Capitolo 6

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Wow! Non mi aveva detto che il posto in cui lavorava era tutto suo!
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Decisi di avvicinarmi, guardai attraverso la finestra e vidi diverse persone concentrate sui loro bozzetti e infondo vidi Michela che approvava lo schizzo di uno dei ragazzi.

Mi vide e mi salutò entusiasta invitandomi ad entrare. Non me lo feci ripetere due volte.

Il locale non era molto grande, ma senza dubbio carinissimo. C'erano manichini, bozzetti, tessuti, tavole di colori da ogni parte. I ragazzi notai che erano giovani, più o meno avevano la mia età.

Andai da Michela che fece allontanare il ragazzo.

<<Ciao! Che ci facevi attaccata alla mia finestra? Mi spii?>> disse e rise.

<<Non sapevo questo posto fosse tuo! È fantastico!>>

<<Dopo tanto lavoro, iniziare a vedere il proprio sogno realizzarsi è straordinario>> parlò soddisfatta.

<<Punti più in alto?>> Le domandai.

<<Come tutti del resto. Vorrei dirigere una grande azienda di moda, ma per ora sono felice di dirigerne una piccolina>> sorrise e io feci lo stesso.

Michela è proprio una che sa cosa vuole dalla vita, vorrei tanto avere la sua stessa ambizione.

<<E tu?>> mi chiese sempre sorridendo.

<<Cosa?>> domandai perplessa.

<<A cosa aspiri diventare?>> speravo non mi facesse quella domanda...

<<Non lo so ancora>> nel pronunciare queste parole mi sentii stupida, avevo 21 anni e neanche la minima idea su cosa vorrei essere in futuro. Mi sentivo come una ragazzina di terza media che doveva scegliere la scuola superiore. Tutto ciò mi causava ansia e solo ansia.

<< ah..-rispose sorpresa-...vabbe c'è tempo, hai... quanti anni hai?>>

<<Ventuno>>

<<Ma si, guarda se vuoi ogni tanto puoi venire qua anche solo per guardare. Molti ragazzi frequentano l'università magari ti danno degli spunti e ti appassioni... o magari ti appassioni alla moda!>> sapevo che lo stava dicendo per tirarmi su il morale e non farmi sentire una buona a nulla, cosa che apprezzai tantissimo. Per questo le feci un sorriso sincero.

Lei ricambiò e quando feci per uscire mi fermò.

<<Tra poco finisco di lavorare, ti va di farci un giro insieme a dei miei amici? Credo potrebbero piacerti>>

<<Assolutamente!>>

Mi sedetti in un banco vuoto e ammirai per un'ora i ragazzi che ci mettevano tutto il loro impegno e dedizione in quello che facevano.

Piano piano il piccolo locale iniziò a svuotarsi, fino a rimanere noi due sole.
Una volta fuori iniziai a sentire i crampi della fame farsi sempre più spazio nel mio stomaco. Effettivamente erano le 14 e mezza e non avevo ancora pranzato... folle!

<<Dove vuoi mangiare?>> mi domandò.

<<Mmmh... non lo so fai tu>> la verità è che non ero mai andata pranzo in giro per Milano.

<<Allora ti porto nel mio ristorante preferito "Da Mirko e Anto!", fanno di tutto: spaghetti e vongole, carbonara, lasagne, fritti misti... la sera anche la pizza! Ok basta ho troppa fame meglio che ci sbrighiamo!>>

Le mie aspettative su questo posto erano molto alte, crollò tutto quando Michela si fermò davanti a un misero ristorante con l'insegna inclinata, la porta di legno cigolante e il muro rosso con pezzi di vernice staccati dal muro.
La guardai perplessa e lei mi disse:<<Non fermarti alle apparenze, non tutto ciò che fuori è brutto dentro è marcio.>>

Io bella e lei pureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora