Quattro

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Sono leggermente nervosa, anche se non dovrei. Voglio dire: non è la prima volta che faccio un prelievo di sangue.
"Signora Verstappen? È il suo turno." Arriccio il naso nel sentire il cognome di Max senza essere affiancato dal mio, ma non posso dire nulla, anche perché è stato Max a prendere l'appuntamento è sempre lui è qui al mio fianco. Pierre non è potuto venire, anche se voleva farlo. Juliette e Jules sono a casa, entrambi con la febbre. L'hanno presa a scuola, un influenza che ha lasciato quasi tutta la scuola senza alunni.
Mi alzo in piedi, seguita da Max, che mi tiene la mano.
Entrambi entriamo dentro la stanza della dottoressa, la quale, una volta che ha saputo chi ero, e quali cognomi porto, ha preferito fare tutto lei stessa.
Mi fanno sedere su una poltrona, mi mettono il laccio emostatico intorno al braccio e mi fanno aprire e chiudere la mano in un pugno per gonfiare le vene.
La dottoressa tasta accuratamente il mio braccio, riuscendo a trovare la vena in poco tempo.
Infila l'ago e nel giro di pochi minuti, mi ha tolto otto provette di sangue.
"Tra due ore avremo le risposte, nel fra tempo ho chiamato la mia collega che le farà un ecografia. La collega la porterà in una stanza dedicata solamente a lei." Aggrotto le sopracciglia, annuendo alle sue parole.
L'infermiera mi aiuta ad alzare dalla poltrona per poi aiutarmi a camminare, senza nemmeno fare avvicinare Max a me, fino alla mia stanza.
Stanza, ridicolmente tutta rosa. Non appena mi fa entrare nella stanza e fa entrare anche Max, se ne va via senza dire una parola.
"Perché ho la sensazione che non tornerò presto a casa?" Borbotto, intanto che Max toglie il lenzuolo e la coperta.
"Sai che se sarà necessario dovrai restare. In macchina c'è una borsa con le tue cose." Sbuffo, sedendomi sul letto. Max mi toglie le scarpe e mi aiuta a farmi sdraiare, aiuto che apprezzo, ma del quale non ho bisogno.
"Jules sta male, non lo lascio."
"Non è solo e io torno da lui, lo sai. Non è la sua prima febbre. Tu preoccupati di te e della principessa, okay?" Annuisco, sistemandomi le coperte.
"Perché non mi hai fatto venire direttamente in pigiama? Sarei stata più comoda."
"Perché il tuo pigiama era verde fosforescente con delle carote fucsia. Avresti attirato l'attenzione."
"Perché non l'abbiamo attirata con la tua Lamborghini arancione, no. Siamo passati inosservati a tutti gli abitanti di Monaco." Max ridacchia alle mie parole, trascinando una poltrona vicino al letto e sedendosi su di essa.
"Sono nervoso." Dice, dopo aver afferrato la mia mano.
"Per?"
"Sarà la prima volta che la vedrò." Mormora, riferendosi alla bambina.
"Non-" mi blocco, perché entra la seconda dottoressa menzionata dalla prima.
"Facciamo l'ecografia, mh?" Entrambi annuiamo.
Max mi toglie la coperta e io sollevo il maglione fin sotto al seno.
"Sarà un po'-"
"Freddo." Diciamo nello stesso momento io e Max.
"Vedo che già sapete come vanno le cose, bene. È la prima ecografia per questa gravidanza?"
"Per me sì." Dice Max.
"Non per me. Almeno una volta ogni quindici giorni la mia ginecologa mi chiama a visita."
"Come mai? Dovrebbe farle una volta ogni tre mesi, ad ogni inizio di ciclo."
"Ho avuto un aborto spontaneo prima del nostro primo figlio e durante la sua gravidanza sono state più le volte in cui sono dovuta stare a riposo che altre. Questa gravidanza mi da più problemi della prima, a partire da delle perdite di sangue alla difficoltà nei movimenti." Spiego, intanto che la dottoressa comincia a passare il rullo sulla pancia.
