POV: [T/N]
Se quando ero arrivata a Casita non avevo incontrato nessuno, adesso non avrei più potuto dirlo.
Arrivata davanti al lungo tavolo mi sentii frastornata, erano veramente tanti!
Abbassai il capo mugugnando un "Buona sera, scusate."
Sentii la punta delle orecchie andare a fuoco.
Dolores parve accorgersene e molto gentilmente mi fece accomodare tra lei e Camilo.
Sentivo gli occhi di tutti addosso, e fui a disagio fin quando non mi sedetti.
<Adesso che sei asciutta ti senti meglio?>
Sentii il fiato caldo di quelle parole vicino al mio orecchio e riconobbi immediatamente la voce: Camilo mi si era avvicinato per sussurrare, cercando di non farsi sentire dagli altri, cosa impossibile, dato il Dono di Dolores.
Sentivo il suo calore vicino e non ebbi il coraggio di voltarmi verso di lui, così annuii.
<Mi Niña> iniziò Abuela, facendo in modo che la guardassi, sedeva capotavola.
<Tutta la famiglia Madrigal è estremamente contenta di averti qui, sei un'ospite ben voluta. Resta con noi fin quando desideri!>
Solo in quel momento decisi di guardare per bene tutti i componenti della famiglia.
Davanti a me si trovava Mirabel, stava sorridendo felice, mentre si sistemata gli occhiali.
<Abuela ha ragione, se hai bisogno di qualunque cosa non esitare a chiedere!>
Al capo opposto della tavola, la voce di Luisa attirò la mia attenzione:
<E sei hai un problema con qualunque cosa in casa, sono a tua completa disposizione.>
Sorrisi alla gentilezza di entrambe le sorelle, sapevo che a casa Madrigal nessun componente della Famiglia fosse scorbutico o cattivo e che, dopo gli eventi di cinque anni fa, tutti vivessero in armonia, rispettandosi.
Il mio sguardo scivolò su ognuno di loro, ero in imbarazzo, ma felice... mi sentii in colpa per un attimo fin quando non percepii qualcosa cinguettare fra i miei capelli: un uccellino si era adagiato sul mio capo, come se fosse un nido, sentii Antonio ridacchiare.
<Dice che le piaci!>
Alzai lo sguardo in alto, fin quando non vidi un pettirosso spuntare oltre la mia fronte e riprendere a cinguettare.
<Oh, anche tu mi piaci!>
Alzai l'indice per porgerglielo e subito l'uccellino balzò su di esso.
Antonio rise ancora quando sentii nuovamente il cinguettio.
<Dice che quando vorrai chiamarlo basterà fischiettare e verrà subito a farti compagnia! Si è innamorato!>
Arrossii un pochino e poi il pettirosso volò via.
Dopo quel piccolo siparietto la cena ebbe inizio, mangiai lentamente, ma mangiai. Non ricordavo nemmeno più da quanto non mangiassi in quel modo... non avrei saputo dire se il cibo fosse buono perché era stato cucinato in modo eccellente da Julieta o se lo fosse perché non gustavo certi piatti da mesi ormai.
Durante tutta la cena non ebbi proprio il coraggio di sollevare lo sguardo verso Camilo, anche se di tanto in tanto chiaccheravo con Julieta sulla cucina, complimentandomi con lei.
Sentii, più di una volta, lo sguardo di Camilo addosso.
Capii che la cena fosse finita quando tutti si alzarono per sparecchiare.
Provai a prendere il mio piatto ma qualcuno me lo impedì, sovrapponendo la sua mano sulla mia.
<Per stasera sei un'ospite, lascia fare a me.>
Alzai lo sguardo e vidi Camilo guardarmi con comprensione, mentre sentivo ancora la sua mano sulla mia.
Incerta guardai prima lui e poi il piatto e quando realizzai tolsi subito la mano, senza pensare che questo si sarebbe potuto schiantare a terra; fortunatamente Camilo ebbe i riflessi pronti, perché lo afferrò.
<Scusami!>
Squittii spaventata, ma lui ridacchiò di rimando.
<Tranquilla, non è successo nulla!>
Andò a posare le stoviglie e mentre sua madre Pepa era intenta a lavare i piatti, piegata sul lavello, la sentii rivolgersi a me e a Camilo:
<Mi Niño, che ne dici di accompagnare la nostra ospite a fare un giro della Casita?>
<Oh no... vorrei solo andare a dormire in realtà e poi non vorrei tediare oltre suo figlio.>
La incalzai, mi sentivo a disagio a stare sola con lui, dopo quello che era successo... avevo paura che facesse domande.
<Allora permettimi di accompagnarti in camera.>
Aggiunse lui.
Non avrei potuto dirgli di no.
Annuii e entrambi ci dirigemmo verso le scale.
Fu in quel momento che mi accorsi della candela brillare sulla finestra che dava sul cortile interno, mi fermai per ammirarla.
Brillava al buio, era bellissima e splendeva forte... sembrava quasi un farò che dava speranza.
<È bella, vero?>
Annuii alla domanda di Camilo.
<È la prima volta che la vedo bene... sono state poche le volte in cui sono venuta qui, forse un paio, quando ero più piccola.
Mia madre conosceva bene la tua Abuela.>
Sorrisi a quei ricordi.
<Si, mi ricordo bene di te.>
Mi voltai verso Camilo perplessa, anzi, dovetti alzare il capo di molto, vista la sua altezza.
Riprese:
<Ero piccolo, ma ricordo quelle volte in cui tua madre ti ha portata qui... solo che eri molto timida e non ti lasciavi avvicinare facilmente... infatti giocavi con Mirabel che era timida tanto quanto te.>
Fu un lampo, aveva ragione, sentii gli occhi aprirsi di più e sorrisi.
<È vero! Avevo dimenticato questi particolari, ma come... come hai fatto a ricordartelo?>
Mi Sorrise di nuovo, chinandosi leggermente verso di me, abbassando la voce.
<Eri una bimba molto carina, un bambino difficilmente dimentica la sua prima cotta.>
Ringraziai l'oscurità perché sentii il viso avvampare e abbassai subito lo sguardo.
Mi sentii pure lusingata, ma in quell'esatto momento il senso di colpa prese il sopravvento.
Sentii un brivido freddo lungo la schiena e divenni tesa come una corda di violino.
<S-scusami, ma adesso devo proprio... andare.>
Con uno scatto corsi verso le scale, senza voltarmi indietro e una volta arrivata alla mia stanza chiusi la porta.
Sentii il mio petto bruciare e la nausea farsi spazio brutalmente.
Ebbi il tempo di raggiungere il bagno privato e vomitai quasi tutto quello che avevo mangiato.
Stanca guardai ciò che avevo rimesso... che peccato.
Mi trascinai, con le lacrime, che adesso mi ricavano le guance, sul letto.
Ebbi solo la forza di mettere la camicia da notte e mi raggomitolai su me stessa.
"Cosa stavo facendo?
Perché ero lì?
Perché Camilo mi aveva salvata?
Perché si comportava in maniera così gentile?
Perché mi aveva detto quella cosa?"
In realtà tutta la famiglia Madrigal si era dimostrata dolce e gentile nei miei confronti,
ma lui... lui aveva qualcosa di diverso.
Mi faceva sentire in colpa, tutte le volte che mi guardava.
Forse era solo il senso di colpa che provavo, per lo spettacolo che gli avevo offerto quella mattina, la vergogna che lui sapesse.
Subito ripensai ad Alejandro.
Ero sicura di averlo visto... ne ero certa.
E poi... poi ricordai quale fosse il dono di Camilo.
Mi si gelò il sangue nelle vene.
Ansimai e iniziai a piangere e a gemere.
Non ci volevo credere.
Non poteva essere vero.
La tristezza lasciò il passo alla rabbia e mi alzai di scatto, aprendo la porta.
Mi diressi scalza e con la camicia da notte alla sua porta e poco prima che la mia mano potesse sbatterci sopra con forza, quest'ultima si aprì, trovandomi proprio Camilo davanti.
Rimasi interdetta per un attimo e poi la mia mano partì senza controllo e gli tirai un ceffone in pieno viso.
Non me ne pentii.
All'inizio rimase sorpreso, ma poi mi guardò colpevole.
Aveva capito tutto, come lo avevo capito io.
Mi prese delicatamente il polso, allontanando la mano dal suo viso e abbassando lo sguardo mi disse:
<Parliamo in camera tua.>
Non mi diede il tempo di controbattere che, con il mio polso nella sua mano, era già partito.
Casita aprì la porta della mia stanza giusto il tempo di farci entrare, per poi richiudercela dietro.
Una volta lì mi divincolai dalla sua presa e lui mi lasciò andare.
<Perché?>
Avevo la voce che mi tremava.
<Pensavo... pensavo che ti avrebbe dato speranza, rivederlo in quel posto...
Mi sembravi così triste.>
Iniziai a piangere e le gambe non mi ressero più. Caddi a terra, battendo i pugni sul pavimento in legno, scuotendo il capo.
<T-tu... tu...>
Camilo mi raggiunse sul pavimento, avvicinandosi a me, sussurrandomi:
<Mi dispiace...>
Tentò di asciugarmi le lacrime, ma mi scansai.
Mi sentivo così vuota, così stupida, che le parole mi sfuggirono di bocca in un soffio:
<Rifallo.>
<C-cosa?>
<Fammelo rivedere.>
Lo guardai negli occhi, la vista era appannata dalle lacrime, ma ero decisa.
<No.>
Sentii il sangue andarmi alla testa.
<Quindi... quando vuoi tu, puoi farlo e quando te lo chiedo io... la tua risposta è... no?>
<Non voglio farti credere cose che non sono reali, non voglio... farti soffrire ancora, nè confonderti.>
Lo guardai, come si guardano le statue dei Santi, lo stavo pregando.
Si avvicinò nuovamente a me, prendendomi il volto fra le mani.
<Se lo faccio, ricorderai che lui non c'è più?
Ricorderai che sono io?>
Annuii incerta, non ero sicura di come avrei reagito.
Mi lasciò il viso e in un istante non ebbi più davanti Camilo, ma Alejandro.
Era identico, era lui.
<Mi Amor...>
Allungai una mano tremante e gli accarezzai il viso: i suoi grandi occhi verdi mi fissavano gentili, il naso era il suo, leggermente curvo e i capelli neri erano legati in una coda bassa. Anche le labbra erano le sue, grandi e carnose.
Mi avvicinai lentamente al suo viso e mi misi in ginocchio di fronte a lui.
<Alejandro...
Adios.>
Mi abbassai sul suo viso e posai delicatamente le mie labbra sulle sue, mentre gli accarezzavo le guance.
Sentii le sue labbra tremare e poi le sue braccia cingermi la vita, dapprima in maniera delicata, poi sempre più decisa e forte, mentre le sue labbra si schiudevano e il bacio diventava sempre più profondo lasciandomi senza fiato.
Mi sentii avvampare, ogni singola cellula mi spingeva contro il suo corpo, come una calamita, ma ad un certo punto, proprio mentre le cose stavano per accelerare in maniera pericolosa, Alejandro mi allontanò dolcemente e il suo posto fu preso da Camilo.
Mi sentii frastornata, ma quando vidi gli occhi di Camilo farsi lucidi capii.
Non ebbi il tempo di dire nulla, lo vidi alzarsi e uscire fuori dalla stanza.
Avevo usato Camilo...
e lo avevo ferito più di quanto lui avesse ferito me quella mattina.
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Dandelion [CAMILO X READER]
FanfictionLa storia è ambientata cinque anni dopo gli eventi di Encanto. Dopo aver perso l'amore della sua vita, (T/N) riceverà aiuto da Camilo Madrigal. *Disclamair* Camilo ha 20 anni. #1 Disney dallo 03/01/2022 al 14/01/2022