POV: [CAMILO]
Rientrai nella Casita veloce come un fulmine, avevo il viso in fiamme, avrei preferito morire piuttosto che incontrare qualcuno.
<Hola Hermanito!>
Dolores, con un sorrisetto stampato in faccia, mi stava aspettando davanti la porta della stanza.
<Hermanito, che hai combinato? Sei rosso come un pomodoro!>
Ridacchiava mentre mi prendeva palesemente per i fondelli.
<Spostati Dolores.>
Di tutta risposta lei mi cinse il collo con le braccia, gongolando.
<Qualcuno qui si è preso una bella cotta?>
Mi trasformai nella copia di se stessa, volevo evitare di farle vedere il mio viso da persona colta sul fatto.
<Vedi di tenere le orecchie e la bocca tappate!>
<Se pensi che riuscirai a tenere la cosa nascosta... ti sbagli di grosso!>
Arrossii col suo volto e mi trasformai in Antonio per scampare alla sua presa, rimpicciolendomi in statura.
<Sei proprio uno stallone!>
Mi canzonò un' ultima volta prima di chiudermi la porta della stanza alle mie spalle.
Ripresi le mie sembianze.
Avevo strafatto?
Mi ero esposto troppo?
Era troppo presto forse?
Mi sentii un completo idiota.
Avevo avuto qualche storiella in passato, ma questa era proprio un'altra situazione, una sensazione completamente diversa.
Mi misi le mani ai capelli, gettandomi di faccia sul letto.
Ripensai a come me ne fossi uscito con quelle frasi e sentii di volermi sotterrare.
<Che diavolo mi passa per la testa?>
Sbuffai.
Forse era troppo presto per lei...
stavo correndo troppo, soprattutto dopo un lutto del genere.
E se avessi fatto altri danni?
Ripensai al suo viso, durante la mia "confessione" avvenuta qualche minuto prima e sprofondai la faccia contro il cuscino.
Era bellissima e io ero stato uno sbruffone.
Più che uno stallone, come aveva detto Dolores, mi sentivo un pony!-
POV: [T/N]
La vita alla Casita scorreva tranquilla, era passato un mese ormai da quando mi ero trasferita in pianta stabile a casa della Famiglia Madrigal.
La mattina uscivo, andavo a trovare Alejandro al cimitero e poi, di solito, passavo al mercato, a far la spesa per il pranzo.
Questa routine mi rasserenava, mi sentivo più in pace e meno colpevole con me stessa, inoltre potevo dare una mano a Dolores che adesso aveva una pancia un po' più... evidente.
Non le avrebbe fatto bene uscire col caldo di giugno e nell'ora di punta.
Al mercato quella mattina avrei dovuto fare solo una spesa veloce, qualche ortaggio, del formaggio... nulla di che.
Mentre ero piegata a prendere le ultime buste con dentro le zucchine e le mele qualcuno me le "rubò" da sotto il naso, sollevandomele.
<Penso che tu abbia bisogno di una mano!>
Non dovetti nemmeno guardarlo per capire che si trattava di Camilo.
<Oh... non credevo fossi qui.>
Camilo per tutta risposta pescò una mela dal sacco, le diede una pulita sfregandola sul poncio giallo e l'addentò.
Lo guardai di sottecchi mentre sollevavo le buste rimanenti.
L'ultimo contatto stretto che avevamo avuto era stata la sera del rosmarino, dopo quella volta io cercai di evitarlo tenendomi impegnata e lui, per tutta risposta, sembrava metterci tutti i mezzi per stuzzicarmi...
E questa volta sembrava una di quelle.
<Sai, ultimamente fai sempre una capatina qui, avevo la sensazione che oggi avresti avuto le mani un po' troppo impegnate.>
<In realtà è una spesa abbastanza leggera, se ho bisogno, di solito, mi porto Luisa... quando è libera.>
Gli girai un sorriso di circostanza.
Non che non gradissi le sue attenzioni, ma dopo quella sera avevo paura di tradirmi.
Avevo paura fosse troppo presto e non volevo dare l'impressione sbagliata.
<Grazie Camilo, sei sempre gentile con me.>
Ero sincera.
Uscendo dal mercato, una bancarella attirò la mia attenzione.
Mi fermai e scrutai le collane e i bracciali che la signora aveva esposto.
Erano tutte bellissime.
<Camilo, che piacere vederti!>
Esclamò la proprietaria della bancarella.
<Oh, Fernanda! È un piacere anche per me.>
Sorrise gentile alla signora, Camilo era sempre gentile con tutti, raramente lo avevo visto davvero arrabbiato per qualcosa.
<E questa Niña chi è?
La tua nuova ragazza?>
"Nuova?"
Pensai tra me e me, scrutando Camilo.
Lui parve strozzarsi con la saliva, ma non negò, nè confermò la cosa.
Mi misi a fissare un bracciale con le pietre arancioni, sembrava dell'ambra, ma non ero sicura... però era bello.
Sospirai e salutando la signora, continuai per la mia strada.
Sentii Camilo fare altrettanto e venirmi dietro.
<Quindi... quante ragazze hai avuto, signor Camilo?>
Sentii il suo passo farsi incerto dietro di me e poi lo sentii correre per raggiungermi.
<Be, il giusto!>
Esordì.
La mia espressione doveva essere alquanto buffa, dato che scoppiò a ridere.
<Hey, fai la gelosa per caso?>
<Assolutamente no, la mia è solo curiosità e anche voglia di conversare.
Non farti strane idee.>
Alzai il mento verso l'alto, quasi offesa dalla sua supposizione.