Sposta il rullo da una parte all'altra, digitando sulla tastiera del monitor alcune cose. Cambia angolazioni ed effetti dello schermo.
"La bambina sta bene, si sta sviluppando nel giusto tempo. Ha parlato di perdite, ne ha avute nell'ultimo periodo oppure ha notato che quando ci sono state lei stava vivendo un forte momento di stress?"
Scuoto la testa.
"Da quando siamo venuti a sapere della bambina, il mio migliore amico, mio figlio e mia nipote sono stati attenti a tutto, in pratica mi hanno messa in panchina appunto per non farmi stressare."
"Il suo migliore amico? E suo marito?"
"Io e Max non stiamo più insieme. Lui lo è venuto a sapere solo due settimane fa."
"Ma la bambina è-"
"Mia. La bambina è mia." Dice subito Max.
"Abbiamo una strana situazione, ancora da chiarire. Comunque sia nemmeno Max mi ha mai causato stress."
"Allora qui il problema non è la bambina ma è lei." Dice, togliendo il rullo dalla pancia e senza proferire più parola, lascia la stanza dopo averci consegnato l'ecografia.
"Che cazzo di gentilezza?" Sbotta Max, alzandosi dalla poltrona.
"Sta stronza!" Sta per tirare un pugno al muro, quando si blocca.
"Sei tornato a frequentare tuo padre, Max?" Lui si gira di scatto verso di me.
"Non-" prende un respiro profondo.
"Non è mai successo con Jules." Dice subito.
"Lo so, idiota. Rispondi alla domanda, sei tornato a frequentare tuo padre?" Lui sbuffa, ma annuisce.
"Vorrebbe incontrare Jules, ma gli ho detto che non succederà mai. Non gli lascerò fare quello che ha fatto a me anche a nostro figlio, soprattutto quando sta iniziando ad amare le gare con i kart."
"Bene. Di a tuo padre che la prossima volta che ti vuole vedere, ci sarò anche io e porca puttana lo attacco al muro se solo osa trattarti di merda."
"Ragazzi? Le risposte delle analisi." Aggrotto le sopracciglia, guardando la prima dottoressa.
"Aveva detto due ore?"
"Sì, abbiamo fatto il prima possibile. I valori sono stabili, solo.. è mai stata anemica?"
"Anemica?" Annuisce.
"Non mi sembra??"
"Lo è, ecco perché si sente stanca e ad ogni sforzo il suo corpo perde sangue. Delle pasticche al ferro e mangiare carne rossa la faranno stare bene."
"Tutto qui? Perché lei ha saputo dirci tutto questo e gli altri dottori no?" Chiede Max, togliendomi le parole di bocca.
"Perché gli altri dottori non sono me, e non solo, ho anche fatto fare degli accertamenti per maggiore sicurezza. Signora Verstappen, lei sta bene. Deve solo mangiare più carne rossa e prendere gli integratori al ferro e vedrai che questa gravidanza sarà una passeggiata."
"Nostro figlio potrebbe essere anemico a sua volta?" Chiedo, giusto per sicurezza.
"Potrebbe, le faccio una prescrizione per le analisi, quando avrete la risposta mandarmela tramite email e vi dirò il risultato."

"Siamo a casa!" Urla Mis, una volta aperta la porta di casa.
"Noi siamo in salone!" Urla a sua volta Pierre.
Con le buste della spesa strette nelle mani, raggiungiamo il salone, dove troviamo Charles sdraiato sul tappeto, con Juliette a cavalcioni sul suo petto e quelli che credo, anzi sono abbastanza certo, siano i trucchi di Artemis.
Jules, invece, è seduto sulle gambe di Pierre ed entrambi stanno colorando.
"Cha? Stai bene?" Charles apre un occhio, puntandolo verso la sorella.
"Mai stato meglio. Juliette mi ha fatto la pulizia del viso e adesso mi sta truccando." Risponde.
"Il tuo occhio..." Mormoro, notando quanto sia rosso.
"Ah, sì, ho la febbre anche io!" Artemis scuote la testa, andando in cucina.
"Perché compriamo solo petto di pollo?" Artemis spunta con la testa dalla porta della cucina, guardando Pierre.
"Perché tu mangi solo quello?"
"Devo mangiare carne rossa." Pierre aggrotta le sopracciglia.
"Abbiamo comprato solo carne rossa. Da questo momento in poi, diventerò io stessa carne rossa." Annuisce, tornando con la testa in cucina.
Pierre mi guarda.
"Anemica. Sta da dio, solo che deve mangiare carne rossa e prendere delle vitamine al ferro." Dico, facendolo annuire.
"Poi la mamma tornerà a stare bene?"
"E smetterà di sembrare uno zombie?"
Dicono nello stesso istante sia Jules che Juliette.
"Esattamente." Risponde Mis, urlando.
"Papà? Posso imparare a cucinare?" Annuisco, guardando Jules.
"Bene. Questa sera cucino io." Si alza dalle gambe dello zio, raggiungendo la madre in cucina.
"Abbiamo visto Master Chef Junior e adesso si è fissato che deve fare il cuoco. Non farmi domande è figlio a te." Borbotta Charles.
"In questo mese quanti mestieri ha cambiato?" Chiede poi Pierre, inclinando la testa di lato.
"Tredici ma alla fine torna sempre ai kart. Ha la velocità nel sangue." Mis torna dalla cucina, con un barattolo di Yogurt alla banana.
"Vincerò più titoli di papà!" Urla Jules.
"Ne sono certa! Ho già scommesso su di te per questo campionato!" Urla Mis.
"Scommetti su tuo figlio?" Chiedo.
"Ho scommesso anche su Carlos, se è per questo. Mi farà vincere tanti soldi."
"Ma per la prima gara?" Chiede Charles.
Mis scuote la testa.
"Quest'anno ti farà il culo, vincerà lui il mondiale. Me lo sento nella pancia."
"Tu nella pancia hai la bambina." Risponde Pierre.
"E la bambina ha già buon gusto. Zio Carlos è tanta roba...è come il vino, più invecchia più è buono." Borbotta Mis.
"Papà, lo zio ti sta rubando il posto."
"No, non ruba nulla, perché sono libera come l'aria. Ricordatelo, amore. La mamma è single e con le carte del divorzio tra le mani solo che lo stronzo di tuo padre ancora non le firma." Jules guarda prima me e poi sua madre.
"Mis, lo sai che tornerete insieme? Perché è palese. Tornate sempre insieme." Artemis si imbroncia, incrociando le braccia al petto.
"Non-" sbuffa, fulminando con lo sguardo Charles.
"Non?" Le fa eco Juliette. Divertita da questa situazione, un po' come tutti noi.
"Andate a farvi fottere, tutti quanti. Io vado a mangiare carne, gelato e gamberi." Pierre a quelle parole si alza dalla sedia, con gli occhi spalancati.
"Diciannove settimane e già iniziamo con le voglie? Vuoi solo questo, piccola? Posso prenderti anche le noci se vuoi." Mis sorride ampiamente.
"Maionese."
"Vuoi della maionese?" Artemis annuisce.
"Metto la maionese sulla carne, poi ci spalmo sopra i gamberi e ricopro tutto con il gelato." Spiega.
"Farà davvero schifo." Borbotta Charles.
"Te lo farà sapere Max." Deglutisco a quelle parole, sentendo le forze venirmi sempre meno.
"Papà, sei bianco..."
"Lo è sempre, amore. Ti tiri indietro Verstappen?"
"Mai. L'ho già fatto, ricordi? Nessuna voglia batterà quella di alici, sedano, gelato al pistacchio, formaggio fuso e crostata di more. E tutti questi ingredienti ti hanno sempre fatto schifo."
"Andiamo a cucinare, amore? Facciamo sentire male papà? Mh?"

Broken Heart | Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora