Sei

167 11 0
                                    

Le minimoto. Tra tutti gli sport esistenti, i miei figli hanno scelto le minimoto.

Il che, voglio dire, va bene. Se solo non ci fossero Pierre e Max che se la stanno facendo sotto per la paura, facendomi venire l'ansia.

Lando si sta occupando di tutto.

Ha fatto sedere Jules a terra mentre si occupa di Juliette. La quale, con la giusta dose di protezione e un paio di giri di pluriball intorno al casco, è seduta sulla mini moto, con Lando che glie la regge.

Le spiega tutto quello che deve sapere e soprattutto, sotto mio obbligo, le spiega più volte come frenare.

"Adesso ci proviamo, okay? Zio Charles è lì giù, lo vedi? — Juliette annuisce a quella domanda — Devi arrivare da lui, la strada è tutta dritta. Pensi di riuscirci?" Juliette solleva la visiera del casco e fulmina con lo sguardo Lando.

"Certo che posso riuscirci. Sai chi è la mia famiglia? Mia madre è Artemis Leclerc!"
A quelle parole sento Max e Pierre trattenere il respiro al mio fianco.

È da quando che abbiamo lasciato il supermercato una settimana fa che Juliette casualmente si rivolge a me con quel termine.

Max crede che sia dovuto al fatto che sente sempre Jules chiamarmi in quel modo e che adesso sente il bisogno a sua volta di farlo anche lei. Anche se è consapevole del fatto che io non sia la sua vera madre. Ma l'ho cresciuta come tale. Beveva il latte da me, grazi agli integratori alimentari che me lo avevano fatto tornare. Non ringrazierò mai abbastanza il medico per questo.

"Mamma?" Sbatto le palpebre e volto la testa verso Jules, il quale sbatte i suoi occhi verso di me.

"Si?" Mormoro, ringraziando il cielo per non essere scoppiata a piangere dal nulla.

"Zio sta aspettando il tuo okay per mandare Juliette." Annuisco a quelle domande.

"Non sottovalutare mia figlia, milkie. Vai dritta da zio Charles, okay? Non girare il manubrio per nessuna ragione al mondo." Juliette a quelle parole annuisce più volte.

E Juliette lo fa. Va dritta da Charles, ma non frena. Quindi Charles si ritrova lanciato a terra con Juliette che urla di averlo ucciso.

Lando corre dietro di lei con la sua moto da cross.

"Okay, aquila. Calmati. Charlie sta bene, si è spostato in tempo." Scoppio a ridere a quel soprannome.

"Scusa!" Urla Juliette. Charles si rimette in piedi e si sistema il pluriball intorno al suo bacino.

"Sto bene! Guarda! Nemmeno un graffio!" Charles comincia a fare le giravolte per farle vedere che si, sta davvero bene e che Pierre ha avuto ragione.

"Vuoi tornare indietro? Sta volta senza investire nessuno, perché hai capito quando e come frenare." Juliette annuisce a quella domanda. Perché è testarda e orgogliosa.

Torna indietro, più piano di prima e con Lando sempre al suo fianco, fino a frenare esattamente davanti a Jules. Scende dalla moto, aiutata dallo zio, e si lancia tra le braccia di Pierre, che subito la prende in braccio.

"Non lo farò mai più!" Urla nel collo del francese.

"Va bene, amore. Troveremo altro da fare. Dovete ancora imparare a cucinare." Le risponde Pierre. Juliette annuisce a quelle parole.

"Devo far sopravvivere mamma Mis." Borbotta. A quelle parole sbuffo, incrociando le braccia al petto.

"È il tuo turno, Jules." Mio figlio guarda prima me e poi Max, entrambi annuiamo nella sua direzione. Max tre passi più vicino a me, ovvero attaccato al mio fianco.

Broken Heart | Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora