◆Capitolo 3

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Humn, God, Demon~

La caparbietà della mente dotata di animo le sfuggiva sempre.
Il suo cervello non riusciva a comprendere appieno quella tristezza logorante che le mordeva a sangue l'anima.
Stava per legarsi ad un dio,no?
Allora perché era così distrutta?
Donne e uomini dell'Ade avrebbero ucciso pur di entrare nelle grazie di Hypnos e non solo. Nonostante ciò era entrata come in trance da vari minuti, se non ore, in quella camera che Ade le aveva gentilmente concesso per pernottare i giorni a seguire, in attesa della grande cerimonia serale. Seduta sul talamo avvolto nella seta rossa, Y/N puntava gli occhi vacui al pavimento. Un immaginaria e invisibile nuvola grigia di insoddisfazione a vorticarle sopra la testa.
Fuggire era impossibile.
Le chiavi dell'ultimo girone dell'inferno le erano state accuratamente sottratte, e non per cattiveria di Ade, ma solamente perché erano state affidate a qualcun altro che aveva preso il suo posto, ora che lei non era più la padrona del Tartaro.
Ribellarsi? Nemmeno per sogno.
Autorità e patriarcato erano all'ordine del giorno nel regno degli inferi, anzi no, non solo negli inferi, ma in tutti i mondi che la circondavano, che sia divino o umano. E sarebbe risultata una traditrice ingrata agli occhi di ogni essere che incrociava il suo cammino, sempre che fosse sopravvissuta alla furia di Hypnos, sicuramente contrariato dall'inaccettabile rifiuto nei suoi confronti.
Non sapeva cosa fare o come uscirne, fatto sta che l'unica cosa che il suo cervello confuso le suggerì al momento, furono semplici e dettagliate immagini del semidio che le aveva messo in discussione i sentimenti solo due giorni prima. Quegli occhi, che aveva visto così contrariati e iracondi non potevano che sostenerla, e anche se le facevano paura, al contempo creavano un legame di fiducia reciproca che la spingevano a credere quanto lui fosse a suo modo scontento della cosa, tanto quanto lei. Si alzò di scatto, facendo allisciare verso il suolo l'elegante e pregiata vestaglia color crema che le avvolgeva il corpo. Avrebbe trovato in Taehyung il perfetto alleato contro quell'ingiustizia, e ora non restava che trovarlo da qualche parte in quell'enorme regno. Sempre che non avesse già tirato le cuoia approfittando del cambio di guardiano dell'ultimo girone, abbandonandola lì senza ritegno alcuno. E Y/N non era poi così sicura che Taehyung, non fosse in grado di mettere in atto qualcosa di così meschino, infondo era sempre il figlio di Ade, e non vantava di certo dello stereotipo del giusto, perfetto e buon eroe. Sperava solo che non avesse ereditato dal padre quel particolare egoismo per il quale tutti erano considerati solamente pedine effimere, usate al meglio esclusivamente per il bene proprio o del reame.
Afferrò la maniglia d'ottone della porta e la girò, mentre l'angoscia le risaliva dall'interno fastidiosamente, dalla punta dei piedi fino a quella delle ciocche corvine. Ma questa non si aprì se non dall'esterno facendole prendere un colpo, quando le spuntò davanti la faccia che più detestava al mondo e l'ultima persona che ora desiderava vedere. Y/N deglutì, ingoiando un pesante groppo di saliva che urticava la gola, resistendo all'impulso di sputare direttamente a quella faccia da schiaffi che le aveva invaso la camera ornata di gigli bianchi. "Cosa volete da me?" sputò semplicemente, aizzando lo sguardo tagliente contro il biondo. Hypnos non rispose, sorridendo piano, non appena vide i bianchi fiori decorare la stanza di lei e la veste immacolata a ricoprirla. "E' ironico come voi, una succube sfrontata e perversa, siate passata dal nero e rosso al bianco candido e puro. Non saranno di certo vesti e fiori di tale colore a mascherare la vostra pochezza d'animo."
Y/N schioccò la lingua sul palato, fissando le iridi taglienti in quelle di lui, poco toccata dai soliti e cattivi commenti del dio del sonno. "Sono le ancelle avermi agghindato così, e beh se non altro, è proprio questa succube sfrontata e perversa che voi volete nel vostro talamo, o sbaglio mio signore?" Hypnsos strinse i denti, e la donna quasi giurò di aver sentito il lieve stridio della mascella nervosa. Quella che si scambiavano ogni volta era una gara di freddi e gelidi botta e risposta con quali Y/N vinceva sempre, tuttavia Hypnos aveva un arma dalla sua parte alla quale lei non poteva opporsi, e anche portandosi a casa ogni qual volta un piccola rivincita, il dio vinceva imponendo la sua autorità. Cosà che le faceva ancor più ribrezzo.
Le afferrò il polso fino, macchiandole la pelle bianca con un vistoso ematoma rossiccio per quanto strinse le forti dita. Presto si sarebbe trasformato in livido, ma a lei non si curò affatto dal suo aspetto fisico, innervosita solo dal fatto di non potergli staccare la testa in risposta.
"Non costringermi a schiaffeggiarti Y/N, stasera ci sarà la cerimonia e non ho intenzione alcuna di far presentare la mia favorita con un occhi nero, o mi faresti solamente che sfigurare." La tentazione di vomitare era tanta, per quanto le facesse rivoltare lo stomaco quel cinico e sadico bastardo. Ma non voleva dargli nemmeno quella soddisfazione.

H∆DES  ||Kim Taehyung X Reader||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora