in quella occasione non feci altro che nascondermi dietro un cuscino, mentre Lara, che era più piccola, vide quel film con una tale ammirazione che gli horror divennero il suo pane quotidiano. Ed ora, nonostante passarono anni e le vicende del tempo modificarono drasticamente le nostre vite, la mia principessa era ancora lì, nel buio della sua cameretta, a vedere chissà quale horror.

-Ehi principessa, che fai?-

-Un film. Deduco che tu sia Amanda, la ragazza di mio fratello.-

-Eh... credo di essere io ahahah-

Amanda non aveva detto che  non era la mia ragazza, quindi, o voleva seriamente esserlo, o voleva accontentare mia sorella, ma in entrambi i casi, la cosa mi andava più che bene. Amanda si sedette a fianco di Lara, mentre io me ne stetti vicino alla finestra, dando una rapida occhiata agli alberi che mutavano colore, passando dal verde acceso all'arancio.

-Che film guardi?-

-Un horror, sono sempre obbligata a vederli da sola perchè Gabri ha paura, ma ovviamente tu devi far finta di nulla, sai non vuole che si venga a sapere. Lui teme sempre ciò che la gente pensa. Forse è per questo che non a mai portato una ragazza a casa.-

-Lara, stai parlando un po troppo sai?-

-Non ascoltarlo Lara, ignoralo totalmente, è un uomo, qualunque cosa tu dirai contro di lui, Gabriele negherà totalmente, per questo le donne hanno creato la tattica dell'ignorare, e direi che funziona.-

Osservavo quelle due e vedevo già qualcosa di positivo nell'aria, una sorta di felicità. Capisci l'importanza di una cosa quando non l'hai più, ed io negli ultimi giorni soffrivo per la mancanza di quel sentimento e Dio solo sa, quanto in quella famiglia, vi era la necessità di una boccata d'aria da tutti i problemi.  

Lara sembrava a suo agio con Amanda, parlavano e ridevano e in cuor mio avevo la consapevolezza che portare Amanda da mia sorella era stata la cosa più giusta che si poteva fare. Stavo ridendo. Una risata al gusto amaro di tristezza forse, ma con un grande aroma di felicità, e amore. Amore per Lara che rideva come non faceva da mesi e amore per Amanda, che era la cosa più bella che mi era capitata dopo il mio arrivo a Milano.

La felicità però non dura sempre, è solo questione di tempo, una manciata di ore e pure quel sentimento ti sfugge fra le mani, scivolandoti via. La felicità non è altro che droga, pura dipendenza.

Mentre guardavo mia sorella, vidi un ombra sul suo volto. Era già capitato e significava che le stava per succedere qualcosa. Corsi nell'angolo della stanza, dove mia madre aveva posato una bacinella per ogni necessità . Gliela porsi fra le mani e Lara la strinse a se, mentre piegava la testa e vomitava sangue. Amanda si alzò di scatto, presa dalla paura e dalla rapidità della vicenda. Io mi sedetti a fianco di mia sorella, accarezzandole la schiena.

-Va tutto bene principessa, butta fuori tutto, così brava. Tranquilla, l'abbiamo già superato altre volte-

Furono le uniche parole che mi vennero da sussurrargli in quel momento, mentre il sangue le sgorgava fuori dalla sua bocca, colorandogli le labbra e riempiendo i suoi occhi di lacrime. Guardai Amanda, in piedi di fronte a me. Non sapeva cosa fare, e in realtà non c'era nulla da fare. Mia madre entrò nella stanza di corsa, spalancando la porta e vedendo la scena si precipitò verso Lara, prendendo il mio posto. Mi alzai e portai Amanda fuori dalla stanza, prendendogli la mano che le tremava.

-Mi dispiace ti giuro, forse è stata colpa mia, l'ho fatta agitare troppo.-

-Amanda, guardami.- aveva gli occhi sfuggenti, che evitavano il mio sguardo, angosciati.

-Non è stata colpa tua, le è già capitato. Mi dispiace che hai dovuto assistere alla scena.-

Le accarezzai il viso. Volevo tranquillizzarla, farla smettere di tremare e feci l'unica cosa che mi parve più ovvia, la baciai. Forse non era la situazione più romantica e tranquilla, ma l'amavo, e la baciai. Nessun bacio è un errore se fatto con l'amore più sincero del mondo.

Come di notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora