Capitolo 9

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"Siamo esseri totalmenti vuoti, ricolmi da tristezza e ansia". Era questa la prima frase di apertura al tema che mi fece passare le mie prime due ore intense in quella scuola. La tematica era semplice e diretta, " chi sono i giovani di oggi". La ritenevo una traccia al quanto interessante e non si certo banale, essendo che la gioventù è come una corrente d'aria che subisce modifiche nella sua forza ed intensità ma non si ferma mai. Di conseguenza ero li, in quella stanza troppa bianca per i miei gusti personali, mentre ero attorniato da persone che fondamentalmente stavano scrivendo un tema su se stessi ,in quanto sono loro i giovani di oggi. Amanda era seduta un paio di banchi di fronte a me, mentre di fianco aveva trovato sistemazione Giacomo. Quel ragazzo era...particolare. Non troppo loquace ma neppure troppo invasivo nelle rare volte in cui apriva bocca. Non era affatto volgare. " La volgarità è ormai l'emblema di una generazione nata sotto l'epoca della corruzione." Più pensavo a ciò che mi circondava, più trovavo ispirazione. Maria era invece seduta dietro di me,coi capelli che le coprivano il foglio, già colmo di parole e frasi che sarebbero sicuramente essere pura ispirazione per un poeta. Amanda mi avavo detto che Maria era molto riservata,che amava di gran lunga stare zitta ferma ad ascoltare, piuttosto che parlare. Era il suo messaggio, il silenzio, ed a quanto pare gli usciva anche bene essendo che attraverso il suo silenzione e la visione del mondo che faceva con gli occhi, scriveva poesie.
Onestamente non avevo ancora avuto modo di leggerle ed esprimere un mio personale parere, maa secondo Amanda lei sapeva farci con le parole. Le sue similitudini diventano pura magia scesa dal cielo, così mi raccontava pochi giorni fa davanti a scuola. Non so perché, ma Amanda aveva quel suo strano modo di fare..ogni cosa per lei porta ad una trementa gioia e scossa che ti sveglia e ti porta in una realtà fatta di fiori e musica che ti fa sentire più leggero. Io però mi sentivo sempre più pesante, psicologicamente. Lei ogni volta ki guardava coi suoi grandi occhi, in cerca di chissà cosa in me. Mi definiva ' il ragazzo strano', il che mi stava bene, era sempre meglio di tutti quei soprannomi che avevano dato ex compagni di ex scuola in una ex vita. Non ero uno da soprannomi . Non è che non mi piacessero, semplicemente li trovavo un enorme presa in giro per l'essere umano che dovrei rappresentare . Credo che io mio pensiero a riguardo sia tanto negativo perché nessuno mi aveva dato dei soprannomi che potessero essere positivi, ed era per questo che il nomignolo di Amanda mi stava bene, perche mi faceva sentire speciale. È di questo che ha bisogno la gente, sentirsi speciale, anche per un attimo, un occasione, una vita. Ognuno di noi vive la propria vita in un'aura monotona nauseabonda e quanti di noi,nella loro giornata si sentono speciali ? Una volta? Zero ? E perché la soglia di specialità è cosi bassa ? Viviamo la nostra vita per quale motivo? Pura voglia di soddisfare i propri obbiettivi? Ed una volta terminati c'è ne troviamo di nuovi? Io non so nemmeno se sto vivendo la mia vita come potrei, ma soprattutto come vorrei. Non so se al termine della mia giornata sono realmente soddisfatto. Una cosa però la so. Respiro. Può essere banale ma la respirazione ci porta in circolo tanto di quell'ossigeno che ne siamo dipendenti. Abbiamo la forza di fare 12-16 atti respiratori al minuto e 70 batttici cardiaci al minuto, quindi perché non lottare per una vita intera ? Siamo macchine programmate per vincere le nostre sfide personali che attraversano il nostro cammino ogni giorno, se possiamo farlo, perche non farlo ? È questa la mia realtà di giovane di oggi, essere affamato di vittorie nelle piccole guerre quotidiane. Non molleró, non me lo posso permettere, ho già perso troppo tempo nel riflettere sulla vita e sui suoi drammi, è ora di agire.
Mi alzai e consegnai il tema.

Come di notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora