6.

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"Benvenuti a tutti, siamo felici e onorati di averci nel nostro staff, nella nostra famiglia. Spero vi stiate ambientando e soprattutto divertendo. Detto ciò possiamo cominciare a mangiare e a divertirci."

Tutti cominciarono a mangiare e parlare. Ero seduta vicino ai miei collaboratori: Maria, Marco, Carla, Mattia e tutti gli altri dello staff. Mentre i calciatori erano posizionati in un altro tavolo non molto distante dal nostro.
Alla fine, ero dovuta scappare da quel ragazzo, che avevo scoperto si chiamasse Joaquin.
Mi interessava molto, anche perché dalla prima volta che lo avevo visto, non me lo ero più tolto dalla testa.

Ad un certo punto però, vidi Lautaro farmi cenno di andare da lui, sembrava anche urgente. Io e lui, siamo come fratello e sorella, nonostante ci conosciamo da pochissimo.
<Ragazzi, scusatemi un attimo, mi sta' chiamando Lautaro, torno tra pochissimo> dissi
<Certo, vai. Non rimanere incantata da Joaquin però> disse Maria

<Ciao Sofi! Vieni, ti presento i miei compagni!> disse Lauty.
Me li presentò tutti, fin quando, non arrivò a lui...
<Piacere Joaquin> disse
<Piacere, Sofia. Anche se ci conosciamo già>
<È stato un vero piacere conoscervi ragazzi, adesso devo andare perché mi stanno chiamando i colleghi. Ci si vede in giro, ah, Lau, dopo ti scrivo per l'orario della cena> dissi io
<Certo, a dopo Sofia!>

Tornai dai miei colleghi. Cominciammo a parlare del lavoro e dei prossimi shooting.
Parlai anche con loro, della mia vita privata.
Loro fecero la stessa cosa con me.
Ad un certo punto però, mi squillò il cellulare, era Valeria, non mi chiamava mai, se non per emergenze serie.

<Ragazzi, esco perché mi sta chiamando la mia coinquilina, non lo fa mai, quindi deve essere qualcosa di serio>
<Si certo, vai pure, nessun problema, ti aspettiamo qui>

<Pronto? Cosa è successo Vale?>
<Ciao Sofy, non ti preoccupare, non è successo nulla, ho semplicemente rotto un bicchiere mentre stavo pulendo e mi sono punta per sbaglio, niente di grave non ti preoccupare. Sono all'ospedale adesso, ma è appena arrivato Luca, perciò starò da lui per ora. Hai casa libera per una settimana, fai la brava eh>
<Oddio Vale, sei proprio stupida però. Adesso riposati e stai con Lu, poi quando torno mi senti-cominciai a ridere- ora devo tornare a cena, ci sentiamo domani ok? Tienimi aggiornata sulla tua situazione>
<D'accordo mamma, fai la brava>
<Si si, ciao Vale>

<Chi si è fatto male?> riconoscerei quella voce fra mille probabilmente.
<Joaquin? Pensavo fossi un calciatore, non uno stalker> ridemmo entrambi
<No dai, mi sono preoccupato. Non volevo intromettermi> rispose
<Non ti preoccupare, è solo una mia amica, nonché mia coinquilina, che ha rotto un bicchiere e si è fatta male. Poi è andata in ospedale e adesso è dal suo fidanzato, quindi ho casa libera> dissi
<Questa è una mossa per dirmi che...>
<No, no no. Non intendevo quello-cominciai a ridere, contenendomi-hai capito>
<Si si, stavo scherzando. Anche se, in realtà mi piacerebbe conoscerti di più, è dalla prima volta che ti ho visto che non smetto di pensarti. E adesso ti ritrovo qui, a lavorare con me>
<Davvero? Non hai mai smesso di pensarmi dalla prima volta che ci siamo visti?>
<Ebbene si>
<Bene...siamo in due allora> dissi

Continuammo a parlare per tutta la sera, per poi rientrare, se no, ci avrebbero dato dispersi.

Non è nelle stelle - Joaquin Correa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora