Tre

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Arthur è all'entrata del salone, ha le braccia conserte insieme alla mascella serrata; quando ha questa postura significa una sola cosa: è arrabbiato.
Max si alza in piedi di scatto e guarda prima me e poi mio fratello minore alla ricerca di parole che non trova.
Sbuffa e torna a sedersi sul divano.
Non è mai stato tanto bravo con l'improvvisazione ma con Arthur serve a poco, riesce a sentire l'odore di una bugia a centinaia di chilometri di distanza.
«Allora?» domanda ancora una volta facendo alcuni passi in avanti.
Mi metto a sedere aiutata sia da Pierre che da Max e quando i miei piedi toccano terra, mi alzo e mi guardo intorno.
Non voglio far preoccupare Arthur. Quando gli ho dovuto dire a forza dell'aborto spontaneo che ho avuto prima di avere Jules è stato per settimane a tartassarmi di telefonate e messaggi. È normale che si preoccupi di me perché io mi preoccupo per lui, ma lui sa essere come la mamma e con la mamma ci ho litigato spesso a causa di questo.

«Qualcuno può dirmi cosa sta succedendo? Max?» Arthur punta subito l'anello debole tra noi tre e so che Max sta per parlare perché si sta torturando il bracciale che ha al polso.
«Apri la bocca e ti scordi di far parte di tutto questo.» sussurro nella direzione dell'olandese facendogli spalancare gli occhi.
«Nulla di importante, tranquillo.» dice subito Pierre prendendo in mano la situazione.
«Artemis ha un po' di problemi causati dalla gravidanza ma ce la caviamo perfettamente. Non vogliamo che Charles lo sappia perché sai quanto desidera una nipotina. Ha già scelto il nome e vuole essere il padrino..» Pierre lascia il discorso sul vago e Arthur per un breve istante pare cascarci alla grande ma poi scuote la testa per poi inclinarla di lato.
«Charles sa di questi problemi. Me ne ha parlato, è per questo che sono passato. Volevo assicurarmi che stessi bene ma a quanto pare non è così. Non vuoi dirmelo? Va bene. Ma Charles prima o poi lo verrà a sapere e quando lo saprà e ti odierà, poi non venire a piangere da me.» Il tono di voce di Arthur è freddo.
C'è rimasto male, lo capisco.
Max geme passandosi le mani tra i capelli.
«Mis sta realmente male ma non sappiamo cosa abbia. Tra due settimane abbiamo la visita e quando lo scopriremo lo diremo immediatamente a Charles. Questo problema potrebbe causare dei disagi durante la gravidanza, compreso un aborto spontaneo e non vogliamo che Charles o gli altri possano stare con il fiato sul collo di tua sorella. Mi sto prendendo cura di lei e sai che sono bravo in questo. Se non lo abbiamo fatto sapere prima è solo ed unicamente per non farvi preoccupare senza avere nulla di certo tra le mani. Questo è tutto.» Sorprendentemente non è stato Max a spifferare tutto ma Pierre.
Arthur è rimasto in silenzio, forse sta cercando di assimilare a pieno le parole del francese o forse sta per avere una crisi di nervi e a breve scoppierà a piangere. Noi Leclerc siamo abbastanza problematici per quanto riguarda il mantenere la calma e ogni scusa è buona per farsi un pianto.
Arthur adesso ha iniziato a boccheggiare ma ancora non riesce a parlare.
«Fa con calma. È molto da assimilare, io mi vado a fare un pisolino.» dico lasciando immediatamente il salone.
Non voglio farmi un pisolino ma ultimamente Arthur preferisce evitare di farsi vedere piangere da me, per questo l'ho lasciato solo con Pierre e Max.
Pierre sa cosa ho passato e sto passando quindi può spiegargli il tutto per filo e per segno mentre Max lo ha scoperto oggi, probabilmente sta nella stessa situazione di mio fratello minore ma almeno lui riesce a gestire meglio le emozioni.
In questo caso possono farsi forza a vicenda senza doversi vergognare di star piangendo davanti a una ragazza.

Max's pov

Appena la porta della mia ex camera da letto, quella che condividevo con Artemis viene chiusa, Arthur scoppia a piangere e si butta sul divano nascondendo il viso sulle gambe di Pierre.
Il mio ex compagno di squadra gli accarezza la testa per poi mettergli sopra una coperta.
«Va tutto bene.» sussurra il francese.
Arthur singhiozza e gira la testa di lato.
«Voi Leclerc siete davvero troppo emotivi.» borbotto facendo ridacchiare il pilota numero dieci.
«Io convivo con due di essi, è dannatamente vero.» risponde immediatamente.
«Ehi, Jules è per metà Verstappen, non dimenticarlo.»
«Si, lo è. Ma vive con Mis, cosa ti aspetti?» ridacchio annuendo.
«Perché tutto a lei?» sussurra Arthur, tra un singhiozzo e l'altro.
«Ce lo chiediamo tutti. Ascolta, non sarà nulla di grave e Mis è forte. Sapevamo fin da subito che ci sarebbero potute essere delle complicanze con le gravidanze. Lo abbiamo messo in conto con Jules e l'aborto precedente a lui. Andrà tutto bene, okay? La bambina starà bene. Ha i miei geni e quelli di tua sorella, è già una forza della natura."
"Ma adesso Mia sta male." Sussurra Arthur.
"Sì, ma starà bene. Lo sai, è forte." Risponde subito Pierre, accarezzandogli la schiena.
"Ragazzi!" Arthur scatta in piedi in un istante nel sentire la voce del fratello.
Sì guarda intorno, correndo poi in bagno.
"Mi date una mano?" Urla ancora Charles.
"Per fare?" Rispondo, urlando a mia volta.
"Ho comprato tantissime cose per la mia nipotina! Dobbiamo colorare la stanza e montare la culla e le mensole!" La testa di Mis spunta fuori dalla nostra ex camera da letto. Ha il terrore dipinto in viso.
"Mandatelo via a calci in culo se necessario. Non può vedere Arthur in questo stato." Sussurra.
"È tutto fatto!" Urla Pierre.
"Che cazzo significa? Mi hai privato di fare la stanza a mia nipote?" Pierre mi guarda.
"Inventati qualcosa." Sibila.
"Charles, in questo momento siamo occupati?"
"A fare?"
Mis mi guarda.
"Max e Mis stanno scopando e io stavo cercando di dormire!" Spalanco la bocca alle parole di Pierre.
"Ah. Merda. Torno sta sera!"

Broken Heart | Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora