alone togheter

maybe

innamorato

potrei esserlo?

no, non è possibile, non lo conosco nemmeno, anche se fosse, come si capisce se qualcuno è innamorato?

io non lo sono mai stato e non mi è mai interessato, ma, cazzo, victor è così perfetto.

starei tutto il giorno a fissarlo senza stancarmi, voglio solo starli vicino, e essere avvolto dalle sue braccia.

oliver ti prego smettila, lo sai che non succederà mai, chi mai potrebbe amarti?

dopo questo litigio con il mio ego, sentì per la prima volta la felicità di andare a scuola.
corsi fino alla fermata e mi sedei al solito posto con la solita musica.

oggi il tempo è nuvoloso con qualche raggio di sole, non amo particolarmente questo tempo, ma ormai non mi interessa nemmeno più di quello.

ci siamo, di nuovo davanti al grigio edificio, corsi in classe, ma nel tragitto non lo vedi.

e se non fosse venuto perché non si trova bene con me? e se gli fosse successo qualcosa? magari i suoi genitori li hanno fatto qualcosa?

le due ore passarono in fretta dopo tutte queste preoccupazioni.

uscì impazziente dal corridoio, e mi sedei al solito posto, ormai con la sicurezza che lui non fosse a scuola.

ma fortunatamente mi sbagliavo.

erai lì, me lo ritrovai davanti, insieme al suo meraviglioso sorriso.

<oli ciao, mi sei mancato sai?>disse con gli occhi che si illuminarono

<i-io ti mancavo? davvero??> dissi incredulo, come potevo mancare a un essere così perfetto

<certo che mi mancavi stupido, dopo scuola vuoi mica tornare al luogo di ieri? ho preparato dei ottimi panini per noi due>

io questo ragazzo me lo sposo.

<certo che mi va, anche io ho una cosa> ovviamente parlavo delle sigarette

<ooh, facciamo gli misteriosi adesso?? e va bene signor oli, staremo a vedere>

inutile dire che senti una botta allo stomaco e non solo.

in quel momento suonò la campanella e dovemmo ritornare in classe, ci salutammo e aspettai con ansia la fine di quella giornata scolastica.

le ore passarono lentamente, fin troppo, e la mia testa non smetteva di viaggiare, i miei occhi facevano sù e giù, la gamba tremava, e quella povera matita era stata triturata dai miei denti.

finalmente sentì l'ultimo suono della campanella.

victor arrivo.

e appena uscito lo vidi e fece una cosa decisamente innaspettata

mi abbracciò.

cosa succede

non ho mai ricevuto un abbraccio

sentì il mio cuore quasi esplodere e fidatevi se vi dico che non avrei voluto più staccarmi.

fu un abbraccio veloce ma mi è sembrato durasse davvero tanto.

il ragazzo corvino dopo il suo solito sorriso mi porto nel, ormai, nostro luogo.

dopo esserci sdraiati in quell'erba umida, tutto soddisfatto vic tirò i suoi panini fuori dallo zaino

<spero ti piaccino sono i miei preferiti>

e caspita erano veramente buoni nonostante sia solo pane con dentro del salmone e qualche verdura qua e là affogati nella maionese.

iniziammo a parlare delle prime cose che ci passavano per la mente.

non smettevamo di guardarci negli occhi.

fino a quando non tirai fuori le sigarette

victor tirò un sospiro di solievo e disse

<oddio te fumi, avevo ansia di chiedertelo, magari te odiavi i fumatori> quanto è carino quando si preoccupa

<oh no figurati, le ho rubate a mio nonno, tanto non se ne accorge>

<oh davvero? pure io le rubo ai miei genitori, mi ero ripromesso di non essere mai come loro, ma ho ceduto, ero troppo curioso di capire che effetto facevano, e cazzo, non trovo altro modo di rilassarmi.
eee te come mai hai iniziato?>

mi sì blocco la gola

cosa devo dirli?

la verità? nono non voglio farlo preoccupare.

<ehm si pure io per sfizzio>

scusami vic, non volevo mentirti.

<oh, figo, direi che è arrivata l'ora di accenderle>

prese il suo accendino nero e accendemmo le sigarette.

era l'atmosfera perfetta che sognavo da non so quanto tempo.

ero felice, davvero

e guardando il suo sguardo capì che lo era pure lui

ti prego rimaniamo qua per sempre

insieme.