CAPITOLO 11

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CHRISTIAN
Non avevamo più parlato di ciò che era successo qualche giorno prima, quando lui mi aveva dichiarato i suoi sentimenti e io lo avevo prima baciato poi praticamente lasciato lì, senza nessuna risposta. Solo una volta disse:"Chri basta. Fai finta di nulla, viviamo tutti normalmente. Ti ho detto quelle cose probabilmente a sproposito perché siamo sotto stress e tu sei un po' il mio riferimento e ho scambiato questa cosa per amore. Basta ora, continuiamo a comportarci normalmente"
Non me l'ero bevuta naturalmente, si vedeva che Matti faceva di tutto per comportarsi normalmente ma ora ogni gesto e parola sembrava pesare di più.

"Chri" la voce sussurrata di Matti mi aveva svegliato, mancavano dieci giorni a Natale e noi due eravamo costretti in camera a causa della febbre, tutti e due. Qualcuno ci aveva dato del tempo da soli per viverci. Erano due giorni che stavamo sempre insieme, in camera. Era come se non so chi mi avesse dato del tempo per riprendere a guardare Mattia come essere umano a cui io ero affezionato, che io in qualche maniera avevo bisogno di avere nella mia vita. Qualcuno mi aveva dato del tempo per ricominciare a comportarmi come il cuore mi diceva, senza troppe paranoie.

Finalmente ci avevano assicurato che la nostra era solo influenza perciò potevamo ricominciare a uscire dalla nostra stanza se le energie c'è lo permettevano. Io stavo decisamente meglio di Matti, il peggio per me era passato, il biondo invece era parecchio giù di corda, sia per la febbre sia per il dolore alla caviglia non ancora passato.

"Chri" mi richiamó sofferente dal letto a fianco
"Matti" risposi alzandomi e raggiungendolo, la pelle arrossata e sudata rendeva la visione paradisiaca, nella mia testa i pochi neuroni rimasti stavano probabilmente sbavando. Come sempre nella situazione sbagliata.
"Sto male, ho mal di testa Chri, mi viene da piangere. Era tanto tempo che non stavo così male. Voglio che mi passi Chri" disse trattenendo le lacrime. Capivo come si sentiva, è terribile sapere che mentre tu stai male, lì fuori gli altri stanno lavorando per plasmare il loro sogno. Io in quei giorni avevo deciso di guardare il bicchiere mezzo pieno e cercare di pensare positivo. Mentre Matti in questa occasione si era abbandonato ad un pessimismo cosmico, appartenente generalmente a me. Diceva che da quel momento in avanti non avrebbe più ballato come prima, per il piede; e diceva anche che la febbre lo aveva costretto a perdere del tempo prezioso, da quel momento secondo lui si sarebbe visto ancora di più che era indietro rispetto agli altri. Io sapevo che lui non era secondo proprio a nessuno ma non sapevo più come dirglielo.
"Matti basta, basta crogiolarti nel pianto.
Prima cosa: piangere ti farà aumentare il mal di testa. Te lo dico per esperienza.
Seconda cosa: stai male, non è colpa tua!
Terza cosa: in questa occasione c'è bisogno del tuo pensiero positivo, della tua speranza, del tuo amore verso la vita. Non della parte musona" sorrisi dolcemente accarezzandogli una guancia:"sono certo che quando ti riprenderai sarai ancora più forte. Non ho nessun dubbio davvero." Mi alzai dal suo letto per poter cominciare la giornata con il mio solito caffè ma prima di uscire lo guardai:"*ora, se dopo questo mio splendido discorso motivazionale vorrai ancora piangere okay. Puoi farlo, ma prima ti prendo la Tachipirina e aspetti che ti passi il mal di testa! Non voglio tu stia ancora peggio. Ti preparo anche una tisana. Copriti bene e ricordati che sei bellissimo." Mi guardò interrogativo:"cosa c'entra ora che sono bello?" Domandó con voce roca nascondendosi sotto le coperte:"*non c'entra. Ma voglio ricordarti ogni giorno quanto tu sia bello e speciale. Perché al contrario di quanto gli altri pensino di te, tu sei un cumulo di insicurezze e paranoie. A dopo biondinooo!" *
Chiusi la porta e mi leccai le labbra inumidendole. The nero o ai frutti di bosco? Cosa avrebbe preferito?

MATTIA
Avevo realizzato che la lettera di Christian era un sogno da circa due giorni. Era un sogno! Un fottuto frutta della mia notturna immaginazione cazzo. Oltre a questa mia delusione e a Christian che si comportava come se nel nostro rapporto tutto fosse regolare avevo preso anche la febbre. Il mio corpo stava decisamente dandomi dei segnali, anche lui non ne poteva più di tutto quello stress psicologico.
Due giorni che stavamo chiusi in stanza io e lui, per accertamenti vari. Due giorni di agonia, odiavo vederlo stare male, ma odiavo ancora di più il fatto che mettesse da parte la sua malattia aiutando me. Mi dava attenzioni e cure: odiavo il fatto che questa cosa lo rendeva ancora più meraviglioso e odiavo che illudesse il mio piccolo cuore pieno d'amore che lui riserbasse quelle attenzioni solo a me.
Quella mattina, Chri stava meglio e poteva ricominciare un pochino a vivere la vita di casetta. Quando lo svegliai gli confessai il mio malessere e lui come sempre lo capì e mi cerco di aiutare per quanto possibile. Inutile dire che tutto ciò che diceva e che faceva mi mandava in tilt il cervello. La combinazione febbre e Christian mi stava facendo impazzire.
[...]*
*"[...] a dopo biondinooo!" *
urló dirigendosi a preparami una tisana.

Ciaone. Non mi sarei mai abituato a Christian che mi faceva complimenti e si prendeva cura di me, mai. Era uscito dalla stanza da quindici minuti e io per tutto quel tempo avevo sorriso pensando a lui che mi preparava una tisana canticchiando sottovoce qualche pezzo musicale, altra abitudine che aveva.
In quel periodo di convalescenza ero sempre più convinto di amare Christian, e me ne ero fatto una ragione. Ogni volta che mi venivano le paranoie a pensare che Christian era un ragazzo e chissà che cosa avrebbe detto la gente e chissà se fossi stato pronto per ammettere di provare qualcosa per qualcuno del mio stesso sesso, in quei momenti mi ripetevo:"mi piace, mi piacerebbe anche se si chiamasse Giovanna, Letizia, Marco, Alberto. Perché mi piace come mi fa sentire, come lo faccio sentire, come il mio cuore sembra andare perfettamente a tempo con il suo. Che cazzo se ne frega se è un ragazzo? Poteva essere chiunque, io lo avrei amato." Non sapevo perché ma ciò mi rassicurava.

"Eccociii...." Annunció Christian entrando in stanza con un vassoio in mano, aprendo la porta come sempre con un piede, avvicinandosi ridacchió:"quanto so foort" scherzó poggiando il vassoio su letto. Intanto io mi ero seduto. Pronto per gustarmi questa colazione, che avrebbe avuto un sapore più buono solo perché preparata da lui.

AUTRICE
Okay, capitolo decisamente contorto e pieno di sbagli. È scritto veramente tanto di getto.
Avete presente quando avete bisogno di scrivere qualcosa perché in quel momento le vostre emozioni vi dicono quello? È proprio come se, storia (che stai scrivendo) e vita privata si intreccino.
Mi è capitato esattamente con questo capitolo che all'inizio non doveva essere così, ma poi l'ho modificato.
Spero comunque possiate apprezzarlo!
Miraccomando con questo capitolo ancor più che con gli altri, fatemi sapere se vi piace e se avete consiglio o modifiche!!!!!
Vi auguro tantissimi auguri in ritardo!
Grazie di tutto<3

P.s
Comunque non so se in questi giorni seguite su Twitter quei due pazzerelli di Chri e Matti, ma insieme agli altri ragazzi ci stanno regalando delle gran perle(ieri sera mamma mia!😂).Nonostante il mio umore instabile mi stanno riuscendo a strappare sempre un sorriso.

Buonanotte

☀️

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