Lui sorrise e vidi i suoi occhi scintillare sotto il sole.
<Oh be... qualche storiella, sai... niente di particolarmente serio.
Le solite storie fra ragazzi.>
<Fai il vago di proposito o sei amnesico?>
Incalzai.
Lui ridacchiò.
<No, non sono amnesico, ma sarebbe strano raccontarti delle mie ex conquiste e delle mie tattiche, dato che sto cercando in tutti i modi di farmi piacere da te.>
Ed eccolo.
Aveva ricominciato a stuzzicarmi, dandomi un colpo ben assestato.
Sentii i bordi delle orecchie accendersi e accelerai il passo.
Ogni volta che pensavo potessi riuscire a fregarlo, lui fregava me e ci riusciva benissimo.
Non proferii più parola, tutto ciò che avrei potuto dire, Camilo l'avrebbe sicuramente utilizzata a suo vantaggio.
Una volta dentro casa andammo in cucina per posare la spesa.
<Che c'è, il gatto ti ha mangiato la lingua?>
Lo guardai accigliata.
"Non dargli corda."
Iniziai a sistemare le cose nella dispensa, ma dato che uno degli scaffali era troppo alto, decisi di prendere una sedia per salirci e arrivarci.
Non so cosa accadde, ma mentre ero su di essa, quest'ultima si inclinò spaventosamente.
Ebbi solo il tempo di lanciare un urlo per la paura e di prepararmi all'urto col pavimento.
Chiusi gli occhi e...
Niente, non sentii ciò che il mio corpo si era aspettato di sentire.
Niente impatto sulle mattonelle della casita, Niente dolore, solo... calore.
Ci volle qualche secondo prima di capire che mi trovavo fra le braccia di Camilo.
Strabuzai gli occhi, sentendo il profumo di menta piperita.
<Non devi mica volare dalle sedie per attirare la mia attenzione!>
Avvampai, il mio viso, ne ero sicura, si accese come una torcia nell'oscurità.
<G-grazie...>
Lui mi sorrise, ma non accennò a mettermi giù.
<Ehm... Camilo puoi farmi scendere ora...>
Mi stava guardando come quella sera.
Il suo sguardo era un misto fra dolcezza e desiderio, mi sentii piccola e sopraffatta, l'unica cosa che riuscii a fare fu mettergli le mani sul petto, nel tentativo di mettere distanza fra me e lui.
Scelta peggiore non potei fare.
Da sopra il poncio percepii il ritmo del suo cuore, sembrava impazzito, tanto quanto il mio e speravo che lui non se ne accorgesse, come stavo facendo io col suo.
Lentamente mi fece sedere sul tavolo, incastrandosi davanti a me, impedendomi la discesa.
Mi afferrò dolcemente entrambe le mani e portandosele alle labbra baciò prima il palmo della destra e poi della sinistra.
Sentii nuovamente la pelle d'oca su tutto il corpo e il mio petto andare a fuoco.
Mentre le baciava, continuò a guardarmi negli occhi e io non riuscii a sfuggire a quello sguardo.
Era impossibile.
Il gatto mi aveva davvero mangiato la lingua...
e quel gatto si chiamava Camilo.
Lo vidi avvicinarsi lentamente a me, stavolta non avevo scampo.
<Che fate voi due?>
Abuela!
Per lo spavento tirai una testata a Camilo così forte che per un attimo perse il controllo della sua faccia.
Indietreggiò dolorante, tenendosi la fronte, mentre il suo volto era un misto dei suoi fratelli, più Mirabel.
Scoppiai a ridere senza ritegno, non riuscii a trattenermi.
Abuela ci guardò esterrefatta.
<N-niente, Abuela!
Avevo una cosa nell'occhio e Camilo cercava di aiutarmi a toglierla.>
<S-si.> Venne in mio soccorso
<Ma ci siamo riusciti!>
Io non riuscii a trattenere le risate e scoppiai di nuovo.
<Sono contenta, Mi Niña... da quando sei qui è la prima volta che ti sento ridere in questo modo.>
Lentamente smisi e guardai la Signora Alma Madrigal sorridermi dolcemente.
Ricambiati il suo sorriso.
<È merito della sua Famiglia.>
Mi voltai poi verso Camilo e gli rivolsi lo stesso sorriso gentile, lui borbottò qualcosa mentre si ristemava la faccia tutta rossa.
<Mi Niña, comunque... ti stavo cercando. Volevo comunicarti che domani daremo una festa.>
Rimasi sorpresa.
<Come mai?> chiesi curiosa.
Da quando ero lì non mi era ancora capitato di partecipare ad una festa dei Madrigal, ma sapevo che di solito erano bellissime e divertenti.
<Oh Tesoro, domani il nostro Camilo compie ventuno anni.>
Rimasi sorpresa, effettivamente non conoscevo tutte le date di nascita dei membri della famiglia Madrigal.
<Allora cercherò di darvi una mano come posso, Abuela.>
Colsi la palla al balzo e mi congedai lasciando Camilo insieme a sua nonna a discutere dei dettagli della festa.
Non sentivo più il dolore dovuto alla testata, ma i punti in cui Camilo mi aveva baciato sui palmi delle mani, quelli bruciavano ancora.
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Dandelion [CAMILO X READER]
FanfictionLa storia è ambientata cinque anni dopo gli eventi di Encanto. Dopo aver perso l'amore della sua vita, (T/N) riceverà aiuto da Camilo Madrigal. *Disclamair* Camilo ha 20 anni. #1 Disney dallo 03/01/2022 al 14/01/2022