Matita e taccuino.

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John Long Silver:
In verità non sarei mai voluto essere così bruscò, nè con Jim nè con Lilì.
Ma, dopotutto, quando si è nel ruolo di capitano, la cosa migliore è fare il burbero con tutti, in modo da far capire chi comanda e essere così rispettati.
Anche se, sapendo di come si parlasse di me tra i marinai, dubitavo fortemente in una ribellione della ciurma.
In ogni caso, avrei avuto modo di farmi due risate con il ragazzo quando la ciurma non ci fosse stata, e avrei potuto flirtare con la signorina in privato.
Fui sollevato che quest'ultima non ebbe particolari reazioni al mio improvviso cambio di carattere.
Per lo meno, le acque non si erano raggelate più di quanto già non fossero.
Mentre pensavo a questo, sentii qualcuno chiamarmi da dietro.
-Capitan Silver!!!Dove mi posso appostare per fare il disegno della partenza?-.
Era la ragazza, che aveva in mano una scatola di matite e un taccuino.
-Si metta pure sulla vedetta, di fianco al Signor Ronald.Da lì avrà una visione perfetta di tutta la partenza, signorina.-.Dissi io, cercando di avere il tono di voce più neutro e formale possibile.
Mi faceva parecchio strano dare del "lei" alla donna a cui ero tanto interessato.
Dopo il mio ordine, vidi Lilì annuire, per poi arrampicarsi lungo le corde che portavano alla vedetta.
Pochi attimi dopo si era già appostata dove la avevo detto, e la vidi appoggiare i gomiti ai bordi di legno, per poi aprire il suo taccuino e iniziare a disegnare su di esso.
Mi lasciai sfuggire un sorrisetto tra il malizioso e il trasognato, per poi tornare a gridare ordini alla ciurma.
Finito di organizzare i diversi compiti, scesi in cucina, ma non prima di aver ordinato a Jimbo di raggiungermi appena finito il suo compito.
Non solo perché era l'aiuto cuoco, ma anche perché avevo bisogno di un consiglio da un amico sul come procedere con la signorina.
Inoltre, le chiacchierate assieme erano quasi sempre molto gradite, sia da me che da lui.
Jim in risposta al mio ordine sorrise e fece un cenno con il capo, indicandomi che aveva capito.
Probabilmente, come anche a me, gli mancavano i vecchi tempi.
Finalmente, eravamo di nuovamente all'avventura assieme.
Hawkins e Silver, di nuovo su una nave.
Ci sarebbe stato da divertirsi.

Jim Hawkins:
Dopo l'ordine datomi da Silver, cercai di sbrigare il prima possibile il mio compito, in modo da poter scendere in cucina a scherzare un po' con lui.
Per fortuna, ero abbastanza abile a issare le vele, e in pochi attimi avevo completato il mio incarico.
Ma prima di scendere nella cucina di bordo, mi assalì di colpo una certa curiosità.
Volevo vedere come stava venendo lo schizzo della partenza.
Così mi arrampicai verso la vedetta per dare una sbirciata al taccuino di Lilì.
Quando arrivai, rimasi sorpreso e meravigliato allo stesso tempo.
Sembrava di star guardando una vera e propria fotografia.
-Wow, a te piace davvero tanto disegnare, eh?-.Le chiesi io, sorridendo stupefatto.
Lei mi guardò, ricambiando nuovamente il sorriso.
-Già.Invece a te mi pare che ti piaccia proprio la vita di bordo, eh?-.Mi chiese lei, imitando scherzosamente il come formulai la mia domanda.
-Ehehehe...già.Ma non sarebbe mai stato così se non fosse per Silver...sai, lui è stato il mio mentore.E scommetto che sarà anche il tuo!!!-.Risposi io, dandole una lieve pacca sulla spalla.
L'ultima frase la dissi un po' sinceramente, un po' per cercare di ammorbidire i rapporti tra loro.
John rimaneva comunque il mio più caro amico e, inoltre, mi stavo proprio divertendo a fare il cupido di turno.
-Si, direi che Silver dà l'impressione di un perfetto lupo di mare, saggio e esperto.Però, ti posso chiedere una cosa?-.Mi chiese a quel punto Lilì, con una voce leggermente sognante mentre descriveva la sua opinione di Silver.
Io annuì, e allora lei continuò.
-Quell'uomo è per caso tuo padre adottivo?Certo, se mi posso permettere di porre la domanda.Se non vuoi rispondermi fai pure.-.Mi chiese a quel punto lei, con una voce che, subito dopo aver posto la domanda, divenne incrinata e tesa.
Per poco non cadevo dalla vedetta.
Il problema non era la domanda in sè, e mi fece quasi sorridere il come fosse subito entrata in panico la ragazza.
Dopotutto, anche il cyborg mi aveva chiesto di mio padre, eppure eccoci quì.
-Eh?!Ma che dici?!No, no, non è mio padre!!!Siamo solo amici...già...solo cari amici.-.Risposi io imbarazzato.
Mi resi conto solo dopo che la mia voce si era incrinata mentre parlavo.
Per tutto quel tempo non avevo mai riflettuto sul rapporto fra me e Silver, ma ora che la giovane donna mi aveva posto quella domanda...avevo cominciato a avere dei dubbi sull'affetto che c'era fra me e il cyborg.
Proprio in quel momento mi resi conto che molti dei comportamenti che io e il mio amico avevamo l'uno verso l'altro...non erano di semplice amicizia.
Infatti, realizzai che avevo visto molti padri e molti figli comportarsi alla stessa maniera.
Era davvero possibile che l'affetto fra me e Silver...fosse paterno?
Scacciai quel pensiero dalla mia mente quasi subito.
Nha, era impossibile.
Io e il cyborg eravamo solo amici.
Cari amici, ma solo quello.
Lui mio padre?
No, non sarebbe mai successo.
Cioè, non che mi sarebbe dispiaciuto avere un uomo come Silver per padre, ma...
Insomma, dubitavo fortemente che John avrebbe voluto farmi da figura paterna.
Bhe, i discorsi che mi aveva fatto, le risate fatte assieme e le piccole avventure intraprese l'uno con l'altro...non poteva averle fatte perché mi considerava come un figlio, giusto?
Devo ammetterete che la domanda di Lilì mi lasciò non poco pensieroso.
In un attimo, realizzai tutti i momenti in cui avevo visto in lui la figura paterna che non avevo mai avuto.
Era davvero possibile che io e lui fossimo...come padre e figlio?
Non ne avevo la minima idea.
Dopotutto, io un vero padre non lo avevo mai avuto, perciò non sapevo con esattezza se i comportamenti fra me e lui fossero da padre e figlio o meno.
Di norma, per questi dubbi, chiedevo aiuto a Silver.
Ma in questo caso non potevo contare nemmeno sull'aiuto del mio amico, dato che non avevo il coraggio di chiedergli cosa ero io per lui.
Per qualche strano motivo, avevo paura di qualsiasi risposta avrebbe potuto darmi.
Avrebbe potuto rispondermi "un amico" o anche "il mio migliore amico", ma, non sapevo perché, quella risposta mi causava una strana fitta al cuore.
Oppure avrebbe potuto rispondermi con qualcosa di vago, senza andare sul preciso.
La fitta al cuore diventò ancora più forte al pensiero di non essere nessuno di speciale per John.
L'ultima risposta che mi veniva in mente non mi faceva male al cuore, però mi faceva salire quest'ultimo in gola.
E se avesse davvero risposto "come un figlio"?
Per qualche motivo, avevo paura di una risposta come quella.
E se poi mi avesse abbandonato anche lui?
Mi sarei ritrovato con un'altra, profondissima, crepa nel cuore.
No, non potevo permettermelo.
Non potevo permettermi di provare nuovamente la stessa tristezza che provai quando mio padre se ne andò.
Decisi che non avrei fatto a John quella domanda, e che avrei cercato di dimenticare quel dubbio.
Dopo quella riflessione, guardai la giovane donna, le feci un cenno con il capo per salutarla, e scesi dalla vedetta per andare verso la cucina.
Dopotutto, il cyborg mi stava aspettando.

Lilì:
Ero dispiaciuta per aver toccato un tasto dolente del ragazzo.
Non era mia intenzione.
In realtà sarei voluta andare a parare per chiedergli di Silver.
Ero infatti rimasta parecchio affascinata da quell'uomo.
Era diverso da tutti gli altri pirati.
Mi ero accorta che fosse molto più elegante di qualsiasi altro uomo di nave che avessi mai conosciuto, inoltre emanava come un certo...carisma, per così dire.
Non sapevo esattamente come descriverlo, ma c'era qualcosa in lui che...mi stuzzicava, per così dire.
Sembrava qualcuno con molto da dire e da raccontare.
E io adoravo le persone del genere.
Le adoravo perché adoravo ascoltare storie.
E adoravo le storie perché, ogni racconto, poteva essere dipinto.
Ma c'era anche qualcos'altro in quell'uomo, che andava oltre e quella mia curiosità e a quella sensazione di saggezza.
Sembrava infatti un duro all'esterno, ma riuscii in qualche modo a capire, dai suoi gesti e dal suo modo di comportarsi, specialmente con Jim, che fosse in realtà qualcuno di molto dolce, e, quando mi resi conto di quella cosa, mi venne voglia di scoprire quel suo lato tenero.
Per fortuna, il capitano e la disegnatrice di bordo hanno incontri praticamente giornalieri, per controllare i disegni e così via, quindi avrei avuto parecchie occasioni di parlare con l'uomo che mi intrigava tanto.
Si vedeva che non fosse per nulla un tipo silenzioso, il che voleva dire che non sarebbe stato difficile attaccare conversazione con lui.
In quel momento ancora non lo sapevo, ma quell'individuo aveva già ghermito una piccola parte del mio cuore.

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