La preziosa costellazione.

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John Siver:
Ero seduto a un tavolo del BenBow Inn, mentre chiacchieravo entusiasta della mia nuova avventura con Jimbo.
Anzi, della nostra avventura.Sia mia che del mio caro Jimbo.
Avevo infatti recentemente scoperto qualcosa di molto interessante, osservando le carte dei confini dell'universo.
Verso Sud notai per l'appunto una macchia inusuale, qualcosa di cui non mi ero mai accorto prima, troppo preso dal controllare le possibili rotte per il pianeta del tesoro, prima di trovarlo assieme a Jimbo.
Questa macchiolina assomigliava infatti a un'occhiata umano.Troppo dettagliato per essere una semplice macchia d'inchiostro, ma anche troppo scarabocchiato per assomigliare a un qualcosa di definito e preciso.
La cosa mi incuriosì molto, dato che la mappa su cui avevo trovato quella strana macchia nera l'avevo trafugata dal pianeta del tesoro assieme a qualche altra ricchezza.
Così decisi di mostrare la mappa anche a Jim e, come mi aspettavo, il ragazzo condivideva la mia curiosità.
Decidemmo dunque di mostrare la mappa al Dottor Doppler, e questo non appena la vide ebbe una reazione che sia io che il ragazzo non ci saremmo mai aspettati.
Infatti il Dottore ha fatto cadere la mappa per terra con una faccia spiazzata e, prima che potessimo fare qualsiasi domanda, l'uomo corse verso la sua libreria stracolma di libri, per poi tirare fuori, da quello che sembrava il punto più vecchio e trascurato della stanza, una piccola montagna di libri di leggende spaziali dalle pagine gialle e polverose.
Il Dottor Doppler sfogliò immediatamente uno dei libri di fretta e furia, per poi mostrarci, subito dopo un capitolo dedicato alla "leggenda" del pianeta del tesoro, un'altra pagina intitolata "L'occhio di diamante".
In un attimo io e il ragazzo capimmo che in quel libro si parlava anche di quella strana macchia a forma di occhio che notai sulla mappa.
Così, preso da un misto fra curiosità e euforia, strappai il libro di mano dal Dottore, per poi sfogliare le pagine dedicate a "L'occhio di diamante" per cinque minuti buoni.
E, in pochi istanti, capirono che quella macchiolina era molto di più di quanto si sarebbero mai aspettati.
Infatti, nel libro, si narrava di una costellazione a forma di occhio ai confini dell'universo, formata da un numero quasi incalcolabile di stelle.
Però quella costellazione non era composta da stelle.
Bensì da diamanti.
DIAMANTI, BELLI E LUCENTI.
Un solo diamante aveva un valore enorme.
Una quantità enorme di questi...quanto mai avrebbe potuto valere?
Cifre simili non mi ci stavano nemmeno tutte in testa, e a guardare l'espressione di Jimbo capii che era lo stesso per lui.
E, non appena constatammo quell'informazione, esultammo, rendendoci conto che ci aspettava una nuova fantastica avventura da vivere assieme.
Non vedevo l'ora di tornare sulla nave con il mio caro Jimbo, pronto per salpare verso una nuova avventura.
E questa volta Jim e io saremmo stati alleati.
Niente più segreti.
Nessun doppio gioco.
Solo io, lui, la ciurma e un'avventura in attesa del nostro arrivo.
Non sapevo perché il pensiero di viaggiare serenamente con Jimbo mi trasmettesse tanta gioia.
Forse la avevo già capito.
Ma in quel momento non lo avrei mai ammesso, nè a me stesso, nè al ragazzo.
Nemmeno per tutto l'oro del mondo.
Ora però non era il momento di fare i sentimentalisti.
Bisognava ingaggiare una ciurma, e in fretta, se volevamo partire il prima possibile.
E così io e Jim ci rimboccammo le maniche, scrivemmo decine e decine di volantini per informare i marinai in zona che eravamo alla ricerca di una ciurma e, in una giornata, eravamo già riusciti a accumulare quasi una ciurma intera.
Mancava solo qualcuno:un disegnatore, per mostrare i nostri passaggi, per disegnare come sarebbe stato il tesoro e per appuntare graficamente tutto ciò di interessante che avremmo visto.
Peccato che tutta la gente che si era presentata lì disegnasse da cani.
Uno di quelli che era stato scelto come mozzo chiese se non fosse possibile partire senza il disegnatore, e per colpa di quella domanda il mozzo rischiò il licenziamento istantaneo.
-CERTO CHE NON POSSIAMO PARTIRE SENZA UN DISEGNATORE, IDIOTA!!!COME VUOI CHE MOSTRIAMO CHE LA COSTELLAZIONE L'ABBIAMO TROVATA DAVVERO E CHE QUINDI NON ABBIAMO SACCHEGGIATO UNA BANCA???INCIDENDO DISEGNI STILIZZATI SUL LEGNO DELLA NAVE???PER TUTTE LE BOMBA...-.Gridai in risposta a quell'idiota di un mozzo.
Tutta la ciurma sobbalzò per via della mia sfuriata, tranne Jimbo, probabilmente abituato al mio vocione.
Improvvisamente però, mentre pronunciavo la frase che ero solito a dire, la porta della locanda si aprì, annunciando l'ingresso di qualcuno.
Calò il silenzio all'interno del BenBow, mentre tutti si voltavano per vedere chi fosse.
Molti, compreso Silver, credevano fosse un semplice uomo venuto lì per provare a entrare nella ciurma come tutti gli altri.
Ma la verità era ben altra.
Quello non era affatto un semplice uomo.
A dirla tutta non era nemmeno un uomo.
Era una bellissima e giovane ragazza dagli occhi dello stesso colore delle stelle e dai capelli dello stesso colore della notte.
Il suo nome era Lilì.
Ma questo io e Jimbo ancora non lo sapevamo.

Occhi che brillano quanto le stelle.🌙🪐✨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora