(2) Casa

29 0 0
                                    

Alex's pov

Era svenuta tra le mie braccia.

Incinta, non posso neanche pensare a quello che sta passando, il dottore mi ha detto di farla riposare così si sarebbe ripresa.
Inoltre per fortuna i miei colleghi hanno detto che possono anche non interrogare Max, tanto hanno già abbastanza informazioni per mettere tutti in carcere con l'ergastolo, proprio quello che si meritano.

Di mattina

Decido di svegliarla perché dovrebbe mangiare qualcosa, chissà da quanto non lo fa.

Mi alzo dal mio letto che oggi ho condiviso con lei per accertarmi che di notte non le sarebbe successo niente e decido di prepararle la colazione.

Prima la guardo, è bellissima, come dorme beatamente, sembra un angioletto, non vorrei neanche svegliarla.

Scendo e preparo un po' di pancake per entrambe, ci metto sopra dello sciroppo d'acero e salgo. Penso sia più comodo mangiare in camera.

"Max, ehi svegliati, ti ho preparato la colazione, spero ti piaccia."

Vedo che di colpo apre gli occhi e guarda intorno a sé per un paio di secondi, di sicuro per rendersi conto di dov'è e capire cos'è successo, ma anche dopo continua a non parlare, allora decido io di rompere il silenzio.

"Allora bella addormentata, hai fame?" Le dico sorridendole dolcemente.

Alterna lo sguardo tra me e il piatto, allora capisco che lo vuole ma si vergogna a dirlo, perciò glielo passo; con un po' di insicurezza lo prende, mi guarda come per ringraziarmi e incomincia a mangiare.

Restammo in silenzio, non un silenzio di quelli fastidiosi, ma di quelli che ti rilassano, quindi capì che stava iniziando a calmarsi e al solo pensiero sorrisi.

"Perché sorridi?" Mi disse con una calma tale che mi vennero i brividi soprattutto perché non mi aspettavo che parlasse, tanto meno che mi chiedesse questo, ma subito mi ricomposi e risposi:

"Penso a quanto sei carina mentre mangi." Dissi un po' divertita tra il serio e lo scherzoso.

Lei mi sorrise con timidezza.

"Senti, ho parlato con i miei colleghi, non ti devono interrogare, sta' tranquilla."

"Perché sono qui?"

"Be, ti avevo detto che mi sarei presa cura di te visto lo stato in cui eri, in cui sei, e poi come ti ho già detto la mia casa è grande e sono sola e da quanto ho capito non hai nessuno da cui tornare, quindi... "

"Quindi è casa tua?"

"Esatto, magari dopo ti faccio fare un giro, che dici?"

"Perché ti porti a casa una sconosciuta, non potrei essere pericolosa?"

"A meno che tu non mi stia avvisando del fatto che sei una serial killer... ahah, e non per sminuirti eh, ma non penso proprio che una ragazza potrebbe mai fare qualcosa ad un agente dell'FBI, soprattutto se è in queste condizioni, e soprattutto se è incinta."

Vedo che si irrigidisce alle mie parole e allora decido di cambiare discorso.

"Dai, facciamoci un giro, ho anche un giardino con una piscina in cui potremmo farci il bagno, ho un cane con cui potremmo giocare...."

Ride in modo amaro e dice:

"Perché dai per scontato il fatto che resterò qui?"

"Perché sia ieri che prima non hai parlato quando ti ho parlato delle mie intenzioni sul fatto di farti restare qua perché sei sola."

Sento che stava per dire qualcosa ma si blocca.

Subito dopo le indicai il bagno di cui lei aveva bisogno e poi ci incamminammo verso il giardino.

Finimmo il piccolo tour e mentre stavamo rientrando Max mi disse in modo apatico:

"Il cane."

E io sorridendole, senza dirle nulla l'accompagnai da Leo.

"Si chiama Leo, ovviamente quando vuoi puoi venire qua, è grande ma è molto bravo, quindi puoi accarezzarlo anche senza me perché non sarai "attaccata." E ora ti chiedo esplicitamente: vuoi restare qui? Non devi rispondermi ora tranquilla, magari per adesso ci possiamo semplicemente godere il momento."

Poi lo indica con la sua mano:

"Posso?"

"Ma certo."

Sembra così spensierata in questo momento, vorrei lo fosse veramente.

Non mi accorgo che sto sorridendo fino a quando non parla:

"Fammi indovinare, stai pensando sempre a quanto sono carina?" Disse con un mezzo sorriso sfacciato in volto.

"Ehmm... veramente..."

"Sei inquietante, ti sto chiamando da 2 minuti e non mi rispondi."
Si sente che sta cercando di essere seria, ma fallisce miserabilmente.

E in un secondo ci ritrovammo entrambe a ridere.

Entrambe.

"Allora per farti ridere devo sembrare una psicopatica, mi pare ovvio che stavo solo fingendo sai, a lavoro ci preparano anche a questo." Dico con una faccia buffa, perché in effetti è vero che ci insegnano anche a mentire, ma stavolta è stato tutto naturale.

Per un po' si azzitta per capire se sto scherzando e un secondo dopo ricomincia a ridere.

Questo momento termina con un suo sospiro, non capisco di cosa.

"Senti, grazie, veramente, e comunque sì, per restare intendo, se nel frattempo non hai cambiato idea." Dice guardando a terra.

Dopo che rialza lo sguardo, mi limito a sorriderle e a scuotere la testa per farle capire che la mia proposta era ancora valida.

You will make itDove le storie prendono vita. Scoprilo ora