Quando mi svegliai ero più serena, come se mi fossi liberata di peso. In quel momento capii cosa dovevo fare.
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Luca non tornò a casa il giorno dopo, ma cercai di pensarci poco.
Ero talmente entusiasta di quello che stavo per fare che tutto passò in secondo piano. Mi preparai in fretta ed uscii di casa per andare a lavoro.
Entrai al bar ma per la prima volta non comprai nulla, andai spedita verso l'ascensore. Incrociai Michela che cercò di parlarmi ma non potevo in quel momento, quindi la sorpassai.Entrai nell'ascensore e quando le porte si aprirono al quinto piano presi tutto il coraggio che avevo in corpo e mi diressi verso l'ufficio del capo. No, non l'ufficio di Luca ma proprio quello del proprietario dell'azienda, noi dipendenti lo chiamavamo il "pezzo grosso".
Mentre attraversavo il corridoio mi sentivo l'adrenalina salire, neanche un carro armato poteva fermarmi.
Bussai alla porta.<<Avanti>>
Entrai con fierezza.
<<Buongiorno>>
<<Buongiorno anche a lei>>
<<Signorina Pozzi, ha bisogno di qualcosa?>>
<<In realtà no, volevo solo darle...-tirai fuori dalla borsa un foglio e lo poggiai sulla sua scrivania- le mie dimissioni>> e nel pronunciare quelle parole mi sentii riprendere in mano la mia vita, per la prima volta da sempre, mi ero buttata e avevo ascoltato il mio istinto.
<<Potrei sapere il perché di questa sua scelta? Non si trova bene qui con noi>>
<<No si figuri, mi trovo bene, ma questo non è il posto giusto per me>>
<<Mi dispiace... e pensare che stavo cambiando idea sul suo conto>> rise leggermente.
Ero confusa.
<<Scusi... in che senso?>>
<<Se non fosse stato per Luca non l'avrei mai assunta, ma lui insisteva. Poi ho capito perché il giorno che sono entrato e... beh... vi ho visti>> il mio cuore perse un battito. Allora ci aveva visti...
<<Ne ho parlato con Luca, mi ha implorato di non licenziarti. Ho deciso di tenerla perché lui con lei lavora molto meglio e anche perché, comunque, non posso lamentarmi del suo lavoro>>
Per quanto mi sforzai non riuscii a proferire parola ed una sensazione strana mi pervase. Luca ha fatto tanto per me, ma nel modo sbagliato.
<<Signorina Pozzi, voleva dirmi altro>> in quel momento tornai dal mio stato di trans.
<<Ehm no, tutto qui. Arrivederci... è stato bello lavorare qui>> e me ne andai prima di sentire il saluto di rimando.
Me ne andai via con un senso di amarezza in bocca.
Stavo iniziando a pensare di aver fatto la scelta sbagliata.
"Io non voglio fare l'assistente, voglio trovare un lavoro che mi appartenga di più" mi ripetevo mentre percorrevo quel corridoio per l'ultima volta.***
Tornata a casa la mia mente fu pervasa da mille pensieri. Tra questi c'era Michela. Volevo raccontarle ciò che mi era appena successo, ma era ancora arrabbiata con lei e il mio orgoglio mi impediva di chiamarla. Ci riflettei un po' e decisi di mandarle un messaggio e mettere da parte l'orgoglio, in quel momento era più importante non perderla che fare ancora l'offesa.Michela
Ciao... ci possiamo
vedere per un caffè?Quando?
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Io bella e lei pure
Chick-Lit[IN CORSO] Lucrezia ha 21 anni, è una ragazza che ama divertirsi e pensa poco al suo futuro. Ha i capelli castani, lisci e lunghi, gli occhi smeraldi e un sorriso contagioso, insomma proprio una bella ragazza. Abita a Milano e lavora come assistente